Messaggioda davidef » 02 nov 2013 21:29
Romanée-Conti Grand Cru, 1,8 ha
Ho bevuto alcune volte questo vino ma sempre quando sai che devi incontrarlo non riesci mai a partire neutrale, siamo onesti ma inconsciamente davanti a questo bicchiere potenzialmente saremo tutti un pochino ipnotizzati per tutto ciò che rappresenta questa bottiglia e di conseguenza magari un filo generosi, la orima volta che una bottiglia di queste è entrata nella mia cantina penso di essere andato a guardarla nei due-tre mesi successivi…
Ma in questo caso non ci sono problemi di coscienza, non c’è nessuna velina, nessun sistema di autolusinga sottile, nulla, non serve niente, a mezzo metro dal bicchiere (e non scherzo…ho dovuto spostarlo durante la degustazione) capisci già e ti maledisci perché era meglio se non lo bevevi
Primo imprinting tartare di chianina e peonia, bizzarro mix di fiori e carne cruda, una contrapposizione su note dolci/aspre per poi aprirsi come la ruota di un pavone in un mondo dove c’è tutto, cosa volte e che vi dica ? che c’erano i frutti dell’echexeaux ? i tratti marini/boschivi del Richebourg ? la nota speziata ed il the del La tache ? potrei investire mezz’ora a scrivervi mille cose ma basta una parola, TUTTO …ed hai capito, e soprattutto a strati, a fasi, a rotazioni del bicchiere…
La bocca poi è il “solito” piombo fuso, l’abituale liquido con un peso specifico diverso, non ti schiaffeggia come il Richebourg ma ti spennella direttamente l’interno delle guance di melassa borgognona densa che se non fosse per quella acidità/mineralità di fondo resteresti quasi “disgustato” da quanto satura, lo assaggio a piccolissimi sorsi non perché sia poco (ho pure rabboccato) ma perché è “troppo” e va dosato, intendiamoci l’equilibrio sarà a venire, molto a venire, ma la potenza di questo vino trova riferimenti su registri forse di altre aree e lo posiziona senza problemi nell’olimpo della miglior bottiglia di Borgogna rossa bevuta nella mia vita, siamo forse sopra al 2009 per incisività complessiva, 100 tondi e non se ne parla più, fine dei giochi, tutti a casa a sognare una bottiglia che penso non sarà mai più bevibile in vita mia
Montrachet Grand Cru, 0,7 ha
durante una degustazione di questo tipo procedo sempre con una prima ricognizione olfattiva di tutti i bicchieri fermi, poi una seconda fase a bicchiere singolo in movimento e poi con dei micro assaggi scelgo l’ordine di assaggio…quest’anno ho messo Montrachet per ultimo così per netta pelle d’oca alla base del collo al primo micro assaggio….poi mi sono fatto possedere dalla coppia Richebourg/Romanée-Conti e ci sono tornato su un po’ perplesso di non averlo messo prima visto le performance dei due titani…..fortuna lo ho tenuto ultimo…
netto timbro di anice/sambuca per partire poi a stendersi su una pietra scaldata dal sole dove sopra ci hai buttato ad abbrustolire tutte le erbe di montagna che vuoi, cenni di lavanda come componente floreale, quest’anno meno fiore giallo maturo ma più spinta piccante/aromatica, netta la nocciola fresca e le gradazioni del burro senza che queste però prendano il sopravvento sull’assieme, non c’è nulla di caldo ma molto di aromatico
in bocca è una esplosione nucleare, lo assaggi e quasi ti va per traverso perché dopo Romanée-Conti pensavi non ci potesse essere nulla in grande di sgrassarti la bocca invece qua hai trovato il competitor che apre le finestre, cambia aria, risciacqua tutto e rispennella le pareti della bocca caratterizzandosi con una bella pittura a base di minerali duri sciolti nel burro chiaro e arricchiti da una acidità che quasi fa frizzare la lingua, il risultato è una botta assurda perché ti va dritto al cervello e te lo separa in due inebetendoti
ricordavo il 2008 come il più grande vino bianco mai bevuto un filo sopra al 2005 maestoso, qua siamo su quel livello con (mi sembra) un filo di grassezza in più forse data dal bassissimo numero di bottiglie e la relativa concentrazione, Romanée-conti ti violenta per vorticosità e per quantità/assieme degli elementi, Montrachet ti finisce con la capacità di penetrare oltre la soglia dove era arrivato il R.C. non con una varietà mostruosa come il primo ma chirurgicamente taglia le sinapsi occupate dal primo per crearne di nuove, vino pazzesco…100…con lode…e questa è una bottiglia che si deve ribere, più rara del Romanée-Conti ma più accessibile va provata una volta nella vita, fate la follia come per il Richebourg, fate a meno di bere bianchetti per sei mesi e con quello che risparmiate una salta fuori, ascoltatemi, fatelo, io sto già cercando