LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

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vinogodi
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda vinogodi » 02 giu 2014 10:26

stentenno71 ha scritto:
vinogodi ha scritto:...assegnazioni? Generalizzazioni? Difese d'ufficio? Di buon umore e assai empatico anche a leggere tali epiche cazzate ,quasi divertito, perchè oggi mi sono bevuto in rapida successione , con i produttori :
- Monfortino 2006 , Monfortino 2008 (dalla botte ma prossimo all'imbottigliamento) un ciclopico Monfortino 2010 , Barolo Cerretta 2010 (epico) e 2011(originalissimo) , Cascina Francia 2010 (grande) e 2011 , Barbera Cerretta e Barbera Cascina Francia 2012 (cosi' diverse , così deliziose)
- Asili 2008 Giacosa e Le Rocche di Falletto 2008 ( mi riconcilio con il vecchio Maestro)
- Crichet Pajé 2004 (monumentale al limite del galattico) , Asili (stratosferico), Montefico (sorpresona), Barolo Pira 2008 (solenne nella sua eleganza costitutiva) e Dolcetto di Roagna
- Monvigliero 2010 (da urlo) - Cannubi 2010 - Pelaverga 2012 (da endovena) di Burlotto
- Cà'D'morissio 2006 ( ingovernabilmente un caterpillar sensoriale che entrerà nella storia del Barolo) - Monprivato 2009 (ahi...) - Villero 2009 (il più bel Villero della storia ... o molto vicino... sembrava uno Chabolle Musigny di Mugnier...) , Santo Stefano di perno 2009 (digrignante e possessivo del palato),Barbera (solo buonina) , Dolcetto di entrambi i vigneti, Freisa 2009 monumentale ... di Mascarello.
PS: stasera riuscirei a sorridere per qualunque cosa, anche sulle scemate che sto leggendo...
PPS: la 2004 , come dissi a Victor in un post iniziale, in Borgogna è davvero triste . E' inutile girarci attorno. Guardandoci bene dentro però ... ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc..


mi spieghi quel "ahi... " sul monprivato 2009, per favore ?
grazie
stefano
...vino molto espresso già da subito, più pronto, con relativa complessità. Questo, verso i vicini d'annata , quali Villero e Santo Stefano di perno. Uno leggiadro e stupendamente accogliente, quasi femminile, l'altro digrignante e stimolantissimo per trama tannica fittissima. Anche i colori, erano rosso fuoco i due, mentre Monprivato rosso granato. Poi la liquirizia presenta e la setosità di bocca di Monprivato, me lo aspettavo il più teso , invece era il più riassato. Ho persino pensato a bottiglia aperta da più giorni , ed invece era quasi colma. Forse bottiglia così... insomma , mi è piaciuto ma ho preferito i vicini di bicchiere. Tra l'altro, la potenza di Ca'D'Morissio ha poi devastato tutto ciò che aveva attorno...
PS: anche la Barbera non mi ha convinto del tutto, molto humus e corteccia. Grandiosa invece la Freisa, incredibile, non avrei mai pensato ad una Freisa di questo ivello (che tratta come un Barolo e costa come un Dolcetto...)
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stentenno71
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda stentenno71 » 02 giu 2014 10:39

vinogodi ha scritto:
stentenno71 ha scritto:
vinogodi ha scritto:...assegnazioni? Generalizzazioni? Difese d'ufficio? Di buon umore e assai empatico anche a leggere tali epiche cazzate ,quasi divertito, perchè oggi mi sono bevuto in rapida successione , con i produttori :
- Monfortino 2006 , Monfortino 2008 (dalla botte ma prossimo all'imbottigliamento) un ciclopico Monfortino 2010 , Barolo Cerretta 2010 (epico) e 2011(originalissimo) , Cascina Francia 2010 (grande) e 2011 , Barbera Cerretta e Barbera Cascina Francia 2012 (cosi' diverse , così deliziose)
- Asili 2008 Giacosa e Le Rocche di Falletto 2008 ( mi riconcilio con il vecchio Maestro)
- Crichet Pajé 2004 (monumentale al limite del galattico) , Asili (stratosferico), Montefico (sorpresona), Barolo Pira 2008 (solenne nella sua eleganza costitutiva) e Dolcetto di Roagna
- Monvigliero 2010 (da urlo) - Cannubi 2010 - Pelaverga 2012 (da endovena) di Burlotto
- Cà'D'morissio 2006 ( ingovernabilmente un caterpillar sensoriale che entrerà nella storia del Barolo) - Monprivato 2009 (ahi...) - Villero 2009 (il più bel Villero della storia ... o molto vicino... sembrava uno Chabolle Musigny di Mugnier...) , Santo Stefano di perno 2009 (digrignante e possessivo del palato),Barbera (solo buonina) , Dolcetto di entrambi i vigneti, Freisa 2009 monumentale ... di Mascarello.
PS: stasera riuscirei a sorridere per qualunque cosa, anche sulle scemate che sto leggendo...
PPS: la 2004 , come dissi a Victor in un post iniziale, in Borgogna è davvero triste . E' inutile girarci attorno. Guardandoci bene dentro però ... ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc.. ecc ... ecc... ecc..


mi spieghi quel "ahi... " sul monprivato 2009, per favore ?
grazie
stefano
...vino molto espresso già da subito, più pronto, con relativa complessità. Questo, verso i vicini d'annata , quali Villero e Santo Stefano di perno. Uno leggiadro e stupendamente accogliente, quasi femminile, l'altro digrignante e stimolantissimo per trama tannica fittissima. Anche i colori, erano rosso fuoco i due, mentre Monprivato rosso granato. Poi la liquirizia presenta e la setosità di bocca di Monprivato, me lo aspettavo il più teso , invece era il più riassato. Ho persino pensato a bottiglia aperta da più giorni , ed invece era quasi colma. Forse bottiglia così... insomma , mi è piaciuto ma ho preferito i vicini di bicchiere. Tra l'altro, la potenza di Ca'D'Morissio ha poi devastato tutto ciò che aveva attorno...
PS: anche la Barbera non mi ha convinto del tutto, molto humus e corteccia. Grandiosa invece la Freisa, incredibile, non avrei mai pensato ad una Freisa di questo ivello (che tratta come un Barolo e costa come un Dolcetto...)


grazie ! ne ho un po' di bottiglie in cantina e una la stappo al più presto per " toccare con mano...."
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Alberto
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda Alberto » 02 giu 2014 16:02

apa ha scritto:1999 Barolo Az. Agr. Canale Aldo (di Canale Tommaso) (Poderi dell'Antica Vigna Rionda) (Foglio di Mappa n.8. particelle n.251 P. Particelle n. 78 P.)
Granato carico. Corredo aromatico di una complessità unica che rivela sentori distinti ad ogni olfazione. Erbe aromatiche lasciate essiccare, ginepro, vegetazione cresciuta vicina al mare, capperi, note salmastre, tintura di iodio e iodio portato dal mare, i polmoni sembrano acquisire un fiato diverso che ci fa illudere di essere in prossimità di una superficie salata, con alghe odorose in evidenza. Le note di terziarizzazione lasciano trasparire un vino completamente integro in cui è presente un nucleo fruttato costituito da mele lasciate macerare, olive e vegetazione marina, cui si uniscono tabacco, ferro, ruggine. In bocca entra equilibrato, si impadronisce del centro bocca per espandersi su tutto il palato con una persistenza fuori dal comune, in cui ritornato i sentori floreali e fruttati integrati in una mineralità sapida e salmastra.

Non metto in dubbio che nel contesto generale ci stessero a pennello, ma note di capperi e olive su un Barolo personalmente mi sembrano un po' fuori luogo se prese di per sè, ma forse si tratta proprio di espressioni di una non completa pulizia del vino...
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda apa » 03 giu 2014 00:10

..partito e già tornato, adesso tutto diventa più complicato per me, perchè stasera devo ripartire e credo non riuscirò a partecipare al dibattito prima della fine della settimana (per questo chiedo un po' di pazienza per successivi ampliamenti della discussione). Provo a rispondere all'interessante considerazione di Arnaldo: l'uso di descrittori quali capperi ed olive indicava la presenza di un frutto ancora percepibile nel contesto aromatico e gustativo di un vino integro in cui la sapidità salmastra era molto evidente. Si è trattato di un bel vino, senza evidenti tracce di contaminazione, così come ho cercato di descriverlo, e, forse, nel pieno della sua maturità appare improbabile che potesse migliorare ancora. Pur con tutti gli apprezzamenti espressi, è senz'altro un vino meno ricco, elegante e complesso dei collina rionda che ho assaggiato.
A questo punto, mi sono chiesto quanto fosse appropriato ed insolito l'uso dei descrittori evidenziati da Arnaldo. Sono andato a vedere i miei appunti di degustazione e, rispetto allo stesso vino ho annotato i commenti di chi ha portato la bottiglia sul corredo aromatico: " alghe, metallo, nafta, pungenza del cappero, pietre rosa macinate, iodio, nucleo fruttato con oliva al forno, ginepro, macchia mediterranea..."
Inoltre, ecco le prime note sintetiche che mi ritrovo, sull'analisi olfattiva di qualche altro barolo:
Barolo Vigna Rionda 2008, Luigi Pira: ruggine, catrame vegetale, corteccia, oliva, erbe aromatiche..
Monfortino 2004: carciofo, cardo, fumo di camino, potpourri di fiori macerati, cappero, colatura di alici, iodio...
Barolo Le Rocche del Falletto ris 2001: ferro, ruggine, olive, ciliegia acida, fiori di nespolo, tè bianco, fiori rosa...
Potrei citare altri esempi ma la mancanza di tempo ed il desiderio di esprimermi anche su altri temi connessi mi fa fermare quì su questo punto, per concludere che l'uso dei descrittori in questione non è del tutto insolito.

La questione della pulizia e della gestione della cantina: chi ha avuto conoscenza diretta della dei Canale ed un numero molto maggiore di assaggi, rispetto all'unico mio, già si è espresso riguardo le loro caratteristiche di produttori. Ma la questione della contaminazione dei vini assume parecchi aspetti e mi voglio soffermare brevemente su alcuni di essi.

