l'oste ha scritto:
A prescindere dal SSN uguale (?) in ogni regione, come ormai sanno anche gli alieni, in Lombardia non sono state istituite immediatamente alcune zone rosse nel bergamasco, non sono stati forniti materiali protettivi alle strutture sanitarie, sono stati smistati pazienti infetti in case di riposo e rsa, tutto ciò con tragici risultati.
Poi magari il contagio elevato dipenderà anche da altri fattori, ma questi sono dei fatti.
Eh…ma oltre a quanto hai segnalato, ci sono stati ( e continuano ad esserci) anche altri comportamenti che lasciano piuttosto perplessi e anche nel dubbio se ci si trovi di fronte a personale medico impreparato o disattento , oppure alla applicazione di protocolli che , a voler essere clementi, possiamo indicare quantomeno come del tutto confusionari. Cerco di raccontare brevemente due aneddoti a conferma del modo in cui questo problema e’ stato affrontato qui.. a MIlano:
Caso n1
Famiglia di ns conoscenti. 5 componenti. Stanno maluccio i ragazzi, ma si curano a casa. Poi tocca ai genitori. Il padre ,positivo, viene ricoverato , seguito a distanza di qualche giorno dalla madre anch’essa positiva. Dopo un paio di settimane vengono dimessi ma per evitare ulteriori contaminazioni entrambi vengono parcheggiati in strutture messe a disposizione dalla Regione. Intanto pero’ nessuno comunica niente ai ragazzi , a cui peraltro non e’ stato fatto il tampone, in quanto i medici hanno dato per scontato che fossero positivi , rispetto all’obbligo della quarantena. Cosa che viene fatta in ogni caso dai tre che si chiudono in casa. Passati 15 gg i genitori tornati negativi devono fare ritorno a casa dalle strutture , ma qui, i tre ragazzi coscienziosi, cominciano a chiedere in ospedale di poter fare il tampone a loro volta, per evitare di essere positivi e quindi di poter reinfettare i genitori. Ci mettono quasi una settimana, quando dopo un clamoroso sit-in di protesta in ospedale ,da dove venivano continuamente rimbalzati, riescono finalmente ad ottenere il tampone …anzi due in due giorni consecutivi . Risultato?? Due su tre sono negativi, L’altro ancora positivo viene isolato. E la storia e’ ancora in evoluzione.
Caso n2
Due settimane fa un componente della mia famiglia ha un guaio gastrointestinale. Febbriciattola, dolori di pancia,stomaco e problemi intestinali che si protraggono per due /tre giorni e non si risolvono. Siccome si trova in una condizione di immunodeficienza dovuta ad un autotrapianto di cellule staminali effettuato a dicembre, ci viene consigliato dal centro trapianti di effettuare un controllo. Quindi, accesso al pronto soccorso, dove il familiare dichiara la propria situazione sanitaria. Viene visitato e siccome i sintomi potrebbero essere compatibili con un contagio da Covid, viene effettuato il tampone. Nelle more, in attesa dell’esito dello stesso, il familiare viene parcheggiato non in una saletta isolata vista la condizione di immunodepressione, ma in un’area Covid, ASSIEME ad altri pazienti che hanno sintomi compatibili . Dopo 4 ore passate in allegra compagnia di gente poi risultata positiva, il tampone da’ esito negativo, ma intanto la frittata potrebbe gia’ essere stata fatta..
Ad oggi pare che tutto sia andato bene, ma credo che questi siano due delle migliaia di casi emblematici di come sia stato affrontato ( o forse non affrontato) il problema. Tanta leggerezza probabilmente data da una carenza di direttive precise su come trattarlo. Il tutto, all’ospedale di Legnano, considerato una delle eccellenze in Lombardia…
E il gatto e la volpe continuano la sceneggiata e si lamentano tutti i giorni degli attacchi che vengono loro avanzati senza nemmeno che il dubbio di aver fatto qualche porcata li sfiori…
«E coloro che furono visti danzare, vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica»