landmax ha scritto:L’altra sera al Divinis a Bologna, verticale del
Volnay 1er cru Les Taillepieds del Domaine De Montille.
Confesso di essere rimasto letteralmente folgorato da questo vino (serbo ancora l’emozione del primo sorso di 2005, e del 2012).
Se dovessi trarre le somme dalla serata, direi che si tratta di un cru che esprime vini giocati tutti in finezza, dai tannini setosi e quasi impalpabili, di ottima freschezza e con una evidente sapidità gessosa sul finale di bocca (quasi il timbro di fabbrica del vino). Non mi pare un vino estremamente longevo, ma penso che ciò sia legato più che altro alla scelta di Étienne De Montille di creare vini più approcciabili in gioventù (a differenza del padre Hubert).
2005: rubino insospettabilmente scuro, parte subito intenso nei profumi su note elegantemente boisè, di nocciolina americana e crosta di pane; lentamente si apre e articola, l’iniziale intensità diminuisce per far spazio a un frutto croccante (visciola) e a una leggera speziatura di noce moscata, poi terroso ed ancora balsamico (alloro e eucalipto); il sorso è apparentemente leggero ma profondissimo, solcato da una lieve speziatura resinosa, di un equilibrio pazzesco tra grande freschezza, un tannino setoso e questa sapidità gessosa che non ti lascia mai, per un finale profondo (tra l’altro) di china e rabarbaro. Come direbbe il Papero, “la Borgogna che amo”. 95/100 (da bere ora)
2006: purtroppo già scollinato, peggiora stando nel bicchiere (l’unico che non ho terminato). Neanche il lontano parente del precedente. 82/100 (ai limiti del non giudicabile).
2007: colore scarico, naso decisamente sussurrato (per non dire muto). La bocca gioca tutta in sottrazione, gli manca un po’ di materia, ma non perde nulla in freschezza, finezza tannica e sapidità. Costasse meno, sarebbe il mio vino quotidiano. 88/100 (da bere ora)
2009: il più atipico di tutta la serie, sicuramente in fase di chiusura, come si comprende già dai profumi, che stentano ad aprirsi; in bocca è potente, caldo nell’alcol, comunque abbastanza fresco, sapido e speziato, finale dapprima leggermente amaricante (da tostatura), poi col tempo esce una bella amarena sotto spirito. 89+/100 (da attendere almeno 2-3 anni)
2011: naso un po’ ridotto (qualche puzzetta aleggia qua e là), anche questo stenta ad aprirsi; in compenso bella bocca, piena e fruttata, fresca, sapida e leggermente speziata, solo il tannino è leggermente secco. Si farà. 89+/100 (da attendere un paio d’anni almeno)
2012: qui invece il naso è molto ridotto: polvere da sparo e zolfo non abbandonano mai il bicchiere, anche se, lentamente, il naso si articola su un bel frutto croccante e su una balsamicità di alloro; bocca di sfrontata gioventù e trascinante energia, tutto è in perfetto equilibrio, quasi una replica del 2005, finale balsamico e di liquirizia. 91+/100 (oggi, penalizzato da un naso ancora in fase di assestamento, ma vista l'evoluzione degli altri ritengo sia un problema destinato a riassorbirsi negli anni; da bere nel 2022)
Sono più scansafatiche di te e allora ne approfitto per aggiungere solo qualche mia nota alle tue che condivido quasi totalmente.
Va detto, prima di tutto, che abbiamo commesso almeno 3 infanticidi, per i quali hanno pagato dazio soprattutto i due più recenti. Perché, detto francamente, il 2012 aveva un naso sgarbatino, che ha smorzato la sua infernale nota sulfurea solo dopo un bel pezzo, e il 2011 presentava lo stesso problema in forma molto più limitata, ma comunque ben percepibile. E allora per entrambi ci è toccato un esercizio di previsione (a mio parere abbastanza facile, visto il "talento" evidente soprattutto del 2012). Il 2009, invece, potrebbe regalare qualche soddisfazione un po' più a breve termine (intendo un paio d'anni...), anche se non credo che potrà raggiungere mai vette altissime.
Sul 2006, invece, credo proprio che ci siano capitate due bottiglie iellate (e infatti per entrambe ci sono stati problemi durante la stappatura). Per curiosità, sono andato a cercare qualche recensione sullo stesso vino (anche perché non potevo credere che fosse già scollinato dopo solo 9 anni!): ho trovato ottime valutazioni, con previsioni di vita fino al 2025. Ed effettivamente hanno più senso del disastro capitato nel nostro bicchiere.
Infine, poche parole per il 2005. Uno di quei vini che sono magici dal primo secondo in cui li versi e che regalano emozioni a non finire per ore, nel bicchiere. Ed è anche uno di quei vini che ti riconciliano ampiamente da qualche (mezza) delusione che talvolta capita con i vini della Cote d'Or.