In linea generale la contaminazione di un vino lo rende poco giudicabile in sede di assaggio e di valutazione. Gli anglosassoni ed in generale i "master of wine" (ed anche dei "comuni mortali" come si leggerà tra poco) non giudicano i vini se c'è anche un lieve sentore di contaminazione. La contaminazione può avere varie caratteristiche e può essere collegata ad una o più bottiglie di un produttore oppure caratterizzare tutto un periodo della sua produzione. Nel primo caso sarà la bottiglia ad essere ingiudicabile (ad esempio, mi è capitato di non poter valutare il Margaux 1996 in una orizzontale di Bordeaux 1996, perchè avvertivo dei sentori estranei al corredo aromatico del vino, mentra altri miei amici forumisti, pur riscontrando la contaminazione, riuscivano ad assegnargli un punteggio. A questo proposito potrei fare numerosi altri esempi ma preferisco fermarmi).
Diversa è la questione se la modalità di conduzione della cantina, di norma, produce dei vini "sporchi". In questo caso è in questione il produttore e non la singola bottiglia. Si è parlato dei Roagna e c'è stato un forumista, da tutti stimato per la sua sincerità e le sue qualità umane, che si è espresso in termini molto forti contro la loro tecnica produttiva. Non c'è motivo di dubitare della sua esperienza anche se, come dirò, non è la stessa che ho avuto io. A dire il vero anche Antonio (un esperto del settore che, nonostante le sue promesse, non mi è ancora riuscito di far scrivere sul forum) pur essendo un appassionato dei vini di Roagna, ritiene che in passato ci sia stato qualche problema nella gestione della cantina in termini di controllo della pulizia e possibili fonti di contaminazione. La mia esperienza è diversa e ne ho anche dato conto sul forum (vedi la mia descrizione dell'assaggio dei Chichet Paje 1998 e 1999 alla Nebbiolo Story del 2012 e del 2013). Inoltre ho fatto diversi altri assaggi dei vini di Roagna sia in cantina da loro che in numerose altre situazioni (l'ultima il 23 gennaio, sempre con Armando, del Crichet-Paje 2001) e ne ho sempre apprezzato la pulizia e la precisione. Quindi, pur accettando le esperienze che altri hanno avuto, diverse dalle mie e me ne dispiace, devo dire che non le posso confermare. A questo punto un breve cenno sulle vigne (anch'esso già proposto nelle mie note sulla degustazione di Marco del 2013). La vigna del Crichet-Paje che ho visto, con piante vecchissime e tenute con cura, è una delle meraviglie della Langa, fa onore al produttore ed a tutti gli amanti del Nebbiolo.
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda pippuz » 03 giu 2014 00:16

Alberto ha scritto:
apa ha scritto:1999 Barolo Az. Agr. Canale Aldo (di Canale Tommaso) (Poderi dell'Antica Vigna Rionda) (Foglio di Mappa n.8. particelle n.251 P. Particelle n. 78 P.)
Granato carico. Corredo aromatico di una complessità unica che rivela sentori distinti ad ogni olfazione. Erbe aromatiche lasciate essiccare, ginepro, vegetazione cresciuta vicina al mare, capperi, note salmastre, tintura di iodio e iodio portato dal mare, i polmoni sembrano acquisire un fiato diverso che ci fa illudere di essere in prossimità di una superficie salata, con alghe odorose in evidenza. Le note di terziarizzazione lasciano trasparire un vino completamente integro in cui è presente un nucleo fruttato costituito da mele lasciate macerare, olive e vegetazione marina, cui si uniscono tabacco, ferro, ruggine. In bocca entra equilibrato, si impadronisce del centro bocca per espandersi su tutto il palato con una persistenza fuori dal comune, in cui ritornato i sentori floreali e fruttati integrati in una mineralità sapida e salmastra.

Non metto in dubbio che nel contesto generale ci stessero a pennello, ma note di capperi e olive su un Barolo personalmente mi sembrano un po' fuori luogo se prese di per sè, ma forse si tratta proprio di espressioni di una non completa pulizia del vino...

Le ha anche il vigna rionda di Oddero quelle note. :wink:
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda ZEL WINE » 03 giu 2014 00:55

Quando (se?) arriverò alle pietre rosa macinate, mi fermerò. :D
fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda paperofranco » 03 giu 2014 10:45

