vittoxx ha scritto:Marsellus, verso la fine della lista avevi finito le faccine o lui faceva così cag... era così poco apprezzabile?

Ma fammi capire: come pensi di essere credibile, fuori dalla cerchia dell'oratorio, nell'assegnare
una faccina e mezza su cinque ad un vino come l'ES?!?
Ho capito, ti paga vittoxx.
Ma perché non ammettere che non capite una beneamata fava di Primitivo? che siete fatti per altro?
Sarete bravissimi con il nebbiolo ed il sangiovese, ma di primitivo non capite, semplicemente, nulla. Non fa per voi.
Ma lo sai quanto fa 1,5 faccine su 5? 70, massimo 74/100. Ma ti sembra credibile? Ma che cazzo ti han versato nel bicchiere? Eri ancora sobrio o non eri forse ampiamente sbronzo da non accorgerti che ti ha versato della coca diet sgasata?
Oggi, Luculiano pranzo del CCCP da Lucianone: si è bevuto, assegnando le nostre autorevolissime valutazioni rigorosamente alla cieca, come da tradizione, così…
Metodo Classico Brut Luigi Ghisleri cuvee – Colonnara
Il verdicchio è un vitigno della madonna e da Colonnara sanno farne bene ed economici. Come apripista con i tarallini due bicchieri volati in un “amen”, che a casa di Luciano è suona come una bestemmia, e via andare. Luciano mi diceva costa niente: devo dire che questo è il vantaggio del verdicchio sugli altri vitigni a bacca bianca: se ne fanno di ottimi che costano davvero poco, questo è un esempio. Gli manca l’allungo, però scendeva e dissetava, nel caldo mezzodì pugliese (26/28° e pranzo in giardino), che era uno spettacolo.
Cote de Provence 2012 – Chateau du Sarrins
Sapendo che era il rosato di chi aveva portato un pugliese ed un francese, sin dal colore s’è capito che era il francese. Colore a cavallo tra l’arancio spento ed il ramato scarico, profumi gradevolissimi floreali e di primavera, bocca che volava di sorso in sorso e si faticava a trattenere. Bell’allungo. Il sole ed il caldo gli donavano un ruolo da prim’attore durante gli antipasti. S’è fatto apprezzare ed una cosa è chiara: per i rosati nostrani la strada è ancora lunga, molto molto lunga.
Derthona Montecitorio 2010 – Vigneti Massa
Prima volta davanti ad un bicchiere di timorasso. Vitigno complesso, e per me di non facile interpretazione. Naso inizialmente compresso, chiuso, poi però iniziando dalla bocca si sente la stoffa di un vino tosto, impegnativo, consistente, cerebrale. Gran sapidità e lunghezza, ma non mi ha conquistato al 100%. Incuriosito però sì, abbastanza da volerlo riprovare, decisamente.
La Dame de Onze Heures 2010 St. Emilion Gr. Cru Cl. – Domaine de Valmengaux
Buonissimo.
Taglio bordolese di una eleganza esemplare, dove tutto era smussato, dove la parola spigolo, semplicemente, non esiste. Era l’unica bottiglia non stagno lata, lasciata a Beppe da un cliente ieri sera, che non aveva particolarmente apprezzato, e che noi qui ringraziamo. Vellutato, morbido, persistente. Azzardo il pari merito con ... (vedi il penultimo della lista)
Onda del Tempo 2010 – Amastuola
Blend pugliese a base di primitivo di manduria, aglianico, cabernet sauvignon e merlot. Gli mancava un pelo di profondità ed allungo, ma stuzzicava il palato e l’olfatto con la sua miscellanea di profumi e sensazioni. Presentava una punta in eccesso di smalto, che perderà di certo vista la giovinezza, che però non disturbava oltremodo (i vini sono stati tutti aperti senza alcun anticipo), e soprattutto costa poco. Da provare di nuovo e tenere in considerazione per la categoria rapporto q/p. Concordo con Luciano, non si faceva tracannare.
Brunello di Montalcino 2005 – Biondi Santi
Sin dal colore era chiarissimo si trattasse di Sangiovese, ed infatti il bravo Beppe azzecca al primo colpo, precisando, "Brunello". Sarà stata un’annata di merda, ma al Greppo hanno tirato fuori un bellissimo vino. Considerato il prezzo direi che c’è da prenderne un po’, perché di Biondi Santi “economici” non so quanti se ne vedranno ancora… Inutile soffermarsi su cosa regalava al palato: le solite cose di un gran brunello anche se in annata sfigata. Che poi è il ruolo che chiediamo ai grandi produttori, no?
Solaia 1993 – Antinori
Altra annata difficile, ma altra boccia di livello eccellente, a maggior ragione che aveva ