... Più tanto altro...

vinogodi ha scritto:...che belli i fine settimana in arancione/scuro/rosso. Frega un cazzo a nessuno per strada, io sono uno dei pochi con masvherina, disinfettante per le mani sempre in tasca, distanziamento di 2 metri , altrimenti ffp2...sole, primi caldi , griglia sempre in movimento , mezzogiorno e sera. E vino consolatorio. 5 occasioni ogni settimana ( sabato e domenica a mezxodi e venerdi , sabato e domenica sera. Famiglia unita , qualche amico dei dintorni. Mangiato benissimo e bevuto bene... Sia vini quotidiani , ma buoni, sia qualche "Bevuta Alta" da condividere con gli amici...mi ha vivamente impressionato lo Chevaliers Montrachet di Leroy 2005 e il Chambertin di Bernard Dugat Py che sono riusciti a contrastare il Valpolicella di Zyme' 2012 e il Cotidie 2016 di Spiriti Ebbri..ma anche l' Ortrugo frizzante 2019 di Marengoni che se l' è giocata con il Clos Saint Hylaire 1996 di Billecart Salmon..
... Più tanto altro...
fabrizio leone ha scritto:Merla 2011. Che frutto carnose. Naso elegante che spinge di continuo. Bocca che appaga. Buona bevuta davvero
vinogodi ha scritto:ma anche l' Ortrugo frizzante 2019 di Marengoni che se l' è giocata con il Clos Saint Hylaire 1996 di Billecart Salmon..
...eddaiche scherzo ... perchè, il Chambertin di Bernard vicino alla Valpolicella (seppur ottima) di Zymé...seeionoou2 ha scritto:vinogodi ha scritto:ma anche l' Ortrugo frizzante 2019 di Marengoni che se l' è giocata con il Clos Saint Hylaire 1996 di Billecart Salmon..
o scherzi o il clos st. hilaire era messo veramente male
Alberto ha scritto:fabrizio leone ha scritto:Merla 2011. Che frutto carnose. Naso elegante che spinge di continuo. Bocca che appaga. Buona bevuta davvero
E' il Vigna la Merla di Panigada?
Alberto ha scritto:Etna Rosso, Massimiliano Calabretta, 1998 (14,5%)
Bel colore, a mezza via tra il rubino ed il granato, in ogni caso piuttosto scuro. Naso clamoroso, pulitissimo sin da subito, evoluto da favola su svariati toni iniziali canforati-balsamici (caramelle valda)-resinosi (pino), che si alternano ad ogni girata del bicchiere, per poi leggermente recedere a favore di un altro set di terziari, questa volta più caldi e mediterranei, di carruba, strattu di pomodoro, pot pourri con predominanza agrumata (arancia amara), cassettone; il caramello dell'ossidazione è lì che ti guarda da lontano, ma per ora sostanzialmente non interviene; bocca se possibile ancor giovane, con un residuo di frutto rosso, acidità molto spiccata ma ancora integrata nell'insieme, tannini sciolti, "sabbiosi" ed una apparente leggerezza (nonostante l'alcol) di corpo...ma lo scorrere è al palato è lento, progessivo, pervaso da una sensazione di naturale concentrazione della materia che solo vigne del genere possono dare. Il naso è tanta, tantissima roba; la bocca è "solo" molto buona...direi che non ci si può proprio lamentare...
Bottiglia presa qui sul Forum da M.Sangiorgi: chapeau per la conservazione semplicemente inappuntabile.
giodiui ha scritto:Io ho bevuto da poco un 2007 che invece era imbarazzante, il peggio dell'enologia 'naturale' (tra virgolette), con tutte le puzze possibili (stallatico, brett, sudori vari). Chissà se nel tempo trascorso è cambiata la tecnica di vinificazione o se la mia bottiglia era semplicemente molto (ma molto) sfortunata. Magari avesse sfoderato i descrittori goduriosi che usi tu!!!
