Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

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tisana
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda tisana » 04 set 2015 11:09

landmax ha scritto:
Alberto ha scritto:
landmax ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Più sotto metterei... i macerati dove il cammino della padronanza della tecnica invece è appena iniziato (Gravner, Vitovska e Malvasia di Skerk, Malvasia di Podversic e Vitovska di Zidarich).


A me non pare corretta la tua osservazione, i vini e i produttori che hai citato - sostituendo la Vitovska di Zidarich con quella di Vodopivec, decisamente superiore - sono già oggi eccellenti. Se poi non ti garba sentire qualche asperità tannica puoi aspettare qualche anno a berli, ma non mi pare esatto sostenere che non ci sia una piena padronanza tecnica in questi produttori. A me pare invece che quello stile sia voluto e ricercato.

Ormai la critica contemporanea, peraltro, tende a isolare gli orange wines come una specie a parte.
Che comunque non sia più o meno costantemente o diffusamente, o per "scatti", in atto un evoluzione generale di detta specie non mi trova d'accordo...credo che non sia sbagliato dire che la padronanza della tecnica effettivamente è in fieri, in qualche modo.


Ed infatti io non ho parlato in generale della categoria degli "orange wine", ma solo di quei produttori e vini citati da Zampaflex, che a mio parere hanno raggiunto un livello e costanza qualitativi superiori. Che poi anche quei produttori abbiano ancora margini di evoluzione e ulteriore miglioramento lo spero vivamente, ma per me è difficile sostenere che Gravner, Vodopivec, Podversic, ecc. debbano essere penalizzati per una ancora non raggiunta "padronanza tecnica". Piuttosto, come sostieni correttamente, mettiamoli in una categoria a se stante.


Io invece non li metterei in una categoria a se stante ma li includerei proprio nella stessa, seppure magari su un ipotetico podio nella stessa categoria. E' da mo' che ci penso e sono proprio d'accordo con Zampa, e' una categoria che ancora deve affinare la tecnica. Penso proprio al fatto che i produttori ancora debbano capire esattamente cosa succede durante la piu' o meno lunga macerazione, sperimentare sui tempi e le diverse combinazioni (pre e post macerazione e produzione), e capire dove sono non solo i margini di miglioramento ma proprio il nucleo centrale di questi vini. Lo stesso Gravner, citato come maestro, e' uno in continuo divenire, e noti delle differenze pazzesche dalle bottiglie attuali rispetto a bottiglie meno recenti (sottolineo meno recenti, non sto parlando delle vecchie uscite che si sa sono un mondo a parte per la tecnica stessa, per la filosofia, per l'attrezzatura utilizzata).
E comunque grazie ragazzi, questa piccola discussione mi sta dando un sacco di roba su cui pensare e lavorare :)

PS OT: zampolotto, ci sei lunedi'?
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda bpdino » 04 set 2015 11:29

zampaflex ha scritto:
alì65 ha scritto:ma vale anche anni 90? no perchè Vie de Romans e Gravner di quegli anni direi siano imbattibili.....anche Salvarenza 88, La Rocca 90 e 96...

Personalmente preferirei parlare dei vini reperibili, altrimenti, ahinoi, scriviamo un libro dei sogni...


Infatti, altrimenti potrei citare ESEDRA 1997-1998 8)
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda kubik » 04 set 2015 11:50

Mi sento di dirvi de La Scolca il Gavi d'Antan,
bevuto più annate (ultima una '99 notevole ed integerrima).
E' pochissimo frequentato sul forum d'altronde..
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda chris715 » 04 set 2015 14:52

mia personalissima classifica :

Pinot bianco ris.Terlano 1996
Sauvignon Sct. Valentin ( tutte le annate ) anzi meglio le vecchie quando l'alcool era ancora sotto controllo ..
I Clivi Brazan / 140 ris. 2001 ( 100/100 )
Pietra Marina Benanti ( vecchie annate )
Trebbiano Valentini
MunJebel bianco etna cornelissen
Ciao ,
Chris .
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda Alberto » 04 set 2015 15:06

chris715 ha scritto:I Clivi Brazan / 140 ris. 2001 ( 100/100 )

:D :wink:
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda alì65 » 04 set 2015 18:33

classifica molto variegata; per fortuna dei produttori piace di tutto...

dei reperibili mi piace molto Capellini in tutta la gamma ma quello che acquisto regolarmente è il 5Terre e il vino di buccia quando lo trovo, sciacchetrà sempre ottimo ma i prezzi sono più importanti
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda il chiaro » 05 set 2015 15:56

tra l'altro è vero che Zidarich fa macerazioni, ma chiamare orange wines i suoi vini non mi sembra corretto visto che nel bicchiere sono decisamenti di color oro intenso e carico, ma ben lungi dall'essere simili ai vini di podversic (che amo) o di Radikon etc etc.

