Festeggiamenti per la laurea:
Champagne Cristal 2002 – Roederer. Chiuso al naso, frutta gialla e cenni marini, poi una nitida pesca bianca, molto timido. Si riscatta in parte in bocca, pettinata, elegante e precisa, abbastanza tesa. Mi sono deciso a stappare un cristal in grande annata, l’eleganza sicuramente la fa da padrone, e ti rattristi non sia una magnum, ma gli manca qualcosa in spinta e carattere, e visto il prezzo…
Champagne grande Cuvée – Krug. Vecchia etichetta, rinvenuta con altre bottiglie degli anni ottanta… (Etichetta ottagonale con la scritta Importato da Antinori sul fronte, senza retro etichetta. Qualcuno sa dirmi il periodo esatto?) Venendo al vino: ancora bello presente e riconoscibile: ovviamente ossidazioni in primo piano, ma nobili e non eccessive, con una leggera noce e fungo, poi zenzero e curry. Bocca inizialmente un poco squilibrata, ma di struttura e lunga.
Criots-Batard-Montrachet 2001 - Louis Jadot. Bel nasocalibrato ed articolato, aperto, limoni e frutta più matura, spezie dolci, accennoa burro e note di vaniglia, leggero zenzero. Bocca di buon equlibrio e non eccessiva.
Colio tocai friulano 1995 – Schiopetto. Qui c’è stato il miracolo: colore chiaro e cristallino, ancora agrumato e limonoso al naso, caramella selz, scorza d’agrumi, ancora bello tonico in bocca, dove è verticale e vitale. Il giorno dopo spinge ancora, su note verdi di clorofilla. Se tutte le bottiglie di Schiopetto sono così devo recuperare questa mia grave lacuna. Chapeau.
Sassicaia 1989 - Tenuta San Guido. Ossidato, acquisto azzardato…
Barbaresco 1992 – Roagna. Dopo aver assaggiato i sui 2010 avevo voglia di sentire come evolve il suo tannino assassino: a quasi 25 anni dalla vendemmia ancora si fanno ben sentire, anche se ovviamente ben più piacevoli e levigati… Tabacco, ruggine, foglie secche, frutto sfumato, col tempo china e rabarbaro. Spesso belle sorprese dalla 1991 e 1992 in Langa o sbaglio? L’annata minore si fa sentire in una leggera carenza a centro bocca, ma direi trascurabile. Bella bevuta.
Barbaresco Gallina di Neive 1987 - Bruno Giacosa. Questo in teoria proveniva da una buona cantina: ossidato
anche se qual cosina ha detto.
Barolo Vigna Riunda 1983 - Aldo Canale. Anche questo è stato un acquisto azzardato, ed invece è andata bene: cenere e legna arsa, tannino che pian piano si risveglia e bella bocca piena e decisa, ancora pimpante anche il giorno successivo.
Amarone della Valpolicella 1978 – Quintarelli. Grandissimo: vivo e vegeto, stantusìffa cioccolato al latte e cacao, ciliegie sotto spirito e spezie, poi pan pepato. Sorso deciso e largo, lungo e goloso, ne avrei bevuto un secchio… Devo stappare più amarone.
Passito di Pantelleria Bukkuram Sole d’Agosto 2012 – De Bartoli. Scorza d’arancia e chinotto, agrumi, erbe amare e arancia amara, dolcezza misuratissima, col tempo leggera oliva. Molto diverso dal classico Bukkuram, le diverse note amare e la scarsa dolcezza danno un profilo piuttosto singolare, ma affascinante.