vini naturali...

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eno
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vini naturali...

Messaggioda eno » 04 gen 2015 17:05

alì65
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Re: vini naturali...

Messaggioda alì65 » 04 gen 2015 17:46

non si vede una cacca!!!! :mrgreen:
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
eno
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Re: vini naturali...

Messaggioda eno » 04 gen 2015 18:28

Boh... Vedo di riprovare...
tisana
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Re: vini naturali...

Messaggioda tisana » 04 gen 2015 20:28

miodyo, ma 'sto articolo e' un disastro sotto tutti i fronti... sembrava partito mediamente bene ma si e' perso in una serie di passaggi logici tremendi. Invettive gratuite alla fine ed un uso della punteggiatura vomitevole per una "testata giornalistica in attesa di registrazione" completano il quadro.
Cappero, per obbligare una persona pro-vini naturali come me a prenderne le distanze ce ne vuole assai...
eno
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Re: vini naturali...

Messaggioda eno » 04 gen 2015 22:37

Riprovo a postare il link per Claudio... Qualcuno è riuscito a leggerlo?

http://www.naturalfoodandwine.com/index ... -la-merde..
tisana
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Re: vini naturali...

Messaggioda tisana » 05 gen 2015 12:07

eno
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Re: vini naturali...

Messaggioda eno » 05 gen 2015 16:06

Grazie, molto gentile, sono un po'imbranato in queste cose...Mi rendo conto che il tema sta diventando un po'noioso, ma mi ha colpito il tono particolarmente astioso, quasi al limite dell'offensivo in certi passi.
vinogodi
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Re: vini naturali...

Messaggioda vinogodi » 05 gen 2015 17:58

...io sto con Gianluigi Carlino!!!!!
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)
eno
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Re: vini naturali...

Messaggioda eno » 05 gen 2015 18:57

Tu quoque, Marco... ::shock: 8)
Kevmit
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Re: vini naturali...

Messaggioda Kevmit » 05 gen 2015 19:04

vinogodi ha scritto:...io sto con Gianluigi Carlino!!!!!



per forza!! è pur sempre un Carlino!!! e come recita la pubblicita... Roberto Carlino - Immobildream non vende sogni ma solide realtà :mrgreen: :mrgreen:
vinogodi
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Re: vini naturali...

Messaggioda vinogodi » 05 gen 2015 21:30

eno ha scritto:Tu quoque, Marco... ::shock: 8)
...per me è tenerissimo, con tutte quelle ovvietà che spara. Quasi alla Catalano ..
"meglio i vini sani, buoni, terapeutici e salutisti che quelli ordinari, che fanno male, carissimi e che per giunta prodotti da individui inquinatori e cattivoni " :lol: :lol: :lol: :lol: ... come è meglio nascere belli , sani, ricchi e intelligenti che brutti, malati, poveri in canna e idioti... :lol: :lol: :lol:..mò vado a cena con amici, a domani...
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alì65
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Re: vini naturali...

Messaggioda alì65 » 06 gen 2015 08:50



con questo link si apre
è un articolo che avevo già letto e già commentato come una cagata pazzesca, naturalmente dal mio modo di vedere le cose
quando questi vini chiamati naturali (come se gli altri fossero innaturali) diventeranno anche bevibili allora ne riparliamo, per il momento molti che vadano ad imparare le basi tecniche di cantina
se poi mi dicono che vendono perché c'è a chi piace il vino che puzza ed è più di la (aceto) che di qua (vino) bene così, ma non vengano a scassare i maroni a chi questi vini li disprezza......
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
tisana
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Re: vini naturali...

Messaggioda tisana » 06 gen 2015 12:08

alì65 ha scritto:quando questi vini chiamati naturali (come se gli altri fossero innaturali) diventeranno anche bevibili allora ne riparliamo, per il momento molti che vadano ad imparare le basi tecniche di cantina
se poi mi dicono che vendono perché c'è a chi piace il vino che puzza ed è più di la (aceto) che di qua (vino) bene così, ma non vengano a scassare i maroni a chi questi vini li disprezza......


oh dear
Ali', ma anche tu stai facendo di tutta l'erba un fascio come l'autore dell'articolo... DRC non e' in conversione? Leroy/D'Auveney? Leflaive? giusto per citare provocatoriamente i piu' eclatanti, quindi non accomunare tutti nel calderone Questi nominati i vini li sanno fare, siamo d'accordo, hanno conoscenza tecnica se vogliamo definirla cosi'. Ma allora le pratiche 'naturali' sono quantomeno un plus, ed ho difficolta' a credere che sta gente facesse fatica a vendere se non metteva sull'etichetta "naturale" (ed infatti sulle loro etichette non c'e' scritto...)

Ho scritto 'quantomeno' perche' mi sembra che, al netto della competenza tecnica (=sapere come fare il vino ed essere in grado di leggere uva e territorio) il punto sia capire se queste pratiche naturali aggiungano qualcosa al vino o meno. E a me sembra che aggiungano qualcosa al vino, oltre che ad una gestione territoriale migliore (qui mi fermo perche' l'e' lüüüünga).

Che ci sia gente che ci marci sopra siamo d'accordo ma demonizzare tutti mi sembra fuorviante, e parecchio. Tu stesso parlando della vendemmia 2014 hai detto che non la prendi perche' i produttori devono aver fatto necessariamente troppi trattamenti viste le condizioni meteo devastanti; questo mi fa pensare che sei sensibile alla questione, quindi per come la leggo io si tratta di capire quali sono i confini.
Come classifichi allora tutti quelli che lavorano egregiamente senza definirsi "naturali"? E dove li mettiamo questi produttori, in quale zona grigia? Come far sapere al consumatore medio (non a te...) che c'e' una differenza? Da queste parti accanto a organic e conventional hano provato ad affiancare integrated management ad esempio ma e' un po' difficile combattere la tendenza a vedere bianco o nero. Manchera' il vocabolario per definirli tutti, sono d'accordo, ma oltre che un invito a crearlo 'sto vocabolario direi che e' un invito a guardare le cose in maniera meno ideologica.
Che piaccia o meno la scossa data dai primi "puristi' c'e' stata, non e' stato semplicemente "much ado about nothing", hanno spinto anche i "convenzionali" a interrogarsi e fare le cose diversamente (vedi nomi sopra, possibile che abbiano tutti preso un abbaglio?).
Che ci sia molto lavoro ancora da fare siamo tutti d' accordo ma cosi' tranchant magari no, che ne dici? :)
alì65
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Re: vini naturali...

Messaggioda alì65 » 06 gen 2015 15:15

tisana ha scritto:
alì65 ha scritto:quando questi vini chiamati naturali (come se gli altri fossero innaturali) diventeranno anche bevibili allora ne riparliamo, per il momento molti che vadano ad imparare le basi tecniche di cantina
se poi mi dicono che vendono perché c'è a chi piace il vino che puzza ed è più di la (aceto) che di qua (vino) bene così, ma non vengano a scassare i maroni a chi questi vini li disprezza......


oh dear
Ali', ma anche tu stai facendo di tutta l'erba un fascio come l'autore dell'articolo... DRC non e' in conversione? Leroy/D'Auveney? Leflaive? giusto per citare provocatoriamente i piu' eclatanti, quindi non accomunare tutti nel calderone Questi nominati i vini li sanno fare, siamo d'accordo, hanno conoscenza tecnica se vogliamo definirla cosi'. Ma allora le pratiche 'naturali' sono quantomeno un plus, ed ho difficolta' a credere che sta gente facesse fatica a vendere se non metteva sull'etichetta "naturale" (ed infatti sulle loro etichette non c'e' scritto...)

Ho scritto 'quantomeno' perche' mi sembra che, al netto della competenza tecnica (=sapere come fare il vino ed essere in grado di leggere uva e territorio) il punto sia capire se queste pratiche naturali aggiungano qualcosa al vino o meno. E a me sembra che aggiungano qualcosa al vino, oltre che ad una gestione territoriale migliore (qui mi fermo perche' l'e' lüüüünga).

Che ci sia gente che ci marci sopra siamo d'accordo ma demonizzare tutti mi sembra fuorviante, e parecchio. Tu stesso parlando della vendemmia 2014 hai detto che non la prendi perche' i produttori devono aver fatto necessariamente troppi trattamenti viste le condizioni meteo devastanti; questo mi fa pensare che sei sensibile alla questione, quindi per come la leggo io si tratta di capire quali sono i confini.
Come classifichi allora tutti quelli che lavorano egregiamente senza definirsi "naturali"? E dove li mettiamo questi produttori, in quale zona grigia? Come far sapere al consumatore medio (non a te...) che c'e' una differenza? Da queste parti accanto a organic e conventional hano provato ad affiancare integrated management ad esempio ma e' un po' difficile combattere la tendenza a vedere bianco o nero. Manchera' il vocabolario per definirli tutti, sono d'accordo, ma oltre che un invito a crearlo 'sto vocabolario direi che e' un invito a guardare le cose in maniera meno ideologica.
Che piaccia o meno la scossa data dai primi "puristi' c'e' stata, non e' stato semplicemente "much ado about nothing", hanno spinto anche i "convenzionali" a interrogarsi e fare le cose diversamente (vedi nomi sopra, possibile che abbiano tutti preso un abbaglio?).
Che ci sia molto lavoro ancora da fare siamo tutti d' accordo ma cosi' tranchant magari no, che ne dici? :)


parlavo (e mi scuso se non ho specificato) degli italiani in generale perché i franzosi l'hanno capita già lustri fa e non solo quelli citati da te ma anche in Loira esistono grandi "naturalisti" (magari vanno anche in vigna nudi, chissà....)
l'elenco dei bravi sarebbe lungo
poi bisognerebbe specificare (non a caso ho scritto Loira) perché Borgogna vuol dire un filare appiccicato all'altro, al vicino "convenzionale", vuol dire trattamento con elicottero in grande scala
ok, alcuni dichiarano di non usare prodotti di sintesi, bene, ma il vicino?
quando hai a che fare con il business se per due annate di fila ti va a puttane tutto il raccolto dici che anche la terza (nella sfiga) lascia andare tutto com'è perché sei naturale convinto??? per me, se così è. si è masochisti allo stato puro
hai voglia di raccontare che lo faccio per la natura, per i figli, per il prossimo......però questo prossimo non ti da da mangiare, non ti manda i figli a scuola e non gli compra i vestiti tutti gli anni.......come la vedi così

è tutto bello, poeticamente bello ma guarda a quanto escono i vini DRC, Leroy e Leflaive e poi ne riparliamo
giù il cappello, invece, per chi come Allemand, Capellini o Beaufort (per citarne 3 che mi piacciono assai) che conducono le vigne in modo naturale e tutto a mano perché sono in posti talmente infami che nessun mezzo potrebbe entrarvi
questi (solfiti a parte) hanno una venerazione per la loro terra e cercano di lavorare per dare un qualcosa di "etico" alle generazioni future

che ci siano artigiani grandi produttori che sappiano fare il loro mestiere in modo completo e senza compromessi, creando prodotti di primordine lo sappiamo ma che ci siano tantissimi "cani" nel lavorare il proprio frutto della vigna è altrettanto vero......è molto, MOLTO difficile la prima

io provo qualche volta questi vini ma non c'è verso, o piace o si butta nel lavandino, non ci sono compromessi
c'è chi crea eventi facendo verticali di Ageno e c'è chi crea eventi con verticali di Monfortino, sono due mondi opposti

io è da anni che penso al vino naturale come moda (e sta durando anche tanto, penso stia diventando più di una moda) come vino alternativo, meno costoso e proletario, contro i magnati dell'enologia, contro l'industriale ricco che può permettersi Romanée Contì tutte le domeniche.........credimi che alla cieca (ed è successo) i vini buoni sono sempre buoni e sfido chiunque a dire che questo (essendo convenzionale) lo smerdo in quanto tale mentre il vino fatto in maniera non corretta è cattivo che sia naturale o convenzionale, non esistono distinzioni...
(come è buono il vino naturale quando è fatto come dio comanda, ovviamente...)
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