apa ha scritto:..partito e già tornato, adesso tutto diventa più complicato per me, perchè stasera devo ripartire e credo non riuscirò a partecipare al dibattito prima della fine della settimana (per questo chiedo un po' di pazienza per successivi ampliamenti della discussione). Provo a rispondere all'interessante considerazione di Arnaldo: l'uso di descrittori quali capperi ed olive indicava la presenza di un frutto ancora percepibile nel contesto aromatico e gustativo di un vino integro in cui la sapidità salmastra era molto evidente. Si è trattato di un bel vino, senza evidenti tracce di contaminazione, così come ho cercato di descriverlo, e, forse, nel pieno della sua maturità appare improbabile che potesse migliorare ancora. Pur con tutti gli apprezzamenti espressi, è senz'altro un vino meno ricco, elegante e complesso dei collina rionda che ho assaggiato.
A questo punto, mi sono chiesto quanto fosse appropriato ed insolito l'uso dei descrittori evidenziati da Arnaldo. Sono andato a vedere i miei appunti di degustazione e, rispetto allo stesso vino ho annotato i commenti di chi ha portato la bottiglia sul corredo aromatico: " alghe, metallo, nafta, pungenza del cappero, pietre rosa macinate, iodio, nucleo fruttato con oliva al forno, ginepro, macchia mediterranea..."
Inoltre, ecco le prime note sintetiche che mi ritrovo, sull'analisi olfattiva di qualche altro barolo:
Barolo Vigna Rionda 2008, Luigi Pira: ruggine, catrame vegetale, corteccia, oliva, erbe aromatiche..
Monfortino 2004: carciofo, cardo, fumo di camino, potpourri di fiori macerati, cappero, colatura di alici, iodio...
Barolo Le Rocche del Falletto ris 2001: ferro, ruggine, olive, ciliegia acida, fiori di nespolo, tè bianco, fiori rosa...
Potrei citare altri esempi ma la mancanza di tempo ed il desiderio di esprimermi anche su altri temi connessi mi fa fermare quì su questo punto, per concludere che l'uso dei descrittori in questione non è del tutto insolito.

La questione della pulizia e della gestione della cantina: chi ha avuto conoscenza diretta della dei Canale ed un numero molto maggiore di assaggi, rispetto all'unico mio, già si è espresso riguardo le loro caratteristiche di produttori. Ma la questione della contaminazione dei vini assume parecchi aspetti e mi voglio soffermare brevemente su alcuni di essi.

In linea generale la contaminazione di un vino lo rende poco giudicabile in sede di assaggio e di valutazione. Gli anglosassoni ed in generale i "master of wine" (ed anche dei "comuni mortali" come si leggerà tra poco) non giudicano i vini se c'è anche un lieve sentore di contaminazione. La contaminazione può avere varie caratteristiche e può essere collegata ad una o più bottiglie di un produttore oppure caratterizzare tutto un periodo della sua produzione. Nel primo caso sarà la bottiglia ad essere ingiudicabile (ad esempio, mi è capitato di non poter valutare il Margaux 1996 in una orizzontale di Bordeaux 1996, perchè avvertivo dei sentori estranei al corredo aromatico del vino, mentra altri miei amici forumisti, pur riscontrando la contaminazione, riuscivano ad assegnargli un punteggio. A questo proposito potrei fare numerosi altri esempi ma preferisco fermarmi).
Diversa è la questione se la modalità di conduzione della cantina, di norma, produce dei vini "sporchi". In questo caso è in questione il produttore e non la singola bottiglia. Si è parlato dei Roagna e c'è stato un forumista, da tutti stimato per la sua sincerità e le sue qualità umane, che si è espresso in termini molto forti contro la loro tecnica produttiva. Non c'è motivo di dubitare della sua esperienza anche se, come dirò, non è la stessa che ho avuto io. A dire il vero anche Antonio (un esperto del settore che, nonostante le sue promesse, non mi è ancora riuscito di far scrivere sul forum) pur essendo un appassionato dei vini di Roagna, ritiene che in passato ci sia stato qualche problema nella gestione della cantina in termini di controllo della pulizia e possibili fonti di contaminazione. La mia esperienza è diversa e ne ho anche dato conto sul forum (vedi la mia descrizione dell'assaggio dei Chichet Paje 1998 e 1999 alla Nebbiolo Story del 2012 e del 2013). Inoltre ho fatto diversi altri assaggi dei vini di Roagna sia in cantina da loro che in numerose altre situazioni (l'ultima il 23 gennaio, sempre con Armando, del Crichet-Paje 2001) e ne ho sempre apprezzato la pulizia e la precisione. Quindi, pur accettando le esperienze che altri hanno avuto, diverse dalle mie e me ne dispiace, devo dire che non le posso confermare. A questo punto un breve cenno sulle vigne (anch'esso già proposto nelle mie note sulla degustazione di Marco del 2013). La vigna del Crichet-Paje che ho visto, con piante vecchissime e tenute con cura, è una delle meraviglie della Langa, fa onore al produttore ed a tutti gli amanti del Nebbiolo.


