Voglio però rammendare le fila dei due post che ho scritto più sopra, perché nonostante tutto sono un difensore del prodotto nostrano.
La possibile preferenza per i cugini rispetto ai nostri, a parità di costo, deriva da due elementi (che non sempre sono compresenti): il riscaldamento globale, che ha aumentato la possibilità per molte zone vinicole francesi di arrivare alla maturazione ottimale per un numero ragionevole di annate (rispetto anche solo a trenta anni fa) e contemporaneamente ha creato qualche problema qui; e la maggiore esperienza nella vinificazione di qualità che indubitabilmente è presente oltralpe.
Riguardo al secondo punto, per me la maggioranza delle nostre aziende ha un'esperienza ancora troppo breve per essere in grado di gestire con buona sicurezza ogni diversa annata, dando la maggiore costanza possibile al prodotto senza per questo perdere il contatto con l'annata.
E il discorso va fatto non sui vertici qualitativi, perché è ovvio dalle bicchierate a tema che quando si affronta Champagne, Bordeaux, Borgogna, Rodano, Langa, Montalcino/Supertuscans si parla del meglio dell'enologia mondiale con poche eccezioni. Uscendo da queste zone la competizione si fa più livellata anche per i due argomenti che ho esposto sopra.
Un esempio si può fare confrontando Loira e Friuli: ambedue le zone presentano alcune punte di scintillante fulgore, ma anche una qualità media di prodotto che si colloca più in basso rispetto a quella dei binomi terroir/vitigno più vocati. Potranno raggiungere o recuperare quei vertici, ma solo lavorando intensamente.
Ed in questa situazione, per le zone di "seconda fascia", la maggiore esperienza / minore inseguimento dei gusti del mercato al momento vede, per me, favoriti i francesi.
Ma vorrei vedere l'areale del Fiano di Avellino con cinquant'anni di esperienza di vinificazione di qualità alle spalle...il potenziale è elevatissimo
