Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

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manichi
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda manichi » 24 mar 2014 08:51

Bevute del fine settimana :
Chablis Beauroy 2008 Tribut i 2008 di Tribut cominciano ad essere in beva , l'acidità si sta integrando , questo beauroy conferma la bontà dell'annata
Anjou Les Nourissons 2006 Bernaudeau qui invece annata problematica che limita questo anjou in genere molto buono specie al naso molto carico e con un filo di ossidazione , meglio in bocca dove l'acidità regge ancora
Gevrey Chambertin 1999 Claude Dugat : tappazzo :evil:
Osso San Grato 1999 : buona versione ma mi piaceva di più anni fa , oggi è meno esplosivo , al naso alcune note ferrose , ematiche tendono a prevalere
Brunello Riserva Poggio al vento 1999 : ancora molto indietro , compresso al naso , qualche nota di legno non prevaricante, bocca succosa ma che frena un po' nel finale , da aspettare
Barolo Vigna Rionda 1999 F.lli Oddero : si conferma una grande riuscita , naso molto bello tra frutta rossi , spezie , un tocco salmastro , bocca fittissima , ottimo
Barolo Ris.S.Giuseppe 2001 Cavallotto : S.giuseppe 01 è abbastanza volubile come vino ma la bottiglia giusta come questa regala soddisfazione , vino di un certo volume , molto godurioso
Barbaresco Ris Montestefano 2001 Produttori : bott. non perfetta con la naso una nota di muffetta-stantio , meglio in bocca ma bottiglie gemelle erano decisamente meglio
Barolo Cascina Dardi Bussia 2004 A.G. Fantino si conferma tra i migliori q/p della zona , bel naso tra frutta rossa e un tocco di caffè d'orzo , elegante , bocca precisa , buono
Barolo Lazzairasco 2004 Porro : bel naso molto classico , in bocca il tannino mena ancora , da aspettare
Chianti Classico Borro del Diavolo 1999 Ormanni : tanto, troppo legno
Finii con i campi alle ortiche
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda Palma » 24 mar 2014 13:38

Quoto manichi quasi alla lettera.
Oddero si conferma davvero una bella riuscita, mentre con Poggio al vento continuo ad avere qualche problema di sintonia.
Ormanni purtroppo me lo son perso :mrgreen:
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vittoxx
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda vittoxx » 24 mar 2014 14:44

Osso ingrato 99...
Due bocce bevute, due mitologie altrui che restano tali...
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda arnaldo » 24 mar 2014 19:09

Che abbia gia' passato la fase ottimale di beva ?? Ne abbiamo letto MERAVIGLIE per tanti anni....(forse l'ho bevuto anch'io una volta ma 5/6 anni fa...devo controllare..)....ora comincia a perdere il plus ?????
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda manichi » 02 apr 2014 10:14

Reduci da un bellissimo week end irpino , metto qualche impressione sulle visite in cantina , tutte accomunate dalla grande cortesia e disponibilità dei produttori .
Vadiaperti-Traerte : le selezioni 2012 sono veramente tanta roba dal Torama , impensabile prima una coda di volpe di questo livello, al fiano Aipierti un grande bianco, elegante , in equilibrio perfetto tra una dolcezza soffusa e l’acidità finale ed il greco Tornante forse quello meno decifrabile in questa fase ma sarei fiducioso , più compiuto e molto buono il Tornante 09 , poi due chicche “vintage” il Greco di Tufo vigna Federico II 1996 e uno straordinario Fiano di Avellino 1988 , i 2013 provati da vasca promettono proprio bene con una acidità e sapidità fuori scala
Pietracupa : altra bellissima visita , su tutti un impressionante Greco G 2010 sicuramente tra i grandi bianchi italiani aspettiamo ansiosi l’uscita anche se Sabino non pare avere molta fretta :lol: , i 2013 da vasca confermano l’impressione sulla bontà dell’annata , tra gli assaggi di vini più datati notevoli i Greco 2005 e 2006 , grande finezza sul Taurasi 2010 mentre il 2008 è più materico ma con qualche anno di bottiglia saprà dare soddisfazioni
Perillo : Michele Perillo è un autentico vignaiolo umile e signorile al tempo stesso , la vista dei vigneti a piede franco a Castelfranci varrebbe già il viaggio ma i suoi Taurasi ancora di più , la verticale 99-01 ris-03 ris-04-05-06-08 e 10 in anteprima mostra una serie di vini tutti precisi e al tempo stesso diversi , figli dell’annata , da un 99 di grande materia ad una riserva 2001 dal tannino dolce e oggi godibilissimo , la riserva 03 nella dolcezza del frutto ricorda il calore dell’annata qui gestita meglio che altrove , il 2004 dal naso molto intrigante quasi nebbiolesco solo il finale di bocca un filo esile , la 2005 è forse l’annata più compiuta , un emblema del Taurasi , 2006 meno decifrabile un po’ arruffato , la 08 e la 10 promettono ottime cose ; bonus ulteriore in cantina sono in vendita come annate 2003-2004-2005 quindi vini già alla soglia dei 10 anni dalla vendemmia a prezzi assolutamente concorrenziali , cantina che meriterebbe più notorietà
Tecce : Luigi Tecce è un personaggio , i vini sono un po’ anarchici come lui , non sono forse perfetti e non vogliono nemmeno esserlo , negli assaggi da botte impressiona il Poliphemo 2013 ma anche il 2012 ha una bella materia , tra le annate precedenti in bottiglia veramente bello il 2006 , provati anche una serie di esperimenti come l’aglianico in anfora e l’aglianico liquoroso un personaggio vulcanico come Luigi non può certo accontentarsi dei tre aglianico in uscita .
Anche qui vigneto notevole per età delle viti
Ho come la sensazione che non sarà la nostra unica gita in zona 8)
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda de magistris » 02 apr 2014 19:48