Prendo spunto da questo intervento di apa per ampliare la discussione sull’approccio alla degustazione e sulla comunicazione della stessa; avrei voluto metterci anche la descrizione del vigna rionda di Canale, che è molto pertinente con l’argomento, ma non mi riesce.
Per prima cosa sgombriamo subito il campo da un dubbio che io stesso avevo avanzato a suo tempo aprendo un altro 3ad: le ciliegie fresche non profumano di niente, con buona pace di vinogodi e dei suoi duroni di Vignola :mrgreen: . Questo è semplicemente un dato di fatto, quindi la nota di ciliegia fresca che spesso viene usata nella descrizione odorosa di un vino(la usiamo tutti, me compreso), non esiste; ci può stare in confettura, o sottospirito, ma non fresca. Quest’ultima può essere avvertita solo per via retronasale.
Ciliegie a parte, è da un po’ di tempo che rifletto sull’approccio alla degustazione di scuola AIS, o altre sigle(tanto penso che siano tutte più o meno uguali), in cui mi sembra che si riservi un’importanza esagerata non tanto all’esame olfattivo in quanto tale, quanto alla ricerca dei singoli descrittori, relegando la parte gustativa in un angolino. Questo fa parte secondo me, anche di un certo modo diffuso di comunicare il vino, in cui il degustatore professionista si trova costretto ad inventare descrittori improbabili e suggestivi per non sembrare scontato. Ve lo immaginate bere un Romanée-Conti e limitarsi a dire che ha un bel profumo di lampone e di violetta perché magari sono le uniche note che si distinguono per davvero? Ti leverebbero l’abilitazione e ti radierebbero dall’albo :mrgreen: .
Chi ha fatto l’esame da degustatore ufficiale, sa bene che in quel contesto, le note dell’analisi olfattiva si inventano di sana pianata, e poi si cerca di mantenere una certa dignitosa coerenza fino in fondo. Ammettiamolo, quanto volte ci siamo sentiti frustrati davanti ad un bicchiere di un vino importante perché non riuscivamo a distillare un numero “congruo” di descrittori?
Personalmente sto cercando di cambiare approccio, comincio ad essere interessato ad una degustazione un po’ più tecnica, diciamo da enologo, in cui si presta maggiore attenzione ad eventuali difetti, e a come si possono legare certe sensazioni olfattive e gustative all’agronomia e alla vinificazione. E poi mi piace dare più importanza all’aspetto affettivo della degustazione, esempio: “questo vino mi piace perché è rustico e autentico e mi ricorda il Chianti di una volta”.

Ps. Prima che qualcuno si offenda, tengo a precisare che credo sinceramente che non tutti i nasi siano uguali, quindi lungi da me voler sminuire la bravura ed il talento, però mi piacerebbe sapere anche i vostri pareri sull’argomento.
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videodrome
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda videodrome » 03 giu 2014 10:56

Intervento un pò off topic.....Qualche giorno fa ho letto su FB la descrizione di Monprivato 2009 fatta (mi pare) da un giornalista di intravino che aveva sentito l'ananas, al che sono sobbalzato...l'ananas nel monprivato è almeno fantasioso come descrittore.
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda davidef » 03 giu 2014 11:10

paperofranco ha scritto: è da un po’ di tempo che rifletto sull’approccio alla degustazione di scuola AIS, o altre sigle(tanto penso che siano tutte più o meno uguali), in cui mi sembra che si riservi un’importanza esagerata non tanto all’esame olfattivo in quanto tale, quanto alla ricerca dei singoli descrittori, relegando la parte gustativa in un angolino. Questo fa parte secondo me, anche di un certo modo diffuso di comunicare il vino, in cui il degustatore professionista si trova costretto ad inventare descrittori improbabili e suggestivi per non sembrare scontato. Ve lo immaginate bere un Romanée-Conti e limitarsi a dire che ha un bel profumo di lampone e di violetta perché magari sono le uniche note che si distinguono per davvero? Ti leverebbero l’abilitazione e ti radierebbero dall’albo :mrgreen: .
Chi ha fatto l’esame da degustatore ufficiale, sa bene che in quel contesto, le note dell’analisi olfattiva si inventano di sana pianata, e poi si cerca di mantenere una certa dignitosa coerenza fino in fondo. Ammettiamolo, quanto volte ci siamo sentiti frustrati davanti ad un bicchiere di un vino importante perché non riuscivamo a distillare un numero “congruo” di descrittori?
Personalmente sto cercando di cambiare approccio, comincio ad essere interessato ad una degustazione un po’ più tecnica, diciamo da enologo, in cui si presta maggiore attenzione ad eventuali difetti, e a come si possono legare certe sensazioni olfattive e gustative all’agronomia e alla vinificazione. E poi mi piace dare più importanza all’aspetto affettivo della degustazione, esempio: “questo vino mi piace perché è rustico e autentico e mi ricorda il Chianti di una volta”.

Ps. Prima che qualcuno si offenda, tengo a precisare che credo sinceramente che non tutti i nasi siano uguali, quindi lungi da me voler sminuire la bravura ed il talento, però mi piacerebbe sapere anche i vostri pareri sull’argomento.


posso concordare pienamente con te ?

quante volte ho bevuto determinati vini con a fianco le note di degustazione di alcuni giornalisti anche molto amati alla ricerca attenta dei descrittori da mille ed una notte :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

personalmente trovo il concentrarsi spasmodicamente sulla fase olfattiva un bisogno di arricchire di interesse un vino dato per amore del vino stesso (in senso buono) o per carenza tecnica del degustatore che non riesce poi ad andare oltre all'impostazione descrittiva edonistica, snocciolo 15 descrittori e sono a posto ed il resto lo liquido in mezza parola

io sono di scuola classica (A.I.S.) e comunque cerco sempre di tenere presente che ci sono varie parti descrittive che possono essere riassunte in mezza battuta o devono essere espletate su 3-4 righe ma che comunque sono utili alla comprensione della dinamica di un vino, e sottolineo dinamica perchè per me è l'essenza della nota, logico che un vino di particolare tridimensionalità porti ad una nota più articolata ma è più l'eccezione che l'abitudine

