Un grazie di cuore ad Ivo, da un po' mancavo a Brisighella e tornarci è stato amore a prima vista ...
Sempre piacevole rivedere i vecchi forumisti con i quali si sono fatte grandi bevute, e sempre piacevole riassaporare i piatti locali, credo di essermi cosi ingozzato di crescentine fritte che ero già pieno all'antipasto !!! Il resto tutto ottimo, funghi e cacciagione selezionati dai goderecci commensali che non vogliono mai farsi mancare nulla.
Veniamo ai vini va, visto che si è stappato giusto qualcosina ...
Jacquesson 736 ... una cuvee che è sempre una garanzia, peccato sia troppo ma troppo giovane ad oggi. Apprezzo sempre la grande pulizia di stile di Jacquesson, questo naso agrumato e citrino mai inficiato da subdoli lieviti, questa katana in bocca di acidità che trafigge. Pecca lievemente di complessità e larghezza ma da un "base" cosa chiedere di più !
La Grande Dame 1995 ... bottiglia numero due più performante della prima, sicuramente dovuto ad una migliore tenuta del tappo. Naso complesso, note di pasticceria, pan brioche e agrume maturo, qualche sbuffo di maturità ossidativa. In bocca è ancora molto duro, annata nordica e aspra, che lo rende molto fresco e minerale. Ciò nonostante ha una gran materia sotto, non eccessivamente definita ma che lo rende complesso e dalla beva appagante.
Sassicaia 2009 ... Che bon !!!
Il Sassicaia ha le sue annate fortunate e questa è sicuramente una !!! Naso chiuso all'inizio, con i suoi soliti sentori di gioventù, talco, cipria e yogurt ... ma li sentivo vivi, pronti a cambiare, sembrava che il bicchiere dicesse "aspetta che arriva il bello". Infatti si è completamente ripulito e ha tirato fuori un bel naso fruttato da ribes condito con note iodate e di macchia mediterranea. In bocca è elegantissimo, materia presente vestita di seta, elegante, succoso, acidità vibrante e tannini fitti di ottima fattura, finale lungo e dolce. E' giovane per carità, ma poiché la grandezza di un vino si vede da subito, questo fra 10-15 anni ci darà grandi soddisfazioni. Sul podio !!!
Château Pichon Baron 1990 ... Ecco la quintessenza di Bordeaux ... di secondo livello ...

Naso sparato sul vegetale, col suo bel peperone verde in prima linea, condito col passare del tempo da note di tabacco e cuoio. Un vino in piena beva, stilisticamente molto elegante, non si concede ad eccessi né di larghezza né di profondità, mantiene un'ottima coerenza e soprattutto un grandissimo equilibrio. Si fa apprezzare per la sua decisa nota territoriale che lo rende inconfondibile, ma gli manca quel quid ... quel di più ... non mi ha fatto scattare la scintilla.
Château Palmer 1996 ... Ecco invece un Bordeaux di primo livello, che dovrebbe gareggiare con i grandi campioni ! Tanto vegetale il Pichon, tanto raffinato e regale il Palmer al naso. E' giovanissimo, il naso è molto ingessato e in chiusura, andrebbe aspettato minimo altri 10-15 anni prima di essere stappato. Si avvertono note di talco e cipria, una leggera vaniglia da legno e timido fruttino rosso che ogni tanto se ne esce fuori. In bocca ti fa capire di essere di un altro passo, materia ce n'è tanta, forse ancora imbrigliata e poco distesa. Il tutto in equilibrio con una controparte acido/minerale che sorregge e non disturba, rinfresca, completa. Beva leggerissima ma con un peso specifico da grande campione. Finale dolce e succoso. Questo è il Bordeaux che mi piace !
Clos de Papes 2006 ... Questo invece è il Rodano che non mi piace ...

