Gran bella serata ieri a Bologna, con la presenza d’eccezione di Roberto Conterno e di due suoi collaboratori. Per una volta vorrei fare i complimenti all’AIS (di Bologna), che ha saputo organizzare bene questo evento. Le quantita’ di vino servito erano adeguate (eravamo 50 e, dove non c’erano le magnum, sono state aperte 5 bottiglie per vino), ma devo dire che la differenza in termini di riuscita della serata (oltre ovviamente al livello veramente alto dei vini) l’ha fatta la presenza di Conterno, che si e’ rivelato persona davvero affabile (non credevo, avevo sentito dire di una sua certa antipatia). Tra l’altro aveva creato apposta per la serata un opuscolo e delle slide sull’azienda che ci ha illustrato. E allora vi do qualche novita’ che penso possano interessare:
- Nuovo vigneto Arione (acquistato nel 2015): 6 etti vitati (di cui 3,6 atto a nebbiolo da barolo), Conterno riferisce che verra’ pian piano tutto reimpiantato. La prima vendemmia e’ stata seguita vinificando separatamente le varie parcelle, in base alla zonazione del vigneto.
- Nuovo atomizzatore: con questo trattore-prototipo, sperimentato nel 2015, Conterno conta di ridurre ad appena 1/3 l’uso dei vari prodotti da spruzzare sul vigneto (ferormoni per la lotta integrata, rame, ecc.). In uso su tutti i terreni aziendali dal 2016.
- Nuova diraspatrice: in uso dalla vendemmia 2014, ha permesso di ridurre la presenza dei raspi in vinificazione dal precedente 15-20% ad appena l’1%. A mia precisa domanda, con cui gli chiedevo se questa cosa non rischiasse di creare vini piu’ pronti nell’immediato, ma meno longevi, lui ha risposto che a suo parere l’eliminazione dei raspi non potra’ che migliorare ulteriormente la qualita’ dei suoi vini. Ha ammesso comunque che, pur volendo continuare nel solco della tradizione di suo padre e suo nonno, il suo tentativo e’ quello di creare vini piu’ pronti nell’immediato, mantenendo comunque tutte quelle caratteristiche chimico-fisiche che permettono ai suoi vini di conservarsi bene nel tempo. Staremo a vedere.
In ogni caso, l’impressione generale e’ stata quella di un vero artigiano del vino, che segue maniacalmente tutte le fasi di produzione, tra cui in particolare:
- la tappatura, con tappi scelti e scartati da una macchina presente in azienda, trattati direttamente in azienda e, soprattutto, con un controllo preventivo dei tappi affetti da TCA: Conterno sostiene che con quest’ultima fase di controllo (di cui non ha voluto svelare i particolari) ha ridotto l’incidenza dei tappi difettosi tra lo 0 e l’1%. Desse una telefonatina a Mascarello…
- l’imbottigliamento, con una nuova linea studiata apposta per lui ed entrata in funzione nel 2015, che gli consente di imbottigliare anche i formati da 3 litri in linea (unica al mondo, dice lui), garantendo un controllo perfetto del ciclo di imbottigliamento.
“Onesta’ e qualita’” sono le parole che ha ripetuto piu’ volte durante la serata.
Ma veniamo ai vini.
Barbera d’Alba Francia 2013: rubino con riflessi violacei. Grafite e fiori al primo naso, poi frutta e liquirizia e un non so che di terroso, nel complesso molto affascinante; bocca fine, minerale e sapida, ritmata e di freschezza infiltrante, molto lunga. Grande prospettiva. 90+/100
Barbera d’Alba Cerretta 2013: colore pressoche’ identico al precedente. Il naso e’ dominato da un frutto molto nitido (amarena), poi escono un leggero balsamico, cannella e rabarbaro. Bocca piu’ grassa della precedente, anche piu’ tannica, dove il frutto la fa da padrone, nel complesso meno articolata della precedente, ma comunque lunga e piacevole. 87/100
Barbera d’Alba Cascina Francia 2004 (da magnum): colore rubino ancora molto vivo. Al naso il vino e’ decisamente terziarizzato: china, rabarbaro, fichi secchi, un bellissimo pot-pourri di fiori, frutto rosso in secondo piano (o forse anche terzo); in bocca sembra quasi la sintesi (evoluta) dei due vini precedenti: piena, potentissima, ma al contempo profondissima, molto sapida, chiude su eleganti note di cannella e tamarindo. Grande bocca, ma forse un naso un po’ troppo evoluto per i miei gusti (l’avevo bevuta con grande soddisfazione qualche anno fa e mi era parsa ancor meglio). 92/100
Barolo Francia 2010 (da magnum): granato con unghia aranciata, al naso parte decisamente in sordina su note polverose e di cioccolato, poi escono il balsamico, le erbe amare e un leggero vegetale. Dopo circa mezz’ora nel bicchiere pare letteralmente sbocciare e si fa ammirare per un frutto dolce tutt’altro che stucchevole. Bocca di estrazione tannica finissima (quasi troppo, verrebbe da dire, data la gioventu’), longilineo e austero, con finale di rabarbaro. Ma quando si apre, ecco distendersi su un finale speziato dolce e balsamico. In divenire. 92+/100
Barolo Cerretta 2010 (da magnum, anche perche’ le 0,75 non le ha prodotte): tanto era apparso austero il Francia, tanto appare disteso il Cerretta (il preferito di Conterno per quest’annata). Di colore simile al precedente, profuma di mora di rovo e spezie dolci (vaniglia e cannella), poi litchi, tamarindo e sbuffi minerali. Bocca veramente bella, piena ma di grande contrasto tannico/sapido, fresca e agrumata. Da bersi ora senza troppe paturnie. Solare. 92/100
Barolo Cascina Francia 2001: sfodera lentamente ma progressivamente tutto l’armamentario di una grande nebbiolo d’evoluzione: caramella al rabarbaro, china, tabacco e rosa, spezie dolci e un affascinate tocco balsamico; bocca di un’eleganza estrema, i tannini sono risolti, di freschezza succosa, davvero lungo. E’ giunto a maturita’, ma chissa’ per quanto tempo ancora potra’ regalare emozioni. 94/100
Barolo Ris. Monfortino 1996: di una bellezza abbacinante. Paradigmatico nel profilo olfattivo (almeno per chi l’ha assaggiato piu’ di una volta): tabacco dolce da pipa, rosa appassita, ciliegia sotto spirito, buccia di mandarino e uno sbuffo di erbe aromatiche; bocca di articolazione e profondita’ veramente impressionanti, difficili persino da descrivere. E’ pronto, ma non ancora maturo. Luminoso. 96++/100