cena di sabato sera alla Locandina di Aiello, note veloci sui vini (depurati dalle bottiglie tappate o storte)

Albarino de Fefinanes III° Ano 2010: passo da vino nordico, con tratti da riesling o silvaner secchi, ancora molto primario con frutto bianco bianco, un po’ in debito di ampiezza e complessità, ma estremamente affilato. In questa fase sembra fin troppo acido rispetto alla struttura, ma probabilmente potrà mettere ciccia in bottiglia e diventare ancora più completo. Promosso, vino che mi piacerebbe ribere più avanti.

Collestefano 2013: praticamente indecifrabile per quanto è primario e fermentativo, con carbonica in evidenza. Si va più che altro a sensazioni e l’idea è quella di un Collestefano promettente, molto verticale ma potenzialmente capace di incrociare anche altri registri.

Volnay 1er cru Champans ’07 – Marquis d’Angerville: vino estremamente serio, inizialmente inquadrato da me come nebbiolo. Quando manichi dice Francia, vado su Borgogna tannica tipo Nuits o Pommard, invece è un Volnay estremamente classico e asciutto, duro il giusto, tutto scheletro e palle. Manca forse la dimensione più ariosa e golosa, l’acidità non è completamente saporita ma resta l’impressione di un vino verso cui si nutre rispetto, autorevole.

Chambolle-Musigny 1er cru Les Fuées 2006 – Mugnier: qui la Borgogna si riconosce in un attimo, Borgogna cipriosa e perfino un po’ “puttana”. Si va velocemente su Chambolle, più difficile riconoscere qui la mano di solito “francescana” di Mugnier. E’ già molto espressivo, con un sottofondo appena verde che fa quasi pensare ai raspi. Siamo sopra i 90 ma non è uno di quei vini che lascia un segno indelebile: piacevolissimo da bere, si gode più col gargarozzo che col cervello.

Barolo Monprivato ’99 – Mascarello Giuseppe: mascarellato. Da raffreddato me ne accorgo fino a un certo punto, anzi lo trovo inizialmente proprio appagante, tonico e godurioso. Poi comincia sempre di più a sporcarsi e non si capisce più una sega.

Barolo Rocche del Falletto 2005 – Giacosa Bruno: probabilmente il vino della serata, pensato subito a Giacosa per la bellissima parte di radici e china, elegantissima e profonda come quasi solo con lui capita. La struttura e il sapore non sono certo quelli di un classico 2005, nebbiolo a più dimensioni di classe e forza. Bellissimo.

Barolo Cascina Francia 2001 – Conterno Giacomo: uno stranissimo Cascina Francia, riconoscibile per l’immancabile cocomero-cetriolo-anguria, arricchito da tante erbe balsamiche e un tocco salmastro. Meno riconoscibile in bocca, perché sembra quasi che non abbia tannino: resta un filo semplice rispetto alle grandi versioni, ma si beve con grande godimento.