giodiui ha scritto:Alberto ha scritto:Etna Rosso, Massimiliano Calabretta, 1998 (14,5%)
Bel colore, a mezza via tra il rubino ed il granato, in ogni caso piuttosto scuro. Naso clamoroso, pulitissimo sin da subito, evoluto da favola su svariati toni iniziali canforati-balsamici (caramelle valda)-resinosi (pino), che si alternano ad ogni girata del bicchiere, per poi leggermente recedere a favore di un altro set di terziari, questa volta più caldi e mediterranei, di carruba, strattu di pomodoro, pot pourri con predominanza agrumata (arancia amara), cassettone; il caramello dell'ossidazione è lì che ti guarda da lontano, ma per ora sostanzialmente non interviene; bocca se possibile ancor giovane, con un residuo di frutto rosso, acidità molto spiccata ma ancora integrata nell'insieme, tannini sciolti, "sabbiosi" ed una apparente leggerezza (nonostante l'alcol) di corpo...ma lo scorrere è al palato è lento, progessivo, pervaso da una sensazione di naturale concentrazione della materia che solo vigne del genere possono dare. Il naso è tanta, tantissima roba; la bocca è "solo" molto buona...direi che non ci si può proprio lamentare...
Bottiglia presa qui sul Forum da M.Sangiorgi: chapeau per la conservazione semplicemente inappuntabile.
Io ho bevuto da poco un 2007 che invece era imbarazzante, il peggio dell'enologia 'naturale' (tra virgolette), con tutte le puzze possibili (stallatico, brett, sudori vari). Chissà se nel tempo trascorso è cambiata la tecnica di vinificazione o se la mia bottiglia era semplicemente molto (ma molto) sfortunata. Magari avesse sfoderato i descrittori goduriosi che usi tu!!!
zampaflex ha scritto:
Mi pare di ricordare che Alì65 si lamentasse della progressiva perdita di qualità tra vecchi Calabretta e nuovi, con spartiacque più o meno nuovo millennio.
Ludi ha scritto:zampaflex ha scritto:
Mi pare di ricordare che Alì65 si lamentasse della progressiva perdita di qualità tra vecchi Calabretta e nuovi, con spartiacque più o meno nuovo millennio.
Etna Rosso 2001 mi piacque molto; il Nonna Concetta 2011, viceversa, molto scarso.
Nightfall ha scritto:La Ca Nova - Barbaresco Montefico Bric Mentina 2016
Il naso si presenta subito esplosivo, con note molto nette di ciliegia sotto spirito, menta, rosa appassita, fiori secchi, spezie dolci e una bella nota di caffè che si delinea mano a mano che il vino si apre. La bocca è molto potente, sorretta da una grande acidità ed un tannino ancora graffiante, ma nel complesso molto piacevole. Ritornano nel finale le note mentolate e di rosa appassita. Sicuramente con qualche anno di bottiglia migliorerà ancora, ma secondo me è già buonissimo.
l'oste ha scritto:Nightfall ha scritto:La Ca Nova - Barbaresco Montefico Bric Mentina 2016
Il naso si presenta subito esplosivo, con note molto nette di ciliegia sotto spirito, menta, rosa appassita, fiori secchi, spezie dolci e una bella nota di caffè che si delinea mano a mano che il vino si apre. La bocca è molto potente, sorretta da una grande acidità ed un tannino ancora graffiante, ma nel complesso molto piacevole. Ritornano nel finale le note mentolate e di rosa appassita. Sicuramente con qualche anno di bottiglia migliorerà ancora, ma secondo me è già buonissimo.
