Un grazie SENTITO a Marco per aver voluto, ancora una volta, condividere bottiglie così straordinarie con gli amici del forum. Un’esperienza unica, ai limiti del misticismo enoico.
Tutti i vini da grandi a eccezionali, con punte molto prossime ai 100/100 (e per alcuni di essi il punteggio dovrebbe essere su scala 110)…
Partiamo!
PHILIPPONAT “Royale Réserve”: aperitivo piacevole, non di grande complessità, fa il suo dovere come aperitivo, ma devo dire che a questa fascia di prezzo preferisco bere champagne di piccoli produttori.
85/100PERRIER-JOUËT “Belle Époque” ’04: naso molto classico, complesso, di crema pasticcera, cedro, una punta rancìd, fiore di sambuco, miele d’acacia e balsamico; bolla finissima, bocca cremosa, fresca e piuttosto lunga. A voler trovare un difetto, alla lunga (scaldandosi il vino) la dosatura si sente, con note dolci un pochino stucchevoli, ma preso a se stante è un bello champagne (non il mio genere, magari, ma non gli si può obiettare quasi nulla), solo che dopo…
91/100BOLLINGER “R.D.” ’02: bottiglia in fase di netta chiusura olfattiva, direi a causa della gioventù. Bocca di grandissimo equilibrio (ma onestamente, vista l’annata, me lo sarei aspettato anche più fresco e teso), cremoso, profondo e dalla bolla finissima, un Bollinger fino al midollo. Da aspettare, ma non troppo (2/3 anni).
93/100DOM PÉRIGNON “Oenothèque” ’96: emozionante, di quei vini per cui, per un enofilo come me, vale la pena vivere. Naso personalissimo: sfumature iodate e di ostrica, poi escono elegantissime note fumè, crema e santoreggia; bocca di purezza cristallina, interpretazione in eleganza più che potenza, di bevibilità straordinaria, profondissimo e amplissimo nei rimandi gusto-olfattivi.
98/100 (raggiungerà agevolmente i 100/100 e oltre nei lustri a venire)
BONNEAU DU MARTRAY Corton-Charlemagne Grand Cru ’02: un primo bianco mica da ridere! La solita mano “leggiadra” del produttore, giocata sull’eleganza e la bevibilità, al naso ostrica, talco e cipria, bocca di grande equilibrio, ma dove manca un filo di stratificazione, comunque lunga e ampia. Acidità q.b., anche se penso che potrà durare ancora a lungo.
92/100JEAN CHARTRON Bâtard-Montrachet Grand Cru ’07: di un bellissimo giallo dorato intenso e luminoso, questo vino, al contrario del precedente, gioca decisamente più sulla potenza che sulla scorrevolezza di beva (complice senza dubbio il diverso terroir), pur mantenendosi, intendiamoci, assolutamente piacevole. Naso dove la gioventù esce con una tostatura affumicata un po’ marcata, in bocca è grasso e molto lungo, tuttavia non mi sembra avere avuto una grande evoluzione nel bicchiere.
91/100DOMAINE RAVENEAU Chablis Grand Cru “Clos” ’01: un vino a due facce. Naso non proprio pulitissimo, dove scorgi qua e là una nota lattica e una volatile che faticano ad andarsene completamente, bocca invece straordinaria per progressione gustativa, agrumata e minerale, letteralmente interminabile.
93/100 (naso 88/100 – bocca 97/100).
DOMAINE ROULOT Meursault 1er Cru “Perrières” ’01:
such a great wine! Mersault fino al midollo, al naso complesso e cangiante, crema e menta, cipria e liquirizia, bocca di una raffinatezza ed equilibrio mirabili, bevibilità straordinaria e finale molto lungo. Un vino, se vogliamo, più sussurrato di altri della giornata, ma senza dubbio tra i miei preferiti.
