Il rosato di Santa Caterina, frutto di un uvaggio di due varietà praticamente sconosciute (una delle due non ha nemmeno un nome).
I vini di Togni Rebaioli, sempre più eleganti.
Claudio Plessi, anche se lui stesso dice che sono un po' cari
(sssshhhhhh...costano ancora pochissimo!)
Porta del Vento, ma c'è un evidente conflitto di interessi.
Daniele Saccoletto, il Grignolino su tutti, ma anche l'uvaggio con una bella quota di Nebbiolo non era niente male.
Il Ceo, buonissimi tutti, peccato che praticamente i suoi vini non esistano.
Il Catavela di Giulio Armani, per chi dice che i suoi vini sono difficili, ridotti, brutti, sporchi e cattivi.
Ribelà, che nel giro di qualche anno è arrivato ad una finezza invidiabile sui suoi vini (Premio Vino dell'Unicorno per il suo rosato prodotto in 120 esemplari)
Marco Merli, Zerodibabo rosato e bianco, e il The Vino, Malvasia di Candia affinata in damigiane di vetro.
Bellissima festa, grande entusiasmo, belle facce, nessuna tensione o richiesta di aperitivo da fiera tipicamente milanese.
Aspetto negativo: organizzazione sempre peggiore, che è il motivo per cui ogni anno diversi colleghi decidono di disertare l'evento. Eppure ci vorrebbe così poco...