...vediamo:
- si parte con un grandissimo produttore, una grandissima annata , un cru "anomalo" per il formidabile produttore di Chambolle : udite udite, pur nella mia affezione quasi totale per il mitico Roumier, stavolta, forse per una annata straordinaria e materica ancora lungi dall'esprimersi, un pò perchè avendocelo nel sangue, quando non lo riconosco nella sua cifra stilistica un pò mi perplime, pur ammmettendo che è un grande Borgogna non riesco proprio a convincermi che è un "grande Roumier" . Ha il colore carico materico. Il naso è davvero compresso all'inizio: non che manchi di complessità, è proprio basso nei semitoni musicali soliti. Nel tempo si esprime molto bene con fruttini forse semplificati e un melograno che ne esalta la cifra stilistica. La bocca è quasi rotonda, equilibrata dove mi aspettavo una frustata nelle gengive.Discutendo, qualcuno è difforme da quanto ho scritto, ma ci mancherebbe, forse io bevo troppi Roumier ed ogni tanto sono ipercritico, ma proprio per l'apprezzamento incondizionato che ho per questo formidabile vigneron ... inoltre costicchia, quindi le aspettative sono sempre elevatissime. Gran bel vino da aspettare, aveva vicino bei bestioni con cui competere...
- Grands Echezaux Gros Freres 2008 : al contrario... sarà annata "classica" , sarà perchè lo stile è quello di concedersi impudicamente senza tanti preliminari, sarà perchè è in stato di grazia, sarà perchè è una bomba al naso, con note selvatiche, balsamiche e speziate intrigantissime, l'ho preferito decisamente, anche se nel tempo e nel bicchiere si è leggermente "banalizzato" e la bocca , seppur freschissima, ha denotato quella diafana magrezza pinottesca che tanto seduce gli amanti dello "scricchiolar di ossa" ma che arrivata la ciccia di Monfortino , Linch Bages e Calvari, ha dato la sensazione della modella che vestita dice decisamente la sua (altezza = mezza bellezza) ma che all'atto tattile del palpeggiamento non hai stimolazione ipotalamica così energica . E' rosso chiaro, vivo, con belle note lucenti. Il naso il più esplosivo dell'intera batteria, dove senti l'amarena, l'agrifoglio e una nota nettissima di mentuccia. Come dicevo , la bocca è seducente ma di taglia "s" , sfugge in bocca fresca ma non così allegra , sembra un pò intimidita. Il mio istinto di protezione vuole difendere questa indifesa creatura, quindi me lo bevo tutto in un amen lasciando poche gocce per valutare l'evoluzione che è fin troppo lineare :
- Biondi santi 2004 : colore stranamente granato chiaro seppur con belle nuances che ricordano il cremisi. Certo, anche in questo caso , conoscendolo, a volte sembra nasca già così , per rimanere... così per decenni. E' sempre lui: non una bomba bucleare al naso, dove si limita ad un sottobosco soffuso, qualche note goudronata, gioviale tentativo ad una viola macerata . La bocca , invece, ha un'energia senza freni. Di freschezza per alcuni quasi eccessiva, marchio di fabbrica, rasentante il citrino, sviluppo in bocca un contesto di prospetticità senza pari, proprio per quelle note studiate apposta strutturalmente per concedere il minimo indispensabile in questa fase di "bimbo" chiedendo , quasi supplicando, di lasciarlo in pace per almeno un decennio. Io l'ho apprezzato senza meno, perchè nei suoi disequilibri epici (trama tannica fittissima seppur finissima, acidità da "alien" , materia leggermente compressa) pennella un insieme epico quasi da romanzo d'appendice enologico, e con la selvaggina è qualcosa di innaturale ...