l'occhio mi da una rapida informazione, il naso ti da la parte più semplice, la bocca ti da la reale chiave di lettura del vino e quà purtroppo devi avere delle basi tecniche di scomposizione del vino dove diversi appassionati sono carenti, il concetto di equilibrio, di stato evolutivo, la lettura dello stato del vino nelle sue dinamiche tra parti dure e parti morbide, la difettosità o la presenza di spigolatura volute o capitate, il ragionamento legato ad aspetti dell'annata nel suo assieme (maturazione, conduzione in vigna, operazioni di cantina dopo)...tutte queste cose vengono spesso messe in secondo piano ma sono le reali informazioni che bisognerebbe comunicare quando si parla di un vino e su cui ci si dovrebbe ritrovare abbastanza nel bicchiere

anche io sono più affascinato dalla degustazione ragionata, magari fossero più presenti note più "pratiche", il bello che bevo spesso con produttori o con tecnici il che da delle chiavi di lettura altrui molto interessanti ma anche in questo caso trovo delle carenze sulla capacità di scomporre un vino che a volte mi mettono in imbarazzo
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yayo85
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda yayo85 » 03 giu 2014 11:31

paperofranco ha scritto:Per prima cosa sgombriamo subito il campo da un dubbio che io stesso avevo avanzato a suo tempo aprendo un altro 3ad: le ciliegie fresche non profumano di niente, con buona pace di vinogodi e dei suoi duroni di Vignola :mrgreen: . Questo è semplicemente un dato di fatto, quindi la nota di ciliegia fresca che spesso viene usata nella descrizione odorosa di un vino(la usiamo tutti, me compreso), non esiste; ci può stare in confettura, o sottospirito, ma non fresca. Quest’ultima può essere avvertita solo per via retronasale.
Ciliegie a parte, è da un po’ di tempo che rifletto sull’approccio alla degustazione di scuola AIS, o altre sigle(tanto penso che siano tutte più o meno uguali), in cui mi sembra che si riservi un’importanza esagerata non tanto all’esame olfattivo in quanto tale, quanto alla ricerca dei singoli descrittori, relegando la parte gustativa in un angolino. Questo fa parte secondo me, anche di un certo modo diffuso di comunicare il vino, in cui il degustatore professionista si trova costretto ad inventare descrittori improbabili e suggestivi per non sembrare scontato. Ve lo immaginate bere un Romanée-Conti e limitarsi a dire che ha un bel profumo di lampone e di violetta perché magari sono le uniche note che si distinguono per davvero? Ti leverebbero l’abilitazione e ti radierebbero dall’albo :mrgreen: .
Chi ha fatto l’esame da degustatore ufficiale, sa bene che in quel contesto, le note dell’analisi olfattiva si inventano di sana pianata, e poi si cerca di mantenere una certa dignitosa coerenza fino in fondo. Ammettiamolo, quanto volte ci siamo sentiti frustrati davanti ad un bicchiere di un vino importante perché non riuscivamo a distillare un numero “congruo” di descrittori?
Personalmente sto cercando di cambiare approccio, comincio ad essere interessato ad una degustazione un po’ più tecnica, diciamo da enologo, in cui si presta maggiore attenzione ad eventuali difetti, e a come si possono legare certe sensazioni olfattive e gustative all’agronomia e alla vinificazione. E poi mi piace dare più importanza all’aspetto affettivo della degustazione, esempio: “questo vino mi piace perché è rustico e autentico e mi ricorda il Chianti di una volta”.

Ps. Prima che qualcuno si offenda, tengo a precisare che credo sinceramente che non tutti i nasi siano uguali, quindi lungi da me voler sminuire la bravura ed il talento, però mi piacerebbe sapere anche i vostri pareri sull’argomento.

Pienamente d'accordo!
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda alì65 » 03 giu 2014 11:41

paperofranco ha scritto:...... ma non fresca. Quest’ultima può essere avvertita solo per via retronasale.....



su tantissima frutta il punto da tenere in considerazione è questo, perché hai mai sentito delle nespole con un profumo deciso? solo mangiando lo senti ed è solo suo, molto netto e chiaro

per il resto sono d'accordo, la poesia fa parte del lato "professionale" del degustatore giornalista/amatore protagonista, tutto il resto non conta
quanto volte gli amici ti chiedono: "che cosa ci senti? dicci di cosa profuma...", è imbarazzante, limitarsi a dire solo 2/3 descrittori netti sembri volertela tirare, esagerare passi da marziano.....non è semplice
ho discusso varie volte con persone "professioniste" sui punti dei descrittori (tipo peonia, la peonia sa di nulla se non estratta per aromi), ognuno ha il proprio corredo dato dall'esperienza accumulata negli anni e in particolare da piccoli
certo che se uno ha sempre abitato in città su vialoni trafficati i profumi sono rari, oppure se uno va in chiesa 3/4 volte al dì l'odore di cero e incenso lo conosce bene, comprese le sfumature da chiesa a chiesa.... :D
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda gianni femminella » 03 giu 2014 11:49

paperofranco ha scritto:
apa ha scritto:


