Ieri sera degustazione di Merlot italiani annata 2004 alla cieca,
la batteria doveva esser così composta:
Miani Filip
Miani Buri
Messorio
Galatrona
Masseto
Redigaffi
Purtroppo quel maledetto del Masseto non era apposto, un difetto senza dubbio di botte (son venuti giù i rappresentanti del distributore di corsa
) quindi in giro per il mondo dovrebbero essercene altri per certo.
Al naso si sentiva questo sottofondo di panno bagnato, ho avuto modo di posare la bocca e una sensazione di acqua stagna e metallo l'ha pervasa;imbevibile.
Con grande incazzatura generale è stato sostituito dal Trinoro (non 100% merlot ma alternative non ce n'erano di pari annata).
Ecco la batteria:
e nel bicchiere:
Grandi vini senza dubbio, tutti rispecchiavano (chi più chi meno) le caratteristiche del Merlot.
Metto l'elenco e qualche nota in ordine decrescente, da chi ha raggiunto il posto più alto nel podio in poi.
Miani Filip: impenetrabile, cupo, in roteazione lascia la colorazione nel bicchiere con archetti persistenti che faticano a scendere (sembra pure incazzato
).Che intensità al naso e che ampiezza, sia a bicchiere fermo con una balsamicità di mentolo che poi in roteazione libera marasca, prugna, amarena, cacao e chi più ne ha più ne metta. in bocca? ho lasciato un appunto con scritto CANNONE SETOSO, l'entrata è leggiadra ma potente, con persistenza interminabile.Acidità e sapidità a livelli ottimi e che bilanciamento.
Messorio: Inanzitutto devo dire che mi ha stupito, pensavo di trovare nel bicchiere qualche nota evidente di Toscana. Per carità c'era, ma non come per il Galatrona.
Sempre mentolo, qui ho trovato la salvia, tabacco, note terrose, prugna, ribes, liquirizia e qualche tono salmastro.
In bocca meno esplosivo del Filip, ha tannini un pò più ruvidi ma setosi.Lunghissimo..sembra di avere un rametto di liquirizia in bocca.
Miani Buri: Parte chiuso, a bicchiere fermo non traspaiono odori, in roteazione qualche timida nota di marasca, cacao, sottobosco.Decido di aspettarlo (infatti l'ho rivalutato al secondo passaggio dopo un'oretta).Si apre finalmente, si sente che è il fratello del Filip ma più elegante, l'entrata in bocca è intensa e con un buon peso sulla lingua.Tannini un pò ruvidi però.Ottima persistenza.
Galatrona: una parola: Toscano.Intanto come colore è quello che mi è piaciuto di più, bello acceso, un rubino infuocato.
Come dicevo, qui si sentono molto le note di macchia mediterranea, salvia, erbe officinali, muschio, marasca, cacao cannella e toni fruttati di amarena e prugna nel sottobosco.
In bocca leggiadro ed elegante, i tannini sono ben assorbiti.Molto buona la persistenza ma qui iniziamo a staccarci dal podio.
Trinoro: 83% merlot, 9% cabernet Franc, 4% petit verdot, 4% cabernet sauvignon.
Il bicchiere che più ho fatto fatica a finire, una marasca davvero stucchevole e tanta frutta.Buona l'entrata in bocca ma la beva era in deficit causa la stucchevolezza.C'è da dire però che la bottiglia è stata aperta 4 ore dopo le altre e il vino messo diretto in bicchiere.
Redigaffi: Mia personale incazzatura..l'unica bottiglia non acquistata in enoteca dall'organizzatore, ma presa da me qui sul forum
, sarà stato il trasporto, boh..fatto sta che il vino è praticamente morto nel bicchiere, confondi evidenti e colore spento.Tabacco,cacao, salvia, timo, cuoio, pepe nero e porcino.
In bocca aveva il suo peso specifico ma si sentiva che qualcosa non andava, ruvido e con poca persistenza.
Bella degustazione.Si sentono bene le differenze tra Pontoni e la toscana, più che altro però, i toscani sembrano in fase di arrivo, mentre per i Miani la strada è ancora lunga, in special modo per il Buri.
Ecco il maledetto:
una bottiglia di questo livello non può avere questi difetti, son cose che fanno girare gli ominicoli.
Lo spreco della vita si trova nell’amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell'egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità. [Oscar Wilde]