vino.curioso ha scritto:maxer ha scritto:
L' ipocrita ricordo di Angelo Gaja
Correva cattivo sangue tra i due, Max?
"Cattivo" certamente no.
Di sicuro non erano amici. Beppe rispettava i grandi vini rossi (rossi) storici di Gaja, come Gaia rispettava il grande Barolo di Rinaldi, questo sì.
Ma per quanto riguarda una visione generale sulle Langhe, la difesa delle tradizioni del territorio, l' eccessiva ricerca del profitto ricavato dal vino (ricordiamoci che il prezzo di vendita di un suo Barolo era sempre rimasto negli ultimi anni fra i 35 e i 40 €uro !), il "No barrique, no Berlusconi" di Beppe, i due personaggi non potevano essere che diversi e agli antipodi.
Rinaldi un pauperista romantico e sanguigno, semplice e schietto, attaccato alla sua terra, alle sue vigne, alle sue botti, alla sua nebbia.
Gaja grande produttore manager, che gira il mondo per sponsorizzare il suo grande vino, con una visione certo più internazionale e più legata ai successi economici (leggi soldi), che sa di essere l' ago della bilancia di ogni scelta che viene fatta neele Langhe.
E inoltre caratteri diversi, storie diverse, culture diverse, scelte diverse : non potevano essere amici, non c' è stata un' occasione o una situazione in cui si siano trovati in accordo.
Ecco perché mi è sembrato freddo, falso e un po' altezzoso il ricordo di Gaia alla morte di Beppe. Tutto qui. È solo una mia impressione, ricordando soprattutto i lunghi racconti che Beppe mi faceva davanti a un bicchiere, in cantina o seduti sul suo divanetto giallo senape.