paperofranco ha scritto:.....spero che non me ne vogliano gli amici veneti, tanto lo sanno che la tipologia non sta nelle mie corde, ma faccio una considerazione diversa.
In questo fine settimana, in occasione del solito evento annuale organizzato dalla Vinotecaalchianti di Firenze, che mette un discreto numero di vini in degustazione per due giorni, ho deciso di partecipare stando "dietro il banco", a servire il vino e chiacchierare con una variegata umanità bevente. Io avevo tutti i Chianti, ed il mio compagno di servizio aveva la Valpolicella più qualche rosso dell'AA e del Friuli, tutto sullo stesso banco. Vedendo come "andavano via quei vini" ho fatto questa considerazione: visto che non è proprio di una beva agevole e visto che mediamente costicchia, a cosa è dovuto il grande successo dell'Amarone e l'appeal che esercita su un pubblico più o meno indistinto di vecchi e giovani, uomini e donne?
Ti direi che per rispondere alla domanda, si dovrebbe capire quali erano i vari amarone serviti ed apprezzati.
La denominazione è ampia, e a fianco delle cantine storiche ci sono tanti nomi nuovi. E di amarone, di conseguenza, non ce n'è una tipologia sola.
Partendo dal presupposto che si tratta di vino da appassimento (e qui già può piacere o meno, più che legittimamente), c'è quello molto ciccio e quello meno, quello con dolcezza più o meno avvertibile e quello secco, quello con un apporto dei legni molto importante e quello con affinamento in legni grandi magari di secondo o terzo passaggio, quello con appassimento naturale e quello con appassimento indotto... E la variabilità, in tal senso, è molto ampia - forse più di quanto capiti in altre blasonate denominazioni.
A me, per dire, la tipologia piace... ma se vado matto per certe referenza, altre le trovo stancanti, pesanti e monocorde.
Insomma, giusta la tua domanda, ma credo che di risposte possano essercene più d'una.