A mio avviso, il migliore produttore di quell’area: per me, una sorta di Coche-Dury di Chablis, per come interpreta in maniera inconfondibile il suo territorio. Normalmente viene citato con l’altro maestro, Dauvissat (con cui tra l’altro c’è anche un legame di parentela). In tutte le occasioni in cui mi è capitato di berli assieme, ho sempre preferito il primo, ma mi rendo conto di essere in minoranza. Per fare due esempi illustri, nell’ultimo numero della RVF, c’è una degustazione comparata (anche di annate vecchie), in cui le valutazioni sono molto simili (anzi, se ho fatto bene i conti, la spunta Dauvissat); poi, ricordo che qualche tempo fa, Fabio Rizzari (non proprio l’ultimo arrivato) definì Raveneau come Nadal e Dauvissat come Federer. Paragone che, da tifoso di Roger e amante dei vini di Raveneau, non riuscii mai ad accettare

(pur comprendendo il concetto: Dauvissat più “elegante”, Raveneau più “muscolare”).
Ciò premesso, entrambi sono tra i pochi in Chablis a curare in maniera maniacale anche i non-Premier e non-Grand Cru (per intenderci, tranne loro due e pochissimi altri, nessuno vendemmia a mano i village in Chablis), per cui a mio avviso c’è da divertirsi quasi pescando a caso. L’unico problema è che, almeno per le mie tasche, i loro vini costicchiano... per cui non posso berne quanto vorrei (pur bevendone abbastanza, in particolare per quanto riguarda Raveneau). Un consiglio? Vanno aspettati... sono vini generalmente molto longevi e che invecchiando regalano grandi emozioni.
Spero di esserti stato di aiuto, anche se qui c’è chi sicuramente potrà esserlo molto più di me.