Messaggioda Ludi » 09 nov 2015 12:33
Castello dei Rampolla, Chianti Classico Riserva 1997: inizialmente quasi commovente nella splendida terziarizzazione speziata, dopo un'oretta nel bicchiere diviene tenue, quasi impalpabile. Si scioglie come un castello di sabbia.
Gravello 2005: decisamente ben fatto, con la componente di CS in evidenza rispetto al Gaglioppo, ma anche con una sua territorialità ben definita.
Coulee de Serrant 1997: versione atipica, con residuo zuccherino e molta ossidazione, poca freschezza ma una sapidità estrema di acciuga. Non il miglior Joly.
A. Jaume, Lirac Clos de Sixte 2007: la potenza dell'annata, a volte eccessiva, è giocata benissimo. Non che il vino sia sottile, certo, ma ha eleganza e complessità da vendere. Piaciuto.
Guffens-Heynen, Macon Pierreclos La Chavigne 2009: alla cieca avrei pensato ad uno Chablis, tanto è prevalente la componente acida, limonosa. Non c'è ostrica, c'è miele e pietra focaia, ma il vino non convince appieno.
Bodegas El Nido, Clio 2008: mamma mia quanta roba! Vino estremamente parkeriano, con 15.5 di alcol, tannino abbondante e morbidone, frutta da sbucciare e da mettere in una ciotola come macedonia. Detto questo, dopo un po' le componenti più sfacciate si puliscono, ed emerge un vino inaspettatamente godibile, anche se non per enogay. Per quanto mi riguarda, Vina Tondonia tutta la vita....