Prendo spunto da questo intervento di apa per ampliare la discussione sull’approccio alla degustazione e sulla comunicazione della stessa; avrei voluto metterci anche la descrizione del vigna rionda di Canale, che è molto pertinente con l’argomento, ma non mi riesce.
Per prima cosa sgombriamo subito il campo da un dubbio che io stesso avevo avanzato a suo tempo aprendo un altro 3ad: le ciliegie fresche non profumano di niente, con buona pace di vinogodi e dei suoi duroni di Vignola :mrgreen: . Questo è semplicemente un dato di fatto, quindi la nota di ciliegia fresca che spesso viene usata nella descrizione odorosa di un vino(la usiamo tutti, me compreso), non esiste; ci può stare in confettura, o sottospirito, ma non fresca. Quest’ultima può essere avvertita solo per via retronasale.
Ciliegie a parte, è da un po’ di tempo che rifletto sull’approccio alla degustazione di scuola AIS, o altre sigle(tanto penso che siano tutte più o meno uguali), in cui mi sembra che si riservi un’importanza esagerata non tanto all’esame olfattivo in quanto tale, quanto alla ricerca dei singoli descrittori, relegando la parte gustativa in un angolino. Questo fa parte secondo me, anche di un certo modo diffuso di comunicare il vino, in cui il degustatore professionista si trova costretto ad inventare descrittori improbabili e suggestivi per non sembrare scontato. Ve lo immaginate bere un Romanée-Conti e limitarsi a dire che ha un bel profumo di lampone e di violetta perché magari sono le uniche note che si distinguono per davvero? Ti leverebbero l’abilitazione e ti radierebbero dall’albo :mrgreen: .
Chi ha fatto l’esame da degustatore ufficiale, sa bene che in quel contesto, le note dell’analisi olfattiva si inventano di sana pianata, e poi si cerca di mantenere una certa dignitosa coerenza fino in fondo. Ammettiamolo, quanto volte ci siamo sentiti frustrati davanti ad un bicchiere di un vino importante perché non riuscivamo a distillare un numero “congruo” di descrittori?
Personalmente sto cercando di cambiare approccio, comincio ad essere interessato ad una degustazione un po’ più tecnica, diciamo da enologo, in cui si presta maggiore attenzione ad eventuali difetti, e a come si possono legare certe sensazioni olfattive e gustative all’agronomia e alla vinificazione. E poi mi piace dare più importanza all’aspetto affettivo della degustazione, esempio: “questo vino mi piace perché è rustico e autentico e mi ricorda il Chianti di una volta”.

Ps. Prima che qualcuno si offenda, tengo a precisare che credo sinceramente che non tutti i nasi siano uguali, quindi lungi da me voler sminuire la bravura ed il talento, però mi piacerebbe sapere anche i vostri pareri sull’argomento.


Da una parte mi sembra che tu ti sia spiegato così bene che non c'è bisogno di aggiungere altro, d'altro canto questo è un forum dove le persone parlano per l'appunto di bere, o degustare vino; è quindi l'argomento per eccellenza. Non vale la pena di aprire un argomento specifico?
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda zampaflex » 03 giu 2014 12:00

Sono d'accordo col Papero. Peccato che a forza di bersi quei vinelli del Chianti acidi e scomposti si sia tarato la bocca sui vini sbagliati :mrgreen: (basta dire che gli piacciono i Village... 8) )
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda pippuz » 03 giu 2014 12:30

Le ciliege non hanno odore ? Ma pensa, va che bisogna aprirle e tagliarle, da "chiuse" magari è più difficile.

Anche la noce di cocco ha lo stesso maledetto problema.
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda BorgognaMonAmour » 03 giu 2014 13:11

Vosne Romanée 2004 di Domaine D’Auvenay Leroy colore quasi rosa, tenue e fine. Il naso esplosivo di incensi, etereo all’esasperazione, intensissimo. La bocca come sempre setosa, sferzante di acidità pulente, nevrotica nel dimenarsi nel bicchiere, mai doma, come volesse liberarsi, divincolandosi, degli impedimenti delle pareti dei bicchieri. Ricordo che in questo Village, in un’annata dove Madame ha ritenuto di non produrre Grands Cru e Premiers Cru, sono confluiti fenomeni enologici come il suo Richebourg, Romanée S.Vivant, Aux Beaux Monts, Aux Brulées… da brividi. Come da brividi questo Village, forse uno dei più buoni mai prodotti e, soprattutto, più emozionanti. Roba da 96 punti.
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda alì65 » 03 giu 2014 13:21

BorgognaMonAmour ha scritto:Vosne Romanée 2004 di Domaine D’Auvenay Leroy colore quasi rosa, tenue e fine. Il naso esplosivo di incensi, etereo all’esasperazione, intensissimo. La bocca come sempre setosa, sferzante di acidità pulente, nevrotica nel dimenarsi nel bicchiere, mai doma, come volesse liberarsi, divincolandosi, degli impedimenti delle pareti dei bicchieri. Ricordo che in questo Village, in un’annata dove Madame ha ritenuto di non produrre Grands Cru e Premiers Cru, sono confluiti fenomeni enologici come il suo Richebourg, Romanée S.Vivant, Aux Beaux Monts, Aux Brulées… da brividi. Come da brividi questo Village, forse uno dei più buoni mai prodotti e, soprattutto, più emozionanti. Roba da 96 punti.
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mai come nel caso dei vini di Madame si divide il gusto, io non gli darei nemmeno 80 punti....
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda vinogodi » 03 giu 2014 13:25

