yotamoteuchi ha scritto:Val delle Corti 2012
Al naso più complesso che in bocca. Prima more, ma poco. Tanto mirtillo. Poi un accenno di pomodoro e poi olive.
Dopo un po' non ci sento niente di particolare se non il classico odore del sangiovese.
In bocca molto setoso. Scende facile. Tannini dolci e arrotondati.
L'intensità del profumo è un marchio di fabbrica di Val delle Corti, e in generale sia di Radda alta, sia dei Chianti Classico di altura. Una componente importante del profumo, se non la principale, è di marca floreale: rosa / viola / iris secondo i gusti e le memorie olfattive. Poi ci sono i piccoli frutti, di solito più rossi che neri o comunque sia rossi sia neri, comunque a forte carica aromatica. Qualche spezia di solito entra a far parte del quadro, come dici giustamente complesso, così come qualche nota balsamica (menta) e minerale (mi capita di ritrovarci lo iodio). Pomodoro e olive di solito no, ma è possibile che il calore mediterraneo dell'estate 2012 sia risalito fin lassù (oltre che la singola bottiglia e il singolo assaggio possono sempre riservare qualche nota inattesa).
Nel sapore l'acidità, sia pure garbata, è la struttura portante. "Setoso" rende bene l'idea del connubio tra questa acidità composta, la dolcezza del frutto maturo al punto giusto finemente speziata dal contatto col legno, il ritorno aromatico di marca floreale, l'alcol ben fuso e i tannini come dici. La quota salina è più o meno importante a seconda delle annate, ma non manca mai, anche se non tutti la colgono o almeno la isolano.
Grande bevibilità, che è un valore importante e tendenzialmente raro, soprattutto nelle annate calde. La rivista italo-svizzera Merum in questi casi usa un marcatore particolare che affianca al giudizio sul vino, cioè l'acronimo JLF (dal tedesco per "più è vuota la bottiglia[, migliore è il vino"]), ma anche il tuo SF può andare...