Al naso parte bene, molto sensuale ma poco Rodanesco, forse la barrique ha coperto tutto. E' poco mobile, rimane nelle sue note scure di frutto rosso poco definite, vanigliate anzi carbonizzate dal legno. Prosegue al sorso, dichiarandosi di una materia poco definita, opulenta, non pecca di acidità ma non ha equilibrio né vibrazioni di estrema piacevolezza. L'ho trovato particolarmente monolitico, senza spunti di riflessione. Non promosso e ultimo della batteria
Valentini Montepulciano 1987 ... Il naso più cangiante e mobile della giornata, partito molto fresco e purtroppo sedutosi verso la fine. Affascinante per intensità, vira costantemente tra il balsamico e lo iodio, il cuoio e il pellame, il chinotto, il rabarbaro e la radice, per poi lasciarsi andare in sentori più acetici. Al sorso però dimostra di chi è la mano, un sorso leggero ma con tanta materia, un grande equilibrio tra le parti, cesellato alla perfezione senza sbavature di sorta. Ennesima chiusura del cerchio di una materia succosa e fruttata, contornata da una freschezza e una mineralità ben integrate, per un finale lungo e dolce che lo rende vibrante. Non sarà un naso da campione, come ha già detto Marco, ma che sorso e che beva !!! Di diritto nel podio
Monfortino 2002 ... Ed ecco che, tanto per cambiare, quando te lo ritrovi nel bicchiere tutti gli altri cedono il passo ... non sempre ovviamente ma questa volta se lo merita il primo posto
Sicuramente giovane per esprimersi al meglio, al naso non è certo un mostro di complessità, però la sua definizione olfattiva è sempre di altissimo livello. Si fanno sentire l'anguria e le note agrumate, vira poi verso il ferroso e l'ematico. In bocca è la quintessenza dell'eleganza, quello che personalmente vorrei sempre trovare in un vino, sorso vellutato ma subito dopo tanta materia che lo rende esplosivo. E' vero, la 2002 è un'ottima riuscita per Monfortino, ma quello che lo rende grande è la capacità di imbrigliare le caratteristiche dell'annata, che in questo caso, fredda e piovosa, lo trasforma in un vino molto nordico ma che comunque ha tanto da dire. La materia non avrà il calore di tante altre annate, o la larghezza e profondità di altre, ma nella sua essenza non poteva riuscire meglio. Grande materia viva in grado di rendere vibrante la beva, un'acidità ben presente ma integrata, mai spigolosa e in armonia, una mineralità sassosa che lo completa. Finale ... come può essere se non lungo, succoso e dolce ? Aspettiamolo, darà risultati migliori col tempo, ma se lo stappate, tenete lontano la bottiglia perché la beva è compulsiva
Château Rieussec 1976 ... Degna chiusura di una splendida giornata, con questo Sauternes da grande annata vintage ! Color mogano (poi ci torniamo ...), il naso è tutto sparato sul mallo di noce, una leggera albicocca disidratata e qualche sbuffo di zafferano. Anche qui la quintessenza della leggiadria, al sorso è leggero ma una bella materia con tanto peso specifico te ne fanno apprezzare la potenza. Ancora vivissimo, condito da una bella acidità rinfrescante, chiude dolce ma non stucchevole. Gradito molto ... visto che era poi un 76 ...
Vin Santo Diletti 1914 ... Anche questa volta Ivo ci delizia con il solito capolavoro di famiglia, già bevuto diverse volte ma sempre impressionante. Di un color paglierino carico e brillante, al naso è trionfo di sentori, incenso su tutti, ma anche cera d'api e scorza di limone. In bocca vivo ma questo 1914 è particolarmente glicerico e poco acido, vivo ma leggermente molle, diverso da altri bevuti che guizzavano per un'ancora marcata acidità.
Ora però un dubbio mi attanaglierà per parecchio tempo, dopo aver avuto sia il Rieussec che il Vin Santo nel bicchiere vicini ... Premesso che nel 1914 la solforosa a Brisighella non esisteva, ma come azzzzz fa ad essere un vino del 1914 ad essere ancora di un paglierino intenso e brillante e invece un Rieussec, che fa vino da secoli, e solforato al limite dell'emicrania, essere di un bel mogano ???
I misteri della terra a Brisighella ...