Messaggioda Ludi » 21 gen 2014 10:19
Sabato sono andato in visita (o dovrei dire omaggio?) a Lino Maga, nel suo santuario di Broni.
Ho avuto la netta impressione di aver colto l'opportunità di conoscere e di parlare con uno degli ultimi "grandi vecchi" del vino. Lino è un uomo di poche parole, che non alza mai la voce, che da l'impressione di ascoltare la terra ed il vino durante i suoi lunghi silenzi.
Ci accoglie nella sala degustazione, davanti a decine di bottiglie aperte. Accende la prima sigaretta (ne seguiranno molte altre), affetta pane e salame per noi, e comincia a stappare e versare....senza seguire apparentemente alcun filo logico, alternando annate vecchie ed appena uscite. Eppure, paradossalmente, ci fa capire il suo vino meglio di molti altri "scientifici" produttori.
Nell'ordine assaggiamo Barbacarlo 2010, 2011, 2007, 2009, 1986, 2002, 1983, 2012, per finire con Montebuono 2010. Delle vecchie annate, la 1983 è addirittura commovente, con i toni terziari che stentano a nascondere un frutto vivo e vivace, sostenuto dalla percepibile dolcezza in bocca. Tra le ultime, menzione speciale per 2012 e 2007, due "fratelli spirituali" di grande suadenza, con assassina beva nonostante gli importanti tenori alcolici.
Le due ore e mezzo che abbiamo passato con il Maestro sono state per me uno dei momenti più illuminanti e commoventi della mia vita di appassionato del vino.