Messaggioda kubik » 09 giu 2016 16:21
Una bevuta alla cieca una settimana e più fa, vado a memoria:
Marzani brut 2002, cantina Deidda: niente male questa bolla sarda, 24 mesi, da nuragus e vernaccia mi pare, personalità e carattere, tratto ossidativo intrigante, bolla molto fine e discreto grip, si beve davvero bene, senza dover pensare ad accostarlo ad altro.. A gran prezzo poi.
Arbois savagnin 2007, Domaine de la Pinte: interessante, dovrebbe essere macerativo ci ha detto chi ha portato la buta, il tratto c'è ma molto contenuto, bella freschezza, maturità contenuta, un filo di alcol e larghezza, ma torna al retronasale una sensazione di legno marcante.
Verdicchio di Matelica riserva Cambrugiano 2008, Belisario :
freschezza ed integrità notevole, gli abbiamo dato tutti 3/4 anni. Ha però una "larghezza" pronunciata, l'alcol c'è, la freschezza sembra contenuta, si rileva poco sfaccettato e un pò statico alla beva.
Vina tondonia reserva 1991, Lopez de Heredia:
giallo oro, ha note di maturità ben sottolineate per quanto il legno sia ben trasfigurato, in bocca mantiene la classica sferzata acida in una silhuette di magrezza/drittezza . Ha ancora fierezza ma non mi ha coninvolto.
Chianti classico 1989, Isole e Olena:
un pò oltre, ha gia dato, ferrico, rugginoso, lievemente fungino, si riscatta un po al sorso dove l'acidità è portante e il tannino, pienamente maturo e finissimo ma lievemente amaro, conclude il quadro. scivola via veloce ..
Barolo Broglio RIS 2006, Schiavenza:
alla cieca tutti a pensare ad una mano un pò modernista .. che cantonata, così è la cieca (ma potrebbe aver usato botti grandi nuove quell'anno..)! Il naso va comunque rassenerandosi verso origano e bellissime erbe officianli dopo un pò, in bocca è monolitico nel tannino, un pò amaro e giustamente fiero. Troppo giovane in un annata monster, imballato..
Etna rosso prefiloxera vigna don Peppino 2010, Tenuta delle Terre Nere: grande buta, inaspettatamente anche. Ha il calore e il fiato mediterraneo ma in perfetto equilibrio senza mai strafare ne soprattutto appesantire il sorso, dove mantiene quel bel contrasto e ritmo tra acidità e mineralità che invoglia e trascina. Forse un filo di legno ma inezie nel complesso. In fase di godimento.
Rouge 2003, Chateau Musar: gran bella boccia, naso anche qui maturo nel frutto e nei rimandi mediterranei ma integro, di buona complessità, colpisce in bocca dove ha una forza espressiva di succo e sali notevole senza tralasciare il centro bocca, pieno e polposo, sensualità e gran buona dinamica senza stancare. Anche questo in piena apertura