Metterei tra i bianchi in fascia di prezzo easy pure il costamarina di ottaviano lambruschi, sempre che sia accettabile rendere omaggio a vini leggeri e dalla beva trascinante.

Costa del Vento di Walter Massa per me imprescindibile da una lista dei top ten migliori
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda Wineduck » 05 set 2015 16:00

Non ho letto tutto il thread ma spero abbiate inserito il Pietramarina di Benanti e il Terre Alte degli anni 80-90 (vini superlativi, assoluti)
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda AedesLaterani2012 » 05 set 2015 17:02

Wineduck ha scritto:Non ho letto tutto il thread ma spero abbiate inserito il Pietramarina di Benanti e il Terre Alte degli anni 80-90 (vini superlativi, assoluti)


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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda Chicco76 » 06 set 2015 05:05

alì65 ha scritto:ma vale anche anni 90? no perchè Vie de Romans e Gravner di quegli anni direi siano imbattibili.....anche Salvarenza 88, La Rocca 90 e 96...


Mi è venuta voglia di scrivere qualcosa, dopo l'innocente "stuzzicata" di Claudio ... :mrgreen:

Io direi che bisogna chiedersi, partendo dalla domanda iniziale:

"Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani
...per costanza di qualità nelle annate o sfolgorante recente emergenza...
e magari segnalando le annate per voi migliori."

Se veramente esiste una costanza di qualità del vino bianco in Italia ... Perché a me il dubbio resta tutt'oggi ...

Anzi se parliamo di costanza io ho un solo nome da fare che è Valentini ... Dal 77 al 11 le annate che non mi sono piaciute, escludendo quelle che non ho avuto la fortuna di bere, sono state veramente poche e, solo per lui, mi sento di dire che esiste una continuità qualitativa, affermazione suffragata dal fatto che lì hanno le idee chiare su quello che vogliono ottenere.

Non posso dire che a Terlano non sanno quello che vogliono fare e che Terlano non è un produttore dalla costanza qualitativa, dal 59 al 96 anche loro hanno sfornato dei piccoli capolavori ma purtroppo ho bevuto troppe poche vecchie annate per poterli inquadrare come meritano, mia lacuna personale. Alcune bottiglie poi sono certamente tra le più grandi bevute nel mondo dei bianchi (Francia compresa)

A parte questi due produttori sinceramente, parlare di costanza qualitativa è un miraggio a mio modo di vedere le cose. In Italia siamo stati bravissimi a dimostrare che i nostri vitigni autoctoni, se trattati col rispetto che meritano, e vinificati con i guanti di velluto secondo l'idea di un vino "vivo", sono in grado di sfidare il tempo tanto quanto, se non più, i grandi blasonati Chardonnay Francesi, che, affetti da premox, mi fanno sempre strizzare il culo a lasciarli in cantina più di tre-quattro anni e quindi non li invecchio mai come vorrei.

Ergo, io parlo di meteore ...

Quelle di fascia A
Gravner, nel suo periodo "francesista barriquone" dall'88 al 92 ha sfornato qualche capolavoro, poi ha fatto tanti esperimenti. Io lo rispetto e lo amo in ogni suo periodo e lo stimo perché sa quello che vuole fare, ha le idee chiare, ma capisco che può non piacere a tutti nei suoi ultimi stili. Resta fondamentalmente uno dei più grandi Vignaioli mondiali. Chi ricorda lo Chardonnay ris. 91 ? Quando si becca la bottiglia in forma siamo vicini alla Divina Collina, piani molto alti ...
Radikon fino all'inizio delle macerazioni qualche capolavoro l'ha fatto, con una particolare predilezione per il Pinot Grigio. Un 85 è stata una delle bottiglie di bianco della vita !
Felluga col suo Terre Alte ha infilato un filotto tra l'89 e il 92 da paura (il 92 poi, è un vino da manicomio ... ), se pensate che il Terre Alte di adesso sia paragonabile a quello di un tempo ... pronto a smentire tutti col cavatappi in mano !
Castelluccio quando era di Baldi, dall'81 al 90 ha creato uno dei più grandi bianchi italiani, ancora oggi in forma smagliante, da basi sauvignon e semillon ... poi dal 91 è andato tutto a puttane.
Fiorano dagli anni 70 agli anni 90 ha dimostrato che la malvasia bianca puntinata e il semillon potevano creare grandi capolavori, forse qualcuno ricorda il 71, il 77, l'85 e l'89 ... Però un'azienda troppo controversa e paradigmatica, anche qui dai primi anni 90 è andato tutto a puttane.

