penso che questa battuta fornita dal buon Alberto (grazie dell'assist) sintetizzi quanto male facciano certi messaggi comunicativi di gruppi di aziende oggi ben presenti a livello marketing, lo dico senza polemica (noooooo...

) , ma non considerare i vini della zona est è una emerita baggianata proprio per i riflessi positivi che hanno avuto nella zona classica....un pochino di memoria degustativa concreta potrebbe far tornare a galla le volatili alte, le pulizie così così di botti e cantine, i residuoni di zucchero, le amarenone non stramature ma quasi marce, la compravedita di uve da zona a zona con buona parte dei sentori di durone di Mazzano

, alcuni aspetti produttivi quanto meno ondivaghi sui vini...
poi qualche produttore che doveva ritagliarsi spazi in zone meno note ha cominciato globalmente a curare tutti questi aspetti come si deve ed allora chi spacciava tutto per classico allora si è dovuto rimboccare le maniche e lavorarci meglio con il risultato che finalmente ci sono bei vini su tutte le vallate pur con le peculiarità diverse dei territori e delle esposizioni...ma se la Valpolicella fosse ancora oggi formata solo dal nucleo classico penso staremo a parlare di ben altri vini
la vera qualità oggi, non quella che racconta l'Espresso che premia con voti alti una valanga di vini prodotti dalle cantine sociali e dagli imbottigliatori da botte di enne centinaia di migliaia di bottiglie per capirci (ahh la bevibilità...

) dove è più percepibile ? o se non la vera qualità almeno il tentativo critico di tirare fuori vini più cesellati, definiti, comunque frutto di pensieri più profondi di un po' di tempo fa ?
domandona.....
