Bruciato ha scritto:secondo me il problema principale è il rapporto qualità prezzo.
per quanto i vini d'ingresso siano piacevoli (a chi piacciono) ed economici
i vini di fascia alta sono davvero costosi.
Quintodecimo piace molto anche a me ma a quei prezzi in langa mi si apre un mondo e se dovessi paragonare un barolo da 50\60 euro e un rosso di Quintodecimo.. mi dispiace ma la mia scelta finisce in Piemonte.
Quintodecimo è quasi un discorso a parte..per quel poco che ho assaggiato io di questa denominazione, devo dire che al massimo mi sono ritrovato a spendere (eccezion fatta per il sopracitato), una cifra che va dai 35 ai 40 euro..bevuto di recente un vigna cinque querce di molettieri del 2004, pagato 34 euro, e assolutamente strepitoso..diversissimo dai vini di langa, a mio parere non in senso negativo (e intendiamoci, neanche in senso positivo)..semplicemente diverso, con altre caratteristiche ma ugualmente affascinante..
Per quanta riguarda la tenuta nel tempo se possibile le frecce al mio arco sono ancora di meno..ho assaggiato solo una 98 e una 99 di radici riserva (la 99 ancora freschissima) e una 2000 non riserva (tannino di un giovincello), ma credo che la incredibile longevità del taurasi sia un fatto pacifico..(sul radici poi ci sarebbe un altro capitolo da scrivere..quanti vini si trovano, anche in termini di reperibilità, di questa longevità/prezzo/complessità?)
Se poi ne facciamo una questione di fascino legato alla storia, l'aglianico (ellenico) è un vitigno risalente alla visitina dei greci di migliaia di anni addietro, (discorso analogo per il Montepulciano, portato mi sembra dai fenici, ma qui forse dico una cazzata, non mi ricordo
)
Certamente la viticoltura e la produzione di vino non sono sinonimi, ma è altrettanto innegabile la vocazione di questi terreni alla causa..
Circoscrivo la domanda quindi a questa tipologia..il tutto si riduce banalmente a un mix di gusti personali, moda enologica, "bere in langa fa Figo, oh è patrimonio dell'unesco"?