alì65 ha scritto:egio ha scritto:alì65 ha scritto:qui, Ivo, credo subentri prepotentemente il tuo gusto perché è si un bel vinello ma è appannaggio del cabernet consumatore e amante
mica capito...: ma non è un sangiovese? Legnosetto piuttosto. O intendi come tipologia? Che allora concordo, deve piacere il genere.
esatto e quel "poco" che c'è dentro lo si sente mica poco a dimostrare che il Sangiovese non ha quel carattere necessario per reggere il confronto
se a Ivo è piaciuto il piccolo cosa farà quando berrà Oreno...
E' curioso che ultimamente sul forum si giri intorno a questi Igt dell'italia centrale con quota maggiore o minore di uve bordolesi.
In questo caso come in altri analoghi, il disciplinare dell'Igt Toscana Rosso lascia decisamente mano libera sulle uve di base. Per quel che mi risulta, in passato se si voleva indicare un vitigno specifico, che non è il caso del Crognolo, la percentuale minima era l'85%, ma negli ultimi anni qualcosa deve essere cambiato, dato che nel disciplinare vigente si parla di "Rosso e Rosso novello da soli od anche con la specificazione del o dei vitigni che costituiscono la base produttiva" (cosa che in assenza dell'albo dei vigneti previsto dalle Doc mi sembra azzardata)
http://www.provincia.fi.it/fileadmin/as ... oscana.pdfComunque per l'Igt Toscana Rosso Crognolo 2006 sta di fatto che dobbiamo affidarci alla dichiarazione del produttore ("Sangiovese in prevalenza con piccole aggiunte di Merlot e Cabernet Sauvignon"), che però non è minimamente vincolante. In rete si trova a volte l'indicazione "Sangiovese 80% + Cabernet S. 10% + Merlot 10%", ma anche questo non corrisponde ad alcun vincolo: se le percentuali fossero invertite il disciplinare sarebbe sempre rispettato. Aggiungo per beneficio d'inventario una cosa ignota ai più, e cioè che nonostante il nome dell'Igt (Toscana) fino al 15% di uve potrebbe di diritto provenire da fuori regione, dato che le Igt sono assimilate ai Vini da Tavola e non alle Doc (questo aspetto è richiamato nel disciplinare linkato sopra, pagina 9).
Le aziende che producono supertuscan nelle zone della Toscana non coperte da un'altra denominazione importante usano lo schema bordolese premier vin - second vin: dato che in questo caso l'Oreno è composto da Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, è chiaro che il punto focale dell'azienda è il taglio bordolese, e sarebbe strano aspettarsi un second vin in cui il Sangiovese la fa da padrone, piuttosto che essere relegato a un ruolo di comprimario, che al limite può diventare quello di correttore di acidità. Tanto per dire, il forte odore di fondo di caffè sentito da Ivo è quasi sicuramente il marchio di fabbrica del Merlot.
Quindi direi che il discorso di alì65 non fa una grinza, e collima con il fatto che vini fatti per piacere come questi, all'impronta e all'occasione possano piacere anche molto, a seconda dei gusti come giustamente sottolineato. Il problema è che sono un po' tutti uguali, e bevuto il decimo c'è il rischio di sviluppare un certo senso di nausea... Ecco, in effetti la mezzina è probabilmente il formato più adatto, così stufa di meno e sfugge al test dei tre bicchieri (in origine, il senso era che di un vino ottimo si finiva la bottiglia in due, quindi tre bicchieri a testa: l'ha ricordato Cernilli in uno dei suoi libriccini). Il voto massimo in questo caso è quindi... un bicchiere e mezzo!