zampaflex ha scritto:giodiui ha scritto:Alberto ha scritto:Etna Rosso, Massimiliano Calabretta, 1998 (14,5%)
Bel colore, a mezza via tra il rubino ed il granato, in ogni caso piuttosto scuro. Naso clamoroso, pulitissimo sin da subito, evoluto da favola su svariati toni iniziali canforati-balsamici (caramelle valda)-resinosi (pino), che si alternano ad ogni girata del bicchiere, per poi leggermente recedere a favore di un altro set di terziari, questa volta più caldi e mediterranei, di carruba, strattu di pomodoro, pot pourri con predominanza agrumata (arancia amara), cassettone; il caramello dell'ossidazione è lì che ti guarda da lontano, ma per ora sostanzialmente non interviene; bocca se possibile ancor giovane, con un residuo di frutto rosso, acidità molto spiccata ma ancora integrata nell'insieme, tannini sciolti, "sabbiosi" ed una apparente leggerezza (nonostante l'alcol) di corpo...ma lo scorrere è al palato è lento, progessivo, pervaso da una sensazione di naturale concentrazione della materia che solo vigne del genere possono dare. Il naso è tanta, tantissima roba; la bocca è "solo" molto buona...direi che non ci si può proprio lamentare...
Bottiglia presa qui sul Forum da M.Sangiorgi: chapeau per la conservazione semplicemente inappuntabile.
Io ho bevuto da poco un 2007 che invece era imbarazzante, il peggio dell'enologia 'naturale' (tra virgolette), con tutte le puzze possibili (stallatico, brett, sudori vari). Chissà se nel tempo trascorso è cambiata la tecnica di vinificazione o se la mia bottiglia era semplicemente molto (ma molto) sfortunata. Magari avesse sfoderato i descrittori goduriosi che usi tu!!!
Mi pare di ricordare che Alì65 si lamentasse della progressiva perdita di qualità tra vecchi Calabretta e nuovi, con spartiacque più o meno nuovo millennio.
Nexus1990 ha scritto:Qulche bella bevuta delle ultime settimane
Jacquesson 736 ***1/2+
Naso con evoluzione abbastanza spinta con note di formaggio e cocco, in bocca bella bolla fine ma persistente, sorso piuttosto teso nonostante l’evoluzione forse eccessiva. Buono è arrivato.
Perillo Riserva 2003 ****
Piuttosto evoluto, naso profondissimo, scuro, quasi non da Taurasi con caffè, confettura di amarene, liquirizia dolce. Bocca morbida (anche qui, non proprio da Taurasi) da annata calda ma per fortuna buona aciditá, tannino cesellato quasi Bordolese, tanta speziatura in una chiusura molto lunga che richiama qualche ricordo Perilliano che prima non aveva mai fatto capolino. Direi al top della parabola, non aspetterei a berlo.
Merita un piccolo focus l’assaggio dei bellissimi vini di Costa Archi (forumista con un gran bella immagine del profilo)
Costa Archi Assiolo 2017 ***+
Dopo un’iniziale riduzione si pulisce ed esce un frutto molto scuro accompagnato da interessante speziatura. Bocca con un bel tannino non prepotente, bella struttura, si conferma un po’ scuro, forse un po’ in debito di freschezza/mineralità (annata calda?). Su una bella entrecote alla griglia però questa piccola mancanza si sente ben poco è il vino scende che è un piacere. In ogni caso rapporto q/p fantastico
Monte Brullo 2015 ***1/2
Bel naso con tante spezie, profondo ma equilibrato, bello l’agrume che rinfresca un sorso comunque di buona struttura, con tannini fini e aciditá discreta. Con questo già si sale di livello, un po’ compresso, credo possa migliorare con un po’ di bottiglia. Bevuto vicino a VdC 17 e Buondonno Riserva 2016, bella comparazione.
Costa Archi Ravenna 2014 ***1/2++
Arriviamo al top di gamma, e si sente! Naso molto minerale e fortemente speziato, in bocca tanta liquirizia ma molto ben amalgamata alla struttura minerale, agrume pronunciato, in generale bocca freschissima, tannino presente ma non preponderante, in retrolfattiva Ancora liquirizia. Gran bella versione di Sangiovese, migliorerà anche questo, sicuramente, ma oggi una signora bevuta.
