alì65 ha scritto:ma vale anche anni 90? no perchè Vie de Romans e Gravner di quegli anni direi siano imbattibili.....anche Salvarenza 88, La Rocca 90 e 96...
Mi è venuta voglia di scrivere qualcosa, dopo l'innocente "stuzzicata" di Claudio ...
Io direi che bisogna chiedersi, partendo dalla domanda iniziale:
"Migliori vini (non vitigni) bianchi italiani
...per costanza di qualità nelle annate o sfolgorante recente emergenza...
e magari segnalando le annate per voi migliori."
Se veramente esiste una costanza di qualità del vino bianco in Italia ... Perché a me il dubbio resta tutt'oggi ...
Anzi se parliamo di costanza io ho un solo nome da fare che è Valentini ... Dal 77 al 11 le annate che non mi sono piaciute, escludendo quelle che non ho avuto la fortuna di bere, sono state veramente poche e, solo per lui, mi sento di dire che esiste una continuità qualitativa, affermazione suffragata dal fatto che lì hanno le idee chiare su quello che vogliono ottenere.
Non posso dire che a Terlano non sanno quello che vogliono fare e che Terlano non è un produttore dalla costanza qualitativa, dal 59 al 96 anche loro hanno sfornato dei piccoli capolavori ma purtroppo ho bevuto troppe poche vecchie annate per poterli inquadrare come meritano, mia lacuna personale. Alcune bottiglie poi sono certamente tra le più grandi bevute nel mondo dei bianchi (Francia compresa)
A parte questi due produttori sinceramente, parlare di costanza qualitativa è un miraggio a mio modo di vedere le cose. In Italia siamo stati bravissimi a dimostrare che i nostri vitigni autoctoni, se trattati col rispetto che meritano, e vinificati con i guanti di velluto secondo l'idea di un vino "vivo", sono in grado di sfidare il tempo tanto quanto, se non più, i grandi blasonati Chardonnay Francesi, che, affetti da premox, mi fanno sempre strizzare il culo a lasciarli in cantina più di tre-quattro anni e quindi non li invecchio mai come vorrei.
Ergo, io parlo di meteore ...
Quelle di fascia A
Gravner, nel suo periodo "francesista barriquone" dall'88 al 92 ha sfornato qualche capolavoro, poi ha fatto tanti esperimenti. Io lo rispetto e lo amo in ogni suo periodo e lo stimo perché sa quello che vuole fare, ha le idee chiare, ma capisco che può non piacere a tutti nei suoi ultimi stili. Resta fondamentalmente uno dei più grandi Vignaioli mondiali. Chi ricorda lo Chardonnay ris. 91 ? Quando si becca la bottiglia in forma siamo vicini alla Divina Collina, piani molto alti ...
Radikon fino all'inizio delle macerazioni qualche capolavoro l'ha fatto, con una particolare predilezione per il Pinot Grigio. Un 85 è stata una delle bottiglie di bianco della vita !
Felluga col suo Terre Alte ha infilato un filotto tra l'89 e il 92 da paura (il 92 poi, è un vino da manicomio ... ), se pensate che il Terre Alte di adesso sia paragonabile a quello di un tempo ... pronto a smentire tutti col cavatappi in mano !
Castelluccio quando era di Baldi, dall'81 al 90 ha creato uno dei più grandi bianchi italiani, ancora oggi in forma smagliante, da basi sauvignon e semillon ... poi dal 91 è andato tutto a puttane.
Fiorano dagli anni 70 agli anni 90 ha dimostrato che la malvasia bianca puntinata e il semillon potevano creare grandi capolavori, forse qualcuno ricorda il 71, il 77, l'85 e l'89 ... Però un'azienda troppo controversa e paradigmatica, anche qui dai primi anni 90 è andato tutto a puttane.
Poi la Fascia B, strettamente di vini autoctoni italiani
Gini e Pieropan hanno dimostrato che la garganega ha tutto il potenziale di essere un grande vino, Claudio ricordava giustamente gli 88 ma anche i 92 e i 96 assolutamente fantastici.
Villa Bucci ... i vini di fine anni 80 e primi anni 90, il solito quinquennio 88-92, sono capolavori tutt'oggi,
Mi hanno parlato, ma mai bevuto, di una grande longevità per i vecchi Fiano di Viadaperti, ma non stento a credere che sia un vitigno dal grande potenziale, il banale Ciro Picariello col suo base necessità di 3-4 anni per diventare leggermente potabile. Dico con grande fermezza che Vigna della Congregazione ha il potenziale per diventare un grande vino in grado di sfidare il tempo, se lo creassero un po' più affilato ne vedremo delle belle.
Ho sentito nominare il Pietramarina ... il 96 è ancora in forma smagliante ed è un catarratto !
Gaja & Rey (solo perché l'ho visto nominare) ... troppe ruggini con Gaja per farmelo apprezzare, uno scimmiottamento della divina collina senz'anima, per le poche bottiglie stappate e a caro prezzo aggiungerei ! Ma se qualcuno ha un'annata in particolare da consigliarmi sono pronto a provarla, resterebbe comunque una meteora perché non esiste costanza qualitativa degna di nota in questo vino.
Ci sono sicuramente altri vitigni dal grande potenziale ma, senza dilungarsi con un'altra sfilza di nomi, è bene chiedersi ...
Ma perché ti hanno creato dei capolavori nel passato ed oggi invece i vini sono cambiati ? Sento tanto parlare di cambiamenti climatici, io dico in parte è vero e dico inoltre: "molto più facile vendere un vino pronto che far capire alla gente che va aspettato 10-15 anni".
Ma perché tante aziende hanno cambiato completamente stile produttivo ? L'azienda è la loro e fanno come gli pare, giustamente ...

Sono liberi di imbottigliare un capolavoro come una ciofeca.
Ergo ... il potenziale del vitigno c'è, di vitigni anche troppi, speriamo aumenti la consapevolezza e la chiarezza su quello che si vuole effettivamente produrre ! Ma giustamente produciamo vino bianco di qualità da solo 30 anni, non possiamo competere alla pari con chi ha il manuale da oltre 300 !