Barbaresco Roncagliette 2009 – Olek Bondonio: il vincitore “morale” della serata, perché fa pensare a cose sulla carta più blasonate e perché è uno dei migliori 2009 finora sentiti. Ha frutto ma non è mai pesante o surmaturo, ha un bellissimo scheletro verticale e tannini bucciosi ma per nulla asciutti. C’è solo un tocco riduttivo un po’ da sistemare, ma l’ossigeno gli fa bene e va anche lui a ridosso dei 90.
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda Kalosartipos » 02 apr 2014 20:49

de magistris ha scritto:Barolo Monprivato ’99 – Mascarello Giuseppe: mascarellato.

:lol: :lol: :lol:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda gabriele succi » 02 apr 2014 21:27

Kalosartipos ha scritto:
de magistris ha scritto:Barolo Monprivato ’99 – Mascarello Giuseppe: mascarellato.

:lol: :lol: :lol:

...strano...
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda Deruj » 03 apr 2014 08:55

de magistris ha scritto:Barolo Monprivato ’99 – Mascarello Giuseppe: mascarellato. Da raffreddato me ne accorgo fino a un certo punto, anzi lo trovo inizialmente proprio appagante, tonico e godurioso. Poi comincia sempre di più a sporcarsi e non si capisce più una sega.

Capitò anche a me qualche anno fa; giusto il tempo di scrivere a picard quanto fosse buono e iniziò a irrancidirsi.
:roll:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda Palma » 03 apr 2014 09:41

Deruj ha scritto:
de magistris ha scritto:Barolo Monprivato ’99 – Mascarello Giuseppe: mascarellato. Da raffreddato me ne accorgo fino a un certo punto, anzi lo trovo inizialmente proprio appagante, tonico e godurioso. Poi comincia sempre di più a sporcarsi e non si capisce più una sega.

Capitò anche a me qualche anno fa; giusto il tempo di scrivere a picard quanto fosse buono e iniziò a irrancidirsi.
:roll:

A me è successo diverse volte, infatti ora me lo sgarganozzo subito, senza attenderlo nel bicchiere. Cosa che tra l'altro faccio comunque anche con tutti gli altri vini (buoni) :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda Palma » 03 apr 2014 09:43

Il Rocche 2005 è un gran bel vino, abbastanza nettamente assieme o subito dopo Monfortino il miglior Nebbiolo dell'annata e ne abbiamo avuto conferma anche al pranzo domenicale :mrgreen: strano perchè le etichette bianche fan tutte cagare :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda Palma » 03 apr 2014 10:10

Cascina 2001 a me è piaciuto molto, però sì lo colloco un punticino sotto Giacosa.
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda Palma » 03 apr 2014 12:07

Bondonio io non lo ricordo. Sapete se mi era piaciuto?
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda de magistris » 03 apr 2014 12:10

Palma ha scritto:Bondonio io non lo ricordo. Sapete se mi era piaciuto?


sembrava di sì. e non pubblico le foto seguite a quell'assaggio per amore di patria.. :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda andrea » 03 apr 2014 12:10

de magistris ha scritto:
Palma ha scritto:Bondonio io non lo ricordo. Sapete se mi era piaciuto?


sembrava di sì. e non pubblico le foto seguite a quell'assaggio per amore di patria.. :mrgreen:

codardo.... :twisted:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda de magistris » 03 apr 2014 13:22

Ecco un po’ di note sulle bottiglie del pranzo della domenica (a cui è seguita una cena con altre bottiglie…)

Egly-Ouriet – Grand Cru Millésime Brut ’00: impronta ossidativa al naso, fa pensare a qualcosa di Selosse inizialmente, poi si rinfresca un poco su note agrumate e balsamiche ma resta abbastanza diverso dallo stile teso e acuminati che mi ricordavo in Egly-Ouriet. Meglio in bocca, abbastanza pieno e saporito, non dà comunque l’idea di poter crescere ulteriormente se si tratta di bottiglia completamente a posto.

Gauby – Vin de Pays Cotes Catalanes Blanc Vieilles Vignes ’02: si conferma un grande vino, con una personalità minerale indiscutibile. Alla cieca, come accaduto tutte le altre volte, il pensiero va immediatamente alla Borgogna nonostante la bordolese. E’ ancora lontano dalla piena maturità, anzi, si porta dietro un leggero tocco riduttivo, per il resto tanta frutta bianca e agrumi, roccia, erbe officinali, passo agile e scattante, innervato di sapore. Bianco a più dimensioni, mette d’accordo sensibilità diverse.