BorgognaMonAmour ha scritto:Vosne Romanée 2004 di Domaine D’Auvenay Leroy colore quasi rosa, tenue e fine. Il naso esplosivo di incensi, etereo all’esasperazione, intensissimo. La bocca come sempre setosa, sferzante di acidità pulente, nevrotica nel dimenarsi nel bicchiere, mai doma, come volesse liberarsi, divincolandosi, degli impedimenti delle pareti dei bicchieri. Ricordo che in questo Village, in un’annata dove Madame ha ritenuto di non produrre Grands Cru e Premiers Cru, sono confluiti fenomeni enologici come il suo Richebourg, Romanée S.Vivant, Aux Beaux Monts, Aux Brulées… da brividi. Come da brividi questo Village, forse uno dei più buoni mai prodotti e, soprattutto, più emozionanti. Roba da 96 punti.
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...concordo e confermo, visto che l'ho bevuto più volte con grande soddisfazione. Sul giudizio personale di ognuno, ci mancherebbe. Leroy chi l'adora come massima esponente vivente, chi ... darebbe 80 punti anche al suo Musigny, ma tantè... 8)
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda Sydney » 03 giu 2014 13:27

Che poi, se non ricordo male, ufficialmente i 2004 sono stati declassati per la malattia del mariti della vecchia, poi morto poco dopo. Io ho bevuto bourgogne, vosne e chambolle. Il primo pagato sui 65 euro, gli altri due sotto i 200. Per me grandissime bevute. Forse non arrivano, nel mio tabellino, a 96 ma non sono distantissimi (soprattutto il vosne).
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda Palma » 03 giu 2014 14:03

Il Vosne è il suo 2004 meno tristo, ma per non solo i 96, ma anche i 90 sono ben lontani. Molto più vicini gli 80 in effetti e non lo pagherei più di 30 euro.
Non sono certo questi i vini che mi possano far rivalutare l'annata.
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda Baroloonline » 03 giu 2014 14:18

Palma ha scritto:Il Vosne è il suo 2004 meno tristo, ma per non solo i 96, ma anche i 90 sono ben lontani. Molto più vicini gli 80 in effetti e non lo pagherei più di 30 euro.
Non sono certo questi i vini che mi possano far rivalutare l'annata.


quoto abbondantemente.
La madame, cosi' attenta alla vile pecunia, ha avuto un motivo ben preciso per non imbottigliare i cru nel 2004.
Possono raccontarmi finche' vuoi del lutto che ha avuto, anche se non riesco a capire come mai i bianchi 2004 sono stati etichettati tutti al Domaine D'Auvenay, mentre sono stati solo declassificati i rossi.
Poi se ragioniamo su questi punteggi (sopra i 90 per intenderci), allora un Saint Vivant di qualsiasi altra annata sfonda abbondantemente i 110
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda gp » 03 giu 2014 14:45

Ma infatti
BorgognaMonAmour ha scritto:Roba da 96 punti

Intendeva appunto 96/120...
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda BorgognaMonAmour » 03 giu 2014 15:05

GP, hai quotato l'interlocutore sbagliato. http://www.doctorwine.it/det_articolo.p ... ticolo=993
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda gp » 03 giu 2014 15:20

Veramente ho quotato l'interlocutore giusto, dopodiché se stavi facendo il ventriloquo di Vinogodi (con finalità di perculamento, immagino) come traspare dal link come facevo a saperlo? :roll:

Comunque su quel sito all'occorrenza la scala in 110mi o 120mi la usano ben volentieri, anche il 96 di Cappelloni al "miglior bianco d'Italia" (il Cuvée I 2011 della nota cantina altoatesina a cui abbiamo dedicato un thread qualche tempo fa) per me appartiene alla stessa categoria.
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda vinogodi » 03 giu 2014 15:48

gp ha scritto:Veramente ho quotato l'interlocutore giusto, dopodiché se stavi facendo il ventriloquo di Vinogodi (con finalità di perculamento, immagino) come traspare dal link come facevo a saperlo? :roll:

Comunque su quel sito all'occorrenza la scala in 110mi o 120mi la usano ben volentieri, anche il 96 di Cappelloni al "miglior bianco d'Italia" (il Cuvée I 2011 della nota cantina altoatesina a cui abbiamo dedicato un thread qualche tempo fa) per me appartiene alla stessa categoria.

...beh , dal riferimento assoluto del forum, accetto qualsiasi lezione ... 8)
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Re: LE BEVUTE DI MAGGIO 2014...

Messaggioda pippuz » 03 giu 2014 15:58

gp ha scritto:Comunque su quel sito all'occorrenza la scala in 110mi o 120mi la usano ben volentieri, anche il 96 di Cappelloni al "miglior bianco d'Italia" (il Cuvée I 2011 della nota cantina altoatesina a cui abbiamo dedicato un thread qualche tempo fa) per me appartiene alla stessa categoria.

Uh :shock: I remember.

Non l'ha ancora bevuto nessuno, se lo saranno litigato russi e cinesi. :lol:
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