96/100DOMAINE RAMONET Chevalier-Montrachet Grand Cru ’01: vino di bella complessità al naso, dove ritrovo timo, crema chantilly e una mineralità rocciosa evidente, è tuttavia in bocca che sfodera un allungo superiore, fresco e minerale, lunghissimo. A voler trovare il difetto, mi è parso leggermente spostato sulle parti “dure” del vino, gli mancava forse un po’ di materia a contrasto, ma stiamo parlando davvero di piccoli, piccoli dettagli.
94/100DOMAINE LEFLAIVE Chevalier-Montrachet Grand Cru ’04: piccola delusione, almeno per me. Non me lo ha fatto apprezzare particolarmente una insistita nota di tostatura, che con l’ossigenazione e lo scaldarsi del vino è virata quasi su sentori di gomma bruciata, che ritornava anche in retrolfazione. Ovviamente è pieno, potente e lunghissimo, come c’è da aspettarsi, ma a questi livelli i dettagli fanno la differenza.
92/100DOMAINE COCHE-DURY Meursault “Les Chevalières” ’04: torniamo a Mersault con un’interpretazione sublime, forse meno complessa di quella di Roulot (è il terroir, bellezza
), ma non meno entusiasmante. Cremoso, talcato, balsamico, bocca agrumata, profonda, lunghissima.
94/100DOMAINE BLAIN-GAGNARD Le Montrachet Grand Cru ’04: vino a due facce. Chiuso a riccio al naso, ha invece una bellissima bocca, giocata tutta in finezza. Come i più grandi, per un attimo sembra nascondersi a centro bocca, per poi tornare in un finale davvero profondo e minerale, impreziosito da note di cedro maturo e bergamotto.
93/100 (penalizzato da un naso un po’ muto)
ÉTIENNE SAUZET Montrachet Grand Cru ’06: un vino di indescrivibile bellezza. Complesso, seppur ancora giovane al naso, la bocca è per me tutto ciò che si può desiderare da un grande bianco: ricchezza e complessità, coniugate ad estrema eleganza, bevibilità e profondità. Letteramente i-n-t-e-r-m-i-n-a-b-i-l-e. L’annata ‘06 sarà pure stata una brutta annata per i bianchi di Borgogna, ma Sauzet l’ha interpretata magistralmente.
97/100 HENRI BOILLOT Montrachet Grand Cru ’04: un altro campione assoluto. A dispetto dell’annata, l’impressione è di un vino più giovane del precedente, in cui cogli nette le sensazioni boisè, pur in un quadro olfattivo di rara complessità. Bocca ancor più ricca e strutturata della precedente, ma anche più fresca. Persistenza i-n-f-i-n-i-t-a e "a coda di pavone".
97+/100 (ancora in crescita)
DOMAINE RAMONET Montrachet Grand Cru ’09: mi sto facendo l’idea che la 2009 non sia stata proprio un’annata perfetta per i bianchi in Borgogna. Con l’ovvia premessa che si tratta di un vino ancora molto giovane (ma questo gioca a suo favore al naso, dove è veramente straordinario il gioco di rimandi floreali tra tiglio e sambuco, anice e timo), la bocca mi lascia qualche perplessità (lievi, eh…), per via di una freschezza meno spiccata, forse non sufficiente a contrastare cotanta materia. Finale lunghissimo,
sa va sans dir, ma leggermente amarognolo (forse deve solo ancora digerire un po’ il legno).
93+/100DOMAINE LEROY Corton-Charlemagne Grand Cru ’00: bellissimo sentire i grandi terroir di Borgogna a confronto! Qua forse non c’è la cremosa opulenza e l’allungo supremo della Divina Collina, ma in compenso ritrovo una eleganza di beva, pur sempre in un quadro di grande “tridimensionalità”, davvero entusiasmante! Vino equilibratissimo, naso sfaccettato e “caldo” (miele, panna cotta, fragola e cedro), da bere ora e per i prossimi 10 anni (minimo).
96/100