Grivault Albert – Meursault Perrières 1er cru 1997: probabilmente il bianco della giornata, ancora molto integro, maturo il giusto, di quella maturità che diventa solo profondità e complessità. Il legno è completamente assorbito tanto che in parecchi al tavolo pensano a Chablis più che alla Borgogna classica. Anche il sorso è più verticale che grasso, continuo, lungo, leggero. Ripiaciuto molto.

Gramenon – Cotes du Rhone Ceps Centenaires La Memé 2004: all’uscita era indecifrabile, promettente ma un po’ faticoso nella beva. Le promesse oggi sembrano in parte mantenute, anche se qualche limite di rusticità continua a portarselo dietro. Oliva nera nettissima per andare subito sul Rodano, un po’ di arbusti, frutto scuro ma turgido, forse un po’ monotematico con qualche velatura animale che non si pulisce mai del tutto. In bocca fa il suo, anche se la chiusura è leggermente asciutta e brusca. Bel vino gastronomico ma non un fuoriclasse. Pacalettiano, ottima la definizione del conte.

Clos du Mont-Olivet – Chateauneuf du Pape 1999: lo comprai in azienda nel 2005 (c’era un’intera verticale in vendita, con prezzi tra i 15 e i 20 euro), ne prendemmo un paio di casse e, a distanza di tempo, sono sempre più rammaricato di non averne preso di più. Un errore dovuto all’inesperienza perché all’epoca conoscevo molto poco la grenache e non riuscivo ad immaginare come e se poteva evolvere ancora un vino già così pronto, appagante ed espressivo. In quasi dieci anni, invece, non si è mosso di una virgola e ha solo acquisito ulteriore fascino ed armonia. Con le basi grenache succede così: sembrano quasi terziari abbastanza presto ma poi si mantengono molto solidi e stabili su quelle impronte per tanto tempo.
Non mi ha mai tradito una volta e pure in questa occasione ha convinto tutti: autorevole, elegantissimo, disteso, uno dei vini della giornata.

Clos Rougeard – Saumur-Champigny Le Bourg 2009: non tutti i Le Bourg vanno bevuti vecchi. Questo non ha nemmeno iniziato il suo percorso probabilmente ultradecennale ma sa essere già adesso estremamente godibile e carnale. Abbinamento incredibilmente appropriato con la minestra maritata, note vegetali assenti, tanto frutto rosso polposo e approfondimenti grafitosi, scheletro e spalla. Niente di cerebrale, vino di anima e sostanza. Riconosciuto da tutti in un amen.

Rousseau – Gevrey-Chambertin 1er cru Clos Saint Jacques 2002: anche questo riconosciuto molto velocemente da tutti, sia l’annata che il manico. Tripudio balsamico, frutto rosso ancora tonico, verticalità essenziale ma mai algida, non ancora completamente sferico e compiuto ma stapparlo oggi non dà rimpianti. Eletto vino della giornata, anche se istintivamente non è il vino che vorrei ribere a tutti i costi.

Mastroberardino – Taurasi Castelfranci Ris. ’68: beccato anche questo dal conte in pochi secondi, non è la migliore bottiglia stappata in questi anni (soprattutto aromaticamente) ma non si può certo dire che sia cattivo… Grande matrimonio con l’agnello, impressiona una volta di più il connubio tra forza, eleganza e sapidità, ormai merce rara da trovare sull’aglianico purtroppo.

Clos de Gamot – Cahors 1959: primo tappo e prime imprecazioni su quello che poteva essere il rosso della giornata, bottiglia mitica recuperata con molta fatica con sughero perfettamente imbevuto senza rompersi e livello ancora nel collo.

Bertani – Amarone 1977: anche qui il conte ci arriva subito. Gran bella versione, con frutto scuro turgido e cioccolatoso, ma di insospettabile scioltezza e bevibilità nel sorso, irresistibilmente secco e saporito. Quando l’Amarone è così, specie quando lo si attende, piace veramente a tutti.

Montus – Madiran Cuvée Prestige 1995: come spesso è accaduto, alla cieca fa pensare a un autorevole Bordeaux di riva sinistra, magari non un premier ma una seconda linea sì. Chi lo ha detto che il tannat deve essere per forza cupo ed estrattivo? Questo ha grazia e bevibilità, con soltanto qualche impuntatura vegetal-balsamica e una leggera scodata asciutta finale. Forse non è ancora all’apice ma si conferma una bellissima alternativa (il 1990 un paio di anni fa era davvero splendido).

