Come si dimostra che i perfidi tulipanici (in buona compagnia) sono dei palesi furfanti
https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/tasse-evasione-ecco-come-sei-paesi-europei-sottraggono-all-italia-65-miliardi-euro/84ad216c-baf3-11ea-9e85-8f24b6c04102-va.shtml L’Olanda è tra le più agguerrite sia sul fronte dell’aggressività fiscale, sia su quello del no alla solidarietà nell’emergenza Covid. Un no verso quei Paesi le cui aziende fanno arricchire gli olandesi. La Fort Knox olandese è a Prins Bernhardplein 200, quattro chilometri dal centro di Amsterdam, dove lavorano i professionisti che gestiscono la società che cura gli interessi delle aziende domiciliatarie . Qui ha sede Intertrust, che si occupa degli affari di oltre 2.812 aziende europee e mondiali: assistenza legale, contabilità, amministrazione, transazioni finanziarie, proprietà intellettuale e tesoreria. Poco lontano ci sono le sedi di colossi come eBay (con due filiali), Uber (con ben 16 società), Google, Nike, Ikea, Starbucks.
Incrociando le risorse (dipendenti, uffici) che queste società possiedono in Olanda, e gli utili che qui realizzano si scopre che ogni singolo dipendente olandese genera profitti per 530 mila euro l’anno, contro la media europea di 60mila (con Italia e Germania allineate intorno ai 42mila e Francia a 33mila). Il significativo risparmio fiscale è il tema centrale: l’Aja non tassa dividendi in entrata e uscita, plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni societarie, interessi e royalties. Rimane tutto, in maniera lecita, nelle tasche dei proprietari, facilitati poi a spostare i propri capitali in altri paradisi fiscali extra Ue.
È un modo legale per tirarsi fuori dal mercato libero che ha fatto fiorire le società più o meno di comodo: almeno 15 mila, secondo un rapporto del ministero delle Finanze al Parlamento olandese del 2018, con un flusso di denaro, a livello di fatturato, che va dai 4.500 ai 5.000 miliardi di euro ogni anno. Di questa montagna di soldi solo 199 miliardi sono tassati. Solo dai Paesi membri dell’Ue, l’Olanda risucchia fino a 72 miliardi di euro di profitti aziendali, di cui oltre 3 dall’Italia, secondo le stime dell’economista Gabriel Zucman. Alla fine al fisco olandese vanno, secondo un rapporto del Parlamento europeo, 11,2 miliardi di euro(oltre il 40% del gettito totale sui profitti di impresa nel Paese dei tulipani) che sarebbe dovuto finire nelle casse di altri Stati. Per questo l’ong Tax Justice Network ha collocato l’Olanda al quarto posto tra i paesi del Corporate Tax Haven Index, che classifica i principali paradisi fiscali per le multinazionali, dopo le Isole Vergini Britanniche, Bermuda e Cayman.
Nel 2019 l’Italia avrebbe perso, secondo Zucman, quasi 24 miliardi di dollari di profitti (il 19% dei ricavi dalla tassazione delle multinazionali), 21 dei quali sarebbero andati a paesi Ue. In Belgio sono finiti 2 miliardi, 8 a Cipro, 5 in Irlanda, 9,6 in Lussemburgo, 0,7 a Malta e 3,4 in Olanda. Altri 3 sono finiti in paradisi fiscali extraeuropei, di cui 2,2 in Svizzera. Tutto questo si traduce in 6,6 miliardi di dollari di tasse in meno: quasi il 10% di quello che ci sono costati nel 2019 gli interessi sul debito pubblico. Ma siamo in buona compagnia: i profitti societari drenati all’estero ammontano a 48,4 per la Germania e 28,2 per la Francia, per un mancato gettito fiscale che vale 14,3 per Berlino e 9,44 miliardi per Parigi.