Val delle Corti 2017 ***1/2
Solita, granitica certezza. Soprattutto nell’interpretazione dell’annata che ogni volta è splendida. In particolare l’annata calda aiuta in questa fase: già pronto con bellissimo frutto, finissimo, bevibilitá eccezionale. Forse non ha la stratificazione di 14/15/16 ma chissenefrega, compensa con una facilità di abbinamento clamorosa. Bevuto su tante pietanze tutte diverse e sempre sul pezzo.
Buondonno Riserva 2016 ****-
Qui a casa non avevo granché. L’ultima volta che avevo bevuto Buondonno riserva 2016 in fase di importante chiusura*. Stappo con un po’ di scetticismo ma trovo un vino in grandissima forma. Inizio sempre un po’ sporco ma in mezz’ora esce il sangiovese Chiantigiano con la C maiuscola, sì concentrato (15,5%) ma non lo diresti mai: l’alcool è bilanciato da freschezza notevole con le classiche note metalliche/ematiche e l’arancia rossa, molto stratificato con qualcosa di floreale e una speziatura austera ma per niente invadente. Abbinamento da lacrime con filetto di maialino al forno con salsiccia e patate.
*piccola riflessione tout court sul Chianti 2016: penso a Montevertine, a VdC Ris, a Monsanto Ris, ma anche altri. Spesso sento parlare di come la 2016 sia ottima, e sono d’accordissimo, e buona da subito... Ecco, su questo sono molto meno d’accordo. Mi è sembrato di trovare un “fil rouge” tra tanti Chianti importanti del 2016: sorso teso come una corda di violino che però insieme ad una grande aciditá non ancora ben bilanciata da parti morbide genera vini un po’ scontrosi, di cui si (intra)vede la stoffa ma non è ancora stata trasformata in vestito. Magari è una considerazione banale, tanti buoni/grandi vini hanno bisogno di bottiglia etc etc ma spesso sento “Ottimo ora” e rimango un po’ perplesso (vedi note successive)
Monsanto Riserva 2016 ***1/2-
Tutti i tratti caratteristici di un grande Chianti:
L’agrume, la nota ematica ma il frutto è un po’ debole (strano
per Monsanto), legno ancora un po’ da smaltire e naso iper compresso che non riesce ad uscire dal guscio. Si sente che ci prova poverino ma proprio non ce la fa. La sensazione è che non sia il suo momento.
Montebernardi IGT 2016 ***++
Naso abbastanza pulito con un frutto molto succoso e, anche qui, un po’ di legno ancora sullo sfondo. In bocca scorrevole, tannino c’è ma non troppo invadente, aciditá spiccata. Gli darei 3/4 anni per smussare un po’ gli spigoli ma ottima beva.
Val delle Corti Riserva 2016 ***1/2+
Riflesso violaceo, colore molto brillante con riflessi violacei, naso molto scuro e polarizzato sulle spezie, dopo un po’ spicca rosmarino. Sorso fresco e agrumoso, tannino molto marcato, un (bel) po’ indietro. Forse in fase di chiusura, ovviamente molto buono, anche qui aspetterò comunque 2/3 anni per berlo di nuovo.
Pian dell’Orino Brunello 2011 ****++
Colore con un già deciso riflesso granato, molto brillante. Naso meraviglioso che parte sul profilo legnoso con cioccolato e legno di quercia ma dopo pochissimi minuti prorompe letteralmente una freschezza balsamica che quasi abbassava la temperatura della stanza (), mai sentita una cosa del genere. In bocca morbido, tannino cesellato, spinta acida contenuta, giusta, la freschezza è data dalla retrolfattiva in cui ritorna il balsamico. Poi spezie di vario genere, alcune dolci, poi l’affumicatura, infine una retrolfattiva di finocchietto. Se questa è l’annata brutta non oso immaginare quelle buone
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Le Potazzine Brunello 2011 ****-
Già dal colore si capisce la gioventù, legno ancora percepibile ma piacevoli le note di cioccolato e cuoio, bei chiodi di garofano. Buon frutto dolce che bilancia una freschezza sorprendente vista l’annata, che chiama il sorso successivo in un vino di gran bella beva. Altra bella sorpresa.
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