Palari – Faro Palari 1996: è la quinta volta che lo bevo, anche questo non ha mai deluso. Prima di arrivare all’Etna gli amici spaziano tra tanti territori nobili, si conferma versione fine e goduriosa, con legno integrato, tanta forza sapida senza ridondanze alcoliche o estrattive. Non si è praticamente mosso negli ultimi 3-4 anni, ma non lo aspetterei comunque oltre.

Berthet-Bondet – Chateau-Chalon 1988: adoro questi vini, specialmente dai vent’anni ad andare indietro ma capisco che non siano esattamente le bottiglie da stappare tutti i giorni e con qualunque piatto. Questo sul caciocavallo stagionato funzionava perfettamente, ma l’ultimo bicchiere me lo sono goduto come dopocena: vero vino da meditazione, che potrebbe evolvere per almeno un altro trentennio aggiungendo ulteriore complessità a quella sinfonia di spezie, tabacco, cuoio, erbe secche, canditi, ostriche e tanto altro ancora. Secco secco, con tanta freschezza.

Forteto della Luja – Loazzolo Moscato Passito 1989: non ringrazierò mai abbastanza Aldo Deruj per averla inserita in un nostro baratto. Un piccolo gioieillo, nominato abbinamento ufficiale della pastiera napoletana: peccato fosse solo la mezzina, ne avrei bevuto tre volte tanto.

Benedict Loosen Erben - Auslese 1976: non ce la faccio a riportare tutti i nomi indicati in etichetta. Soffre dopo il Forteto della Luja perché chiaramente ha meno dolcezza, meno spalla e lunghezza, ma ha buona complessità ed integrità. Uno di quei vini che non invecchiano mai del tutto, probabilmente.

(continua)
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda de magistris » 03 apr 2014 13:44

Giusto il tempo di una passeggiata barcollante per il corso di Avellino e un caffè, poi ritorno a casa per iniziare la cena, tradizionalmente aperta ormai dalle olive ascolane del buon franc. In abbinamento:

Bollinger – La Grande Année 2000: sgargarozzato velocemente, ottimo ma mi è sembrato forse fin troppo “pronto”.

Selosse – Champagne Rosé (sboccatura 2005): gran bella bottiglia, senza alcun cenno di stanchezza, tutto agrumi e spezie orientali.

Vadiaperti – Greco di Tufo 1992: è vero che l’alsaziana aiuta, ma anche qui non mi aspettavo che beccassero tanto velocemente il vitigno. Nessuno pensava però che fosse un ultraventenne in piena forma, terroso e linfatico con passo da vino rosso. Era forse una bottiglia appena più matura, fin dal colore, rispetto alle migliori, che hanno la parte agrumata e salina ancora più in evidenza, ma ogni volta lo trovo emozionante.

Chantemerle – Chablis 1er cru L’Homme Mort (monopole) 2004: questo invece ha avuto una brutta evoluzione negli anni. Era brillantissimo e saporitissimo all’uscita, nel tempo ha perso complessità e forza motrice. In poche parole deludente, da stappare.

Oddero – Barolo Vigna Rionda 2001: dopo un’esitazione iniziale, anche su questo gli avr arrivano rapidamente. Nebbiolo di indiscussa personalità, ma mi rendo conto di trovarmi maggiormente in sintonia con altri cru e manici: c’è ampiezza e sviluppo, materia e freschezza, ma quella prugna alla fine mi lascia sempre un po’ distaccato. Anche questo è così da qualche anno, non diventerà mai probabilmente un fuoriclasse di finezza e dettagli, ma se si cerca un Barolo robusto ed autentico qui si pesca bene.

Aldo Conterno – Barolo Granbussia Ris. 1989: seconda serie di imprecazioni, tappo malefico e il resto immaginatevelo voi.

Giacosa – Barolo Rocche del Falletto 2005 Etichetta Bianca: vuoi non stapparlo dopo averlo bevuto la sera prima? Ma ti pare… Bottiglia ancora superiore a quella della cena di sabato.

Conterno Giacomo – Barolo Cascina Francia 2006: non in una splendida fase, in un po’ spiazzante all’inizio, prima che si metta in primo piano il solito cuor di cocomero. Al palato dominano i tannini del 2006 per il momento, ma probabilmente va solo atteso un po’ per ritrovarlo al massimo livello.

