Messaggioda M. de Hades » 05 feb 2016 10:16
Mi chiedo, però, se abbia senso e, se ce l'ha, quale senso abbia continuare a sparare ad alzo zero sul Pinot Nero italico o, più in generale, su tutto il Pinot Noir che non sia di Borgogna.
Per carità, i gusti sono gusti, sono legittimi, vanno rispettati e li rispetto, però a volte pare un accanito preconcetto (e non mi riferisco in particolare al commento di paperofranco).
Forse la cosa andrebbe analizzata da altri punti di vista.
In novembre, alla presentazione della Riserva Vigna Ganger di Girlan, la Lauro prese la parola per fare i complimenti a Gerhard Kofler perché, nella degustazione orizzontale con altri nove Pinot Noir provenienti da diverse aree del mondo, il suo vino "aveva preso schiaffi" solo da un Grand Cru e da un Premier Cru di Borgogna.
A chiarirle le cose ci ha provato il successivo, come sempre "colorito", intervento di Giorgio Grai che, dopo essersi schernito nel sentir parlare di "vini che hanno preso schiaffi da altri" in un simile contesto, ha cercato di spiegare tra le righe a lei e alla platea come ciascuno di quei vini tentasse di esprimere l'eccellenza di un territorio e di una tradizione viticola uniche e particolari, per cui occorreva apprezzarne le diversità, comprenderle, indagarle, ma senza farne una disfida di Barletta (o di burletta).
Pare, però, che il concetto non sia passato, tant'è che pochi giorni dopo, in un articolo su Intravino, la Lauro riproponeva imperterrita la sua visione delle cose.