Venerdi con due amici ho organizzato una bella champagnata OLD al Vecchio Macello di San Maurizio Canavese, dove si sta molto bene e ci permettono soprattutto di delirare dietro le nostre eno manie..
Ape veloce con due MGM omaggiate, Cieck erbaluce m.c. San Giorgio 2011 e Sourdet Diot Rosé .
Veniamo ai vini, tutti in bt 0,75cl, serviti alla cieca per tutti, sotto in ordine servizio (prima batteria con i primi 4, poi la seconda batteria con gli altri 3 e poi gli ultimi 2 subito in coda affianco)
Poteva essere un terno al lotto, è andata molto bene va…
Non ho scritto molto, vado anche a memoria ed emozione..
Dom Perignon 1985: oro carico, si parte con il botto, grande intensità ed espressività al naso, dolcezze di pralineria, crema, tostature più o meno avvertite (per me legno molto integrato e trasfigurato), una maturità compiuta, bocca piena, sapore, dolcezza si ma anche bel contrasto, bolla evanescente ma ancora avvertibile, grande soddisfazione, tra i preferiti.
Veuve Clicquot Ponsardin La Grande Dame brut 1985: bissa subito il precedente per i caratteri amplificandoli addirittura in alcuni passaggi, soprattutto al palato dove la pienezza e il grip sono ancora un filo maggiori in un quadro di piena fruibilità e maturità. Scaldandosi nel bicchiere esce più marcata la nota palese ossidativa ma per niente eccessiva. Tra i migliori..
Fleury brut 1990: bellissimo naso, dopo un lieve attacco fungino è stato tra i più leggiadri e integri portando con luminosità le vesti di una nobile maturità, forse tra i più belli e suadenti della serata. Paga dazio in bocca venendo d'altronde dopo i due precendenti, è ben più magro ma comunque scalpitante per energia, acidità e salinità, e concentrandosi solo su di lui, nel “riberlo” con la temperatura in rialzo conquista anche presenza al palato . Presa sul forum da kiascian, credo siano sboccature recentissime visto l’integrità dell’etichetta ma soprattutto il tappo morbidissimo e dalla ricrescita completa .. Chi l’ha preso ha fatto una grande acquisto a parer mio.
René Collard brut Cuvée Reserve 1975: -100%p.meunier- il più sporco al naso della batteria, fungo e muffa, scantinato, ha bisogno di tempo per rinsavire anche se non se lo scrollerà mai di dosso del tutto rimanendo molto ondivago ma almeno più che presentabile. Bocca invece buona, dritta, magra, ancora ruvida per alcuni aspetti, con una carbonica fine ma fiera, aromaticamente non perfetto, porta però con noncuranza il peso degli anni menando e graffiando. Un omaggio a colui che fu un grande recoltant e forse il piu grande interprete del p.meunier.
Taittinger brut reserve: omaggiata gentilmente da una giovane partecipante, questa cuvee base non abbiamo ben capito quanti anni potesse avere ma contando che le fu regalata dal nonno e che già la osservava da piccola nella cantina, ipotizziamo 20/25 anni? Ad ogni modo si è comportato molto bene altroché, certo in mezzo a tali mostri ha mostrato i propri limiti, un pò di semplicità e mancanza di spessore/dettagli, ma ha retto al tempo alla grande e bevuta da sola avrebbe fatto una altra figura sicuro
Dom Ruinart bdb 1990: unica bottiglia sfortunata, tappo e saporaccio incredibile, amaro, secco, spigoloso..
Krug 1989: naso molto integro, giovane, il più chiuso, la maturità è percepita più lieve e dissimulata dal salmasto e dallo iodio, anche in bocca è potenza e velluto, verticalità e dolcezza diffusiva che si accompagna alla maturità si avvertibile ma meno che negli altri. Per me il più prospettico . Un altro krug ’89 bevuto a dicembre era più maturo ma questa bevuta da sola si sarebbe forse lasciata leggere diveramente..
Krug 1988: il mostro che asfalta eccolo qua, si è palesato con uno strano naso che attacca non limpido, “sedanoso”, ma subito si schiarisce e acquista dolcezza, larghezza, intensità, carattere, molto complesso e con una volatile a parer mio percepibile ma buona. La vera bomba è in bocca, è saturante per come cattura e come riempie il palato, lunghissimo, è un vero caterpillar, più coeso e di peso del fratello, più solare e oggi godibile in pieno, magari ancora per molto tempo. Al primo posto unanime.
Veuve Clicquot Ponsardin La Grande Dame brut 1989: quando i giochi sembravano finiti ecco arrivare quest’altra perla della vedova che ha mostrato un carattere mica da poco pur venendo dopo il titano precedente! Già al naso sprigiona e stantuffa una bella solarità matura, limpida e colloquiale, ha le noti dolci ma anche giovani ed integre che fanno ancora tanta prospettiva. La bocca è violenta quasi, ha un grip acido tale da far percepire un pò di astringenza ma allo stesso tempo “olia” gl’ingranaggi quel tanto che basta a far decollare un sorso molto convincente e tonico. E’un po’ ruvido nel complesso ma ha gioventù e cattiveria da vendere, e facendo 1+1 con il krug pari annata fa pensare al millesimo '89 forgiato di durezze e quindi proiettato ben lontano..? Una bottiglia che non ha messo tutti d’accordo per questo filo di ruvidità (e in diversi abbiamo pensato a Collard), io alla fine l’ho apprezzatro molto e preferito alla sorella ’85 forse di un soffio. Ad ogni modo davvero una grande prova di queste due La Grande Dame, nessuno ci avrebbe scommesso!
Roederer Cristal brut 1981: bottiglia tenuta malissimo (color ambra, livello basso, posa) e aperta giusto così, per insisitenza e curiosità masochistica.. un passito molto ossidativo dall’acidità viva e un po’ salato .. what else
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