Forse ho dimenticato qualcosa, ma chi se ne frega: stupendo week end con amici speciali, che spero ritornino a trovarmi presto…
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda arnaldo » 04 apr 2014 09:09

Beh,,,,complimenti.....e per il CONTE che mi sembra le abbia beccate quasi tutte.....e per la diversita' delle proposte....inutile dirVi che mi attizzano Clos de Mont Olivet,Madiran e Jura...(belle note Luigi.....).......
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda de magistris » 04 apr 2014 09:14

arnaldo ha scritto:Beh,,,,complimenti.....e per il CONTE che mi sembra le abbia beccate quasi tutte.....e per la diversita' delle proposte....inutile dirVi che mi attizzano Clos de Mont Olivet,Madiran e Jura...(belle note Luigi.....).......


chi è Luigi? :shock:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda arnaldo » 04 apr 2014 09:31

de magistris ha scritto:
arnaldo ha scritto:Beh,,,,complimenti.....e per il CONTE che mi sembra le abbia beccate quasi tutte.....e per la diversita' delle proposte....inutile dirVi che mi attizzano Clos de Mont Olivet,Madiran e Jura...(belle note Luigi.....).......


chi è Luigi? :shock:


Paolo,scusa... :lol: :lol: ogni tanto do' i numeri...anzi ultimamente mi accade spesso... :lol: :lol:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda arnaldo » 04 apr 2014 09:32

Ti ho promosso Sindaco!!!! :D :D
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda de magistris » 04 apr 2014 10:11

arnaldo ha scritto:Ti ho promosso Sindaco!!!! :D :D


:lol: :lol: :lol:
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda Palma » 07 apr 2014 11:01

Veloce, veloce i vini di sabato, poi arriveranno i commenti di manichi:

- Cuvée special Egly Ouriet
- Colestefano 2013
- Montrachet 2007 Sauzet
- Echezeaux 2006 Michelet Bissey
- Charmes Chambertin TVV 2008 Roty
- San Giuseppe 2001 Cavallotto
- Monfortino 2005 Conterno
- Acclivi 2005 Burlotto
- Rocche Rivera 2004 Luigi Oddero
- NSG Vaucrains 2007 Chavillon tappo
- Saffredi 1998 Pupille
- San Paolo 2010 Pievalta
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda paperofranco » 07 apr 2014 11:15

Palma ha scritto:Veloce, veloce i vini di sabato, poi arriveranno i commenti di manichi:

- Cuvée special Egly Ouriet
- Colestefano 2013
- Montrachet 2007 Sauzet
- Echezeaux 2006 Michelet Bissey
- Charmes Chambertin TVV 2008 Roty
- San Giuseppe 2001 Cavallotto
- Monfortino 2005 Conterno
- Acclivi 2005 Burlotto
- Rocche Rivera 2004 Luigi Oddero
- NSG Vaucrains 2007 Chavillon tappo
- Saffredi 1998 Pupille
- San Paolo 2010 Pievalta


Sono molto curioso del Saffre....ehm....... :mrgreen: ........volevo dire dello Charmes-Chambertin TVV 2008 di Roty. Ho tentato di andare a trovarlo tutti e tre gli anni che sono stato in Borgogna, inutilmente. Mai bevuto il suo vino e non ricordo di aver mai letto una nota da queste parti.

ps. sul serio, perché avete bevuto un saffredi?
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fable_81
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Re: Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

Messaggioda fable_81 » 07 apr 2014 11:24

paperofranco ha scritto:
Palma ha scritto:Veloce, veloce i vini di sabato, poi arriveranno i commenti di manichi:

- Cuvée special Egly Ouriet
- Colestefano 2013
- Montrachet 2007 Sauzet
- Echezeaux 2006 Michelet Bissey
- Charmes Chambertin TVV 2008 Roty
- San Giuseppe 2001 Cavallotto
- Monfortino 2005 Conterno
- Acclivi 2005 Burlotto
- Rocche Rivera 2004 Luigi Oddero
- NSG Vaucrains 2007 Chavillon tappo
- Saffredi 1998 Pupille
- San Paolo 2010 Pievalta


Sono molto curioso del Saffre....ehm....... :mrgreen: ........volevo dire dello Charmes-Chambertin TVV 2008 di Roty. Ho tentato di andare a trovarlo tutti e tre gli anni che sono stato in Borgogna, inutilmente. Mai bevuto il suo vino e non ricordo di aver mai letto una nota da queste parti.

ps. sul serio, perché avete bevuto un saffredi?


Molto curioso pure io sul 2008 di Roty.
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
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