Di ritorno da qualche giorno di relax in Val di Fiemme, veloce visita ieri mattina all'azienda di
Ferruccio e Michele Simoni presso la loro sede (dove conducono anche un agriturismo con locanda) affacciata alla piazzetta di
Palù di Giovo, paesino della Val di Cembra dal nome "mitico" dove nella vita in genere o si produce vino, oppure si diventa campioni del pedale, o entrambe le cose. Entrando in paese intravvedo infatti Gilberto Simoni, secondo cugino del simpatico Ferruccio (il quale dal canto suo è primo cugino di tal Francesco Moser). Michele, figlio di Ferruccio, è stato qualche anno fa pure lui al limite del passaggio al professionismo, ma poi un infortunio e la passione per la vigna lo hanno spinto a dedicarsi a tempo pieno all'azienda: ora i vini portano in etichetta il suo nome.
Azienda sensibilmente in crescita, sotto vari punti di vista. Ho potuto provare 4 vini dell'annata
2016, tutti andati in bottiglia questa primavera, e ciascuno dei quali recante in etichetta, con una piccola licenza poetica su alcuni degli accenti, la caratterizzazione geologica del terreno dove insiste il vigneto (testimonianza della grande complessità dei terreni della valle): un
Sauvignon Càlcare davvero preciso, maturo (ma non grasso), vegetale in finezza e lontano da cliché felini; un
Gewurztraminer Argìlla ricco ed alcolico, in stile altoatesino, appena disturbato da una vena residua di carbonica ancora da smaltire; una
Schiava Dolomìa davvero tipica sulla fragolina e su leggeri toni vegetali, da bere fresca con tutto quel ben di Dio di salumi che girano da quelle parti; un
Pinot Nero Tufo (6 mesi in barriques, non nuove) leggerino (anche al colore) ma con un fruttino boschivo persistente ed una bella vena salina sul finale, in grado di allungare il sorso. 4 vini davvero ben fatti.
Ovviamente il vino-bandiera dell'azienda (il
Muller-Thurgau Porfìdo) non l'ho assaggiato lì
, ma ne ho portato a casa una bottiglia sulla quale relazionerò in seguito (non sono un grande fan del MT, ma in zona tirano sempre fuori qualcosa di interessante). In futuro uscirà anche una riserva di Pinot Nero.
L'annata 2016, come si sa, è partita con parecchia acqua, ma è finita alla grande con tanto sole e maturazioni perfette, con possibilità di prolungare la vendemmia a piacimento. Quest'anno invece c'erano grandi presupposti (e passando per i paesi di Segonzano e Cembra effettivamente ho visto della gran bella uva sulle piante), ma purtroppo una tremenda grandinata verificatasi due settimane fa ha compromesso oltre metà dei grappoli nelle vigne delle località di Palù e Serci...un vero peccato! Ad ogni modo, un bravo alla famiglia Simoni: la strada (intrapresa anche in seno al gruppo Cembrani DOC che raggruppa 8 aziende locali) è quella giusta.
Inoltre,
en passant nei giorni scorsi:
Teroldego Rotaliano Vigneto Le Cervare, Luigi Zanini, 2014. Annata per uomini duri: residui di CO2, acidità e tannini ancora per i fatti loro, frutto rinchiuso in sè stesso...c'è materia ma attualmente è tutta compressa da durezze quasi astringenti (ma non verdi). Poco influsso del legno (ed è un bene), ma anche poco equilibrio...