Poi la Fascia B, strettamente di vini autoctoni italiani
Gini e Pieropan hanno dimostrato che la garganega ha tutto il potenziale di essere un grande vino, Claudio ricordava giustamente gli 88 ma anche i 92 e i 96 assolutamente fantastici.
Villa Bucci ... i vini di fine anni 80 e primi anni 90, il solito quinquennio 88-92, sono capolavori tutt'oggi,
Mi hanno parlato, ma mai bevuto, di una grande longevità per i vecchi Fiano di Viadaperti, ma non stento a credere che sia un vitigno dal grande potenziale, il banale Ciro Picariello col suo base necessità di 3-4 anni per diventare leggermente potabile. Dico con grande fermezza che Vigna della Congregazione ha il potenziale per diventare un grande vino in grado di sfidare il tempo, se lo creassero un po' più affilato ne vedremo delle belle.
Ho sentito nominare il Pietramarina ... il 96 è ancora in forma smagliante ed è un catarratto !

Gaja & Rey (solo perché l'ho visto nominare) ... troppe ruggini con Gaja per farmelo apprezzare, uno scimmiottamento della divina collina senz'anima, per le poche bottiglie stappate e a caro prezzo aggiungerei ! Ma se qualcuno ha un'annata in particolare da consigliarmi sono pronto a provarla, resterebbe comunque una meteora perché non esiste costanza qualitativa degna di nota in questo vino.

Ci sono sicuramente altri vitigni dal grande potenziale ma, senza dilungarsi con un'altra sfilza di nomi, è bene chiedersi ...

Ma perché ti hanno creato dei capolavori nel passato ed oggi invece i vini sono cambiati ? Sento tanto parlare di cambiamenti climatici, io dico in parte è vero e dico inoltre: "molto più facile vendere un vino pronto che far capire alla gente che va aspettato 10-15 anni".

Ma perché tante aziende hanno cambiato completamente stile produttivo ? L'azienda è la loro e fanno come gli pare, giustamente ... :lol: Sono liberi di imbottigliare un capolavoro come una ciofeca.

Ergo ... il potenziale del vitigno c'è, di vitigni anche troppi, speriamo aumenti la consapevolezza e la chiarezza su quello che si vuole effettivamente produrre ! Ma giustamente produciamo vino bianco di qualità da solo 30 anni, non possiamo competere alla pari con chi ha il manuale da oltre 300 !
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda zampaflex » 06 set 2015 09:00

Bravo Chicco. E visto che il clima è cambiato, ma che ultimamente anche la mano di molti produttori si sta alleggerendo anche solo per motivi commerciali (il pendolo del gusto del consumatore oggi cerca sicuramente vini meno grassi di dieci-venti anni fa), secondo te possiamo aspettarci che qualche prodotto recente (pensando alle annate climaticamente più decenti, come 2006, 2010 e 2013) possa assurgere a quelle vette? Qualche segnale di prodotti di ottimo livello c'è, vediamo se arriveranno all'eccellenza.
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda Chicco76 » 07 set 2015 01:39

zampaflex ha scritto:Bravo Chicco. E visto che il clima è cambiato, ma che ultimamente anche la mano di molti produttori si sta alleggerendo anche solo per motivi commerciali (il pendolo del gusto del consumatore oggi cerca sicuramente vini meno grassi di dieci-venti anni fa), secondo te possiamo aspettarci che qualche prodotto recente (pensando alle annate climaticamente più decenti, come 2006, 2010 e 2013) possa assurgere a quelle vette? Qualche segnale di prodotti di ottimo livello c'è, vediamo se arriveranno all'eccellenza.


Innanzitutto concordo sul fatto che molti produttori stanno alleggerendo la mano anche se trovo triste il fatto che lo stiano facendo per assecondare un nuovo filone gustativo che predilige vini più "agili" e meno segnati dal legno, in fin dei conti questo mi porta a concludere che i produttori assecondino le mode anziché imporre il proprio stile. E anche questo mi riconduce al fatto che molti non abbiano le idee chiare su quello che vogliono produrre.

Vorrei sottolineare che, a scanso di equivoci, non avere le idee chiare non significa essere incompetenti o incapaci, ma avere un limitato numero di vendemmie alle spalle che non ti permettere di scegliere la strada migliore quando si presenta la nuova annata. Pensa al dilagare dei vini dalla metà degli anni 90, quando un uso sconsiderato di barrique da due soldi era dilagato ... fu fatto per assecondare solo le mode o anche perché una bella barrique, di legno mediocre, ben tostata in forno e vanigliata a dovere, avrebbe risolto tanti piccoli difetti di produzione ? In fin dei conti copriva anche il frutto in certi casi, arrotondava tutto, donava al vino quei sentori che tanto piacevano al palato di quei giorni ... che vuoi di più !!! :mrgreen: E' molto più difficile usare una botte grande se ci pensi, li bisogna avere le idee più chiare perché la Signora non perdona ...

Concordo anche sulle annate, le uniche che ho messo via in cantina a parte qualche altra riuscita molto soddisfacente, primo perché il budget per comprare vino non è infinito quindi nel dubbio sempre meglio comprare un'ottima annata, in secondo luogo perché climaticamente più fresche quindi giocate su superiori toni di acidità.

Purtroppo non è la sola acidità che sostiene un vino per tanti anni, non vale il concetto barolista di un tempo secondo il quale basta vendemmiare dieci giorni prima e conferire al mosto una spiccata acidità citrica per rendere immortale un vino. I vecchi barolisti ci sono riusciti, per carità, ma che cosa hanno prodotto ? Vini ossuti e scheletrici, vivi ma squilibrati, giocati su toni acidi talvolta senza un briciolo di mineralità. Un grande vino è un equilibrio di giochi che più passa il tempo e più diventano fragili, quindi se non c'è materia, ciccia, estratto, chiamatelo come vi pare, il vino non sarà mai un campione di razza.
E attualmente abbiamo un vigneto italiano di recente impianto per la maggior parte dei casi, quando i francesi invece curano la Vieille Vigne come se fosse un Santuario.

Io credo che i vini bianchi italiani, siano essi storici o emergenti, il potenziale ce l'abbiano tutto, perché come è stato dimostrato i vitigni autoctoni italiani hanno nel dna la capacità di invecchiare benissimo, resta da vedere se lo stile del produttore sarà consono alla creazione di un grande vino e, quando ogni produttore avrà i suoi vigneti di minimo 40-50 anni di età, potremo dire di non avere più scuse. Fino ad allora parliamo di Valentini (guarda caso produce vino dalla fine dell'800 e quindi le vigne vecchie le ha), di Terlano (idem come per Valentini) e tutti gli altri sono nella categoria meteore ! :wink:

Ti riporto l'ultima bottiglia che mi ha fatto gioire ed incazzare come una iena ... Uno Chardonnay 90 di Ronco del Gnemiz che non aveva nulla da invidiare ad un grande Puligny o Chassagne ... Se penso a cosa fanno adesso mi viene da piangere e se penso che il Friuli ha sfornato l'80% di tutti i più grandi bianchi italiani nel periodo 80-primi anni 90 e adesso si è ridotto a seguire le mode, capisci bene quanto triste possa essere la storia. Io posso permettermi di sindacare le scelte aziendali di un'azienda che mi è piaciuta fino ad un certo punto, non sono io che pago i loro conti a fine mese, pertanto hanno il diritto di produrre quello che più ritengono giusto, l'ho solo detto con una punta di amarezza e malinconia :D
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda Alberto » 07 set 2015 06:34

Chicco76 ha scritto:Ti riporto l'ultima bottiglia che mi ha fatto gioire ed incazzare come una iena ... Uno Chardonnay 90 di Ronco del Gnemiz che non aveva nulla da invidiare ad un grande Puligny o Chassagne ... Se penso a cosa fanno adesso mi viene da piangere e se penso che il Friuli ha sfornato l'80% di tutti i più grandi bianchi italiani nel periodo 80-primi anni 90 e adesso si è ridotto a seguire le mode, capisci bene quanto triste possa essere la storia. Io posso permettermi di sindacare le scelte aziendali di un'azienda che mi è piaciuta fino ad un certo punto, non sono io che pago i loro conti a fine mese, pertanto hanno il diritto di produrre quello che più ritengono giusto, l'ho solo detto con una punta di amarezza e malinconia :D

E' da un po' che non bevi Ronco del Gnemiz mi sa, Chicco... :roll: Se ti capita prova Sol 2006, vino stratosferico. Ed il 2011, annata interpretata alla grande, seguirà a ruota fra qualche anno.
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda SommelierSardo » 13 set 2015 02:00

...ma il ben noto Cervaro della Sala non piace proprio a nessuno?? :shock:
Un mesetto fà ho aperto un 1995.... S T R A O R D I N A R I O ! ! ! ! ! !
maxb
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Re: Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani

Messaggioda maxb » 14 set 2015 19:06

SommelierSardo ha scritto:...ma il ben noto Cervaro della Sala non piace proprio a nessuno?? :shock:
Un mesetto fà ho aperto un 1995.... S T R A O R D I N A R I O ! ! ! ! ! !


stavo per scriverlo io.

unitamente al pitasso di mariotto, che è uno di quelli che mi sono piaciuti di più.
Se vuoi descrivere ciò che è vero, lascia l'eleganza al sarto.
RonaldFer
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TUXTLA GUTIERREZ, Mexico

Messaggioda RonaldFer » 16 dic 2021 22:50

At least 53 dead, dozens injured in truck crash in south Mexico, authorities say; one of worst-ever death tolls for migrants

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