Grande bevuta ieri. Le premesse c'erano, ma la variabile bottiglia è sempre in agguato, e per fortuna non ci sono stati problemi.
Fallon - Extra Brut BdB Ozanne Naso che non spinge particolarmente, ha persino sfumature verdoline a tratti, ma bocca fresca, sapida, potente e lunga dove le note ossidative, di caffé e di legno sostengono con vigore gli apporti più primari dello chardonnay. Degno allievo.
Ganevat - Cotes du Jura La Gravière 2015Anche qui c'è il manico, anche qui c'è chardonnay, anche qui un gran bel vino (anche se essendo uno dei suoi vin de négoce, non è chiaro quanto ci abbia messo della sua mano). Da vigne di sessant'anni su marne, vinificazione con lieviti indigeni, no filtro, no solfiti.
Floreale e pollinoso, quasi frizzante al naso; retro con scorza di limone, susina matura, ritorni mentolati. Tonico, fresco e sapido ma senza estremi: bella maturità dell'uva.
Montevertine - Cannaio 1985Molti di voi già lo conoscono, ma raccontiamolo per gli altri. Pinchiorri si faceva produrre in esclusiva il Sodaccio (da vigna del 1972 poi espiantata per malattia nel 1998); venne il momento di usare diversamente quella vigna e quindi Manetti impiantò una piccola parcella nel 1982 con Sangiovese e Canaiolo per potere proseguire, da questa, la produzione esclusiva per l'Enoteca. Questa dovrebbe essere la prima annata di produzione, che non sarà regolare (non tutte le annate) e comunque sempre limitata in quantità (due barrique, più o meno 600-650 bottiglie). Nel 2004 viene decretata la fine della produzione separata e l'uva confluisce nel Pergole Torte.
Naso bello di composta, terra, umami, un poco di verde: bello, ancora giovane, ma niente di trascendentale.
Ma sul palato....aaaaah...la perfezione di un vino risolto, soffuso, elegante, equilibrato. Setoso e sferico, tonico e garbato.
Ampi ritorni, persistenza e leggerezza. Grandissimo.
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Montevertine - Pergole Torte 1985Più frutto, erbe officinali, china. Integro, grintoso. La bocca è più fresca e puntuta, giovanile, emerge perfino un piccolo fondo vinoso. Grip potentissimo che si esprime con una PAI da minuto. Struttura talmente robusta, ma non invadente, da consentire ancora facili anni di vita.
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Montevertine - Pergole Torte 1988Unica bottiglia lievemente problematica, si trasporta un filo di sporco e una minore aromaticità. Ha bisogno di molta aria e piano piano si riempie, l'acidità non sembra più solitaria, il frutto appare con declinazioni anche sugli agrumi, e toni balsamici. Buono ma un po' sottotono rispetti a fratelli.
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Soldera - Vino da tavola rosso di Montalcino 1980Ringer piazzato a sorpresa, e che sorpresa! Evoluto (brodo, caffé, pelo), resta aggrappato con le unghie alla sua giovinezza di frutto e sangue. E' magro come una scultura di Giacometti ma non asciutto. Col tempo anche lui si arrotonda e si distende, dà piacere inaspettato pur nei suoi limiti di vino base.
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Montevertine - Pergole Torte 1990C'è molto frutto e si avverte un filo d'alcool, ma è giustamente sfaccettato con richiami di agrumi ed erbe. Uve ben mature, forse sopra media. E' giovane, forte, agitato ed irruente. Di buona lunghezza con ritorni di liquirizia ed un tannino che tende a chiudere un po' presto. Si percepisce tanta materia ma non sufficiente organizzazione, o meglio, qualche disequilibrio che probabilmente altri dieci anni di bottiglia consentiranno di smussare.
Montevertine - Pergole Torte riserva 1990Vino sborone. E' tanto, grosso, monolitico sul frutto che ingloba nella sua intensità tutto quanto. La complessità è sullo sfondo. La retrolfazione è immensa, dolce, il passaggio sul palato è materico, estrattivo, coprente. Praticamente un monolite nelle mani dello scultore tempo, che nel futuro rivelerà la bellezza statuaria che nasconde.
Sembra che abbia descritto un vino stile Kurni, ma è solo una questione di proporzione con gli altri vini appena bevuti. L'agilità non gli manca, la freschezza rimarchevole del sangiovese d'altura non manca mai; il tango tra carne e scheletro si risolverà in un abbraccio di alta arte.
Per ora:
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Montevertine - Pergole Torte 1999Nove anni dopo, il clima più caldo comincia a fare capolino: la presenza dell'alcool si fa seria, si pone in vista. O almeno è quello che, sulla prospettiva dei bicchieri precedenti, ci appare. Anche qui tanta materia, è una uscita piuttosto muscolare. Frutto maturo e poche nuances, un filo di brodo a sporcare occasionalmente il palato. Futuribile con qualche incertezza sulla capacità di dipanare la materia.
Chiudiamo con
Fritz Haag - Brauneberger Juffer Sonnenuhr Auslese 2014Fragrante di agrumi e spezie, ma stranamente acquoso a centro bocca, che non ha la presenza che ci si aspetterebbe.
Ferrari - Solaria Jonica 1959Unicum, riprodotto come le litografie di Warhol a intervalli regolari
, esprime una sua specifica variabilità di bottiglia per via della livello nelle grandi botti da cui viene preso, con differenti percentuali di residuo zuccherino incluso. Questa bottiglia ha un naso ammaliante misto tra un bel Pedro Ximenes e un Porto, ma una bocca asciutta, secca, senza residuo e col frutto in ritirata. Curioso fenomeno, se te lo trovi nel bicchiere. Ottimo da solo, non regge i dolci con i quali non riesce a dialogare.