AedesLaterani2012 ha scritto:gbaenergiaeco10 ha scritto:AedesLaterani2012 ha scritto:gbaenergiaeco10 ha scritto:trebbiano Valentini 2012
Prima volta che testavo il Valentini..onestamente sono rimasto un po' deluso..caffè tostato (quasi bruciacchiato) che dominava sugli altri profumi..deboli sentori di zafferano e burro..al palato nulla da dire..acidità e alcol in simbiosi, un finale fresco che rievoca timo e camomilla..peccato per quelle tostature troppo invadenti..
Domanda: il tappo mi è sembrato eccessivamente umido..che mi sia capitata la bottiglia sbagliata? O si tratta di una prerogativa dei vini di Valentini, quella di emozionare imprevedibilmente nel bene e nel male?
Bella domanda; certo, non so quanto fosse imbibito quel sughero, ma per "eccessivamente" non avrei termini di paragone, se non riferendomi ad annate vintage. Tra l'altro parliamo di sugheri 'ad espansione', se hai notato, con pochi mesi di vita sulle spalle... Boh, bottiglia non a posto?
Se comparo queste note alle mie di gennaio (?), (sembrerebbe che) abbiamo bevuto due vini diversi (non è un giudizio di valore il mio, intendiamoci! ): il tuo appare decisamente più evoluto con profumi terziari in evidenza (addirittura il sentore di goudron che ricorda le sfumature di "bruciacchiato", per l'appunto); invece l'odore di tostatura "invadente" che ricorda il caffè, fra le note iniziali, mi fa venire in mente la tostatura del legno grande e la trasformazione del furfurale in fase fermentativa. Il "debole sentore" di burro rimanda al diacetile, presente in grandi concentrazioni durante la fermentazione malolattica, e ci sta tutto; le note lattiche solitamente svaniscono dopo pochi secondi con l'ossigenazione. Penserei che la bottiglia non l'hai aperta molto prima della mescita... Ricordi il lotto in etichetta? Sarebbe interessante per risalire all'essenza (e all'epoca) della botte...
Ho aperto la bottiglia un'oretta abbondante prima e lo scolmata nel calice..anche dopo due ore emmezzo gli ultimi bicchieri avevano le stesse caratterestiche..sull'etichetta in basso a destra è riportata la seguente dicitura:
L 6.12
Riflettendo sul discorso "tostatura evidente (più che invadente!)", bisogna riconoscere che il legno grande ha già ceduto tutto quello che doveva cedere, poiché anche le "botti nuove" sono di fine '800. Concluderei che le note tostate sono una caratteristica del vitigno, dovuta alla degradazione (macerazione) pellicolare del trebbiano abruzzese. Per i fondi di caffè ed altri aromi terziari (nella 2012, intendo!) riferibili alla potio arabica, attenderei qualche anno ancora!
Allora attenderò, intanto mille grazie per l'interessantissima didattica!