diamonddave ha scritto:stecca ha scritto:cioè... ma perchè con tutti i bei vini che uno può acquistare con un trentello dovrebbe prendere in considerazione il Falsesco Montiano?
Me lo son chiesto anche io, ma gli euri in questo caso son 130 non 30 e siamo in località Bolgheri e non Montecchio, mentre la tipologia del nettare è la medesima (merlottone).
Comunque piaccia o non piaccia Bolgheri è un’altra storia, con una sua denominazione, un parco ormai consolidato di vitigni in gran parte bordolesi, un suo mercato. E’ naturale che possa spuntare prezzi anche alti, puntando sul traino di vini bandiera noti a livello mondiale. Il Montiano invece rappresenta solo sé stesso, una zona a confine tra Lazio e Umbria priva di una denominazione di riferimento e dove in termini di vitigni c’è un po’ di tutto.
Venti anni fa era sembrato che questa zona potesse decollare, in un generale processo di sovversione delle gerarchie vinicole italiane (cito di nuovo la guida GR 1997: “l’Umbria viene sempre più considerata come il pendant italiano della grande Borgogna”
). Poi per fortuna è andata diversamente: le più importanti denominazioni storiche si sono riaffermate, anche resistendo al lavoro di disgregazione portato avanti al loro interno da alcuni spregiudicati "innovatori" (vedi Gaja, che voleva aprire la porta del Barolo e del Barbaresco ai famigerati "vitigni migliorativi" e venne sconfitto). Accanto a loro sono emersi alcuni territori prima in ombra che hanno saputo mostrare il loro valore puntando su punti di forza reali, non su mode effimere o singoli eno-star, e attraverso un efficace gioco di squadra.
Come detto sopra, oggi il Montiano è soprattutto un relitto di quell’epoca, per giunta appesantito dal cambiamento climatico in modo ben sintetizzabile nei due parametri relativi all’alcol e all’acidità, come è stato fatto in questo thread (Thomases l’ha fatto fino al 2005 e la scheda aziendale permette di arrivare all’annata 2011: dai 12,5-12,8° con un PH di 3,60 delle prime annate ai 14,5° con un PH di 3,80 dell’ultima). Chi vuole comprarlo per berselo sganciando 30 euro e rotti che potrebbero essere destinati a centinaia di vini più interessanti è ovviamente libero di farlo,
de gustibus non est disputandum, ma raccomandarlo agli altri portandolo in palma di mano come se l’orologio della storia si fosse fermato a 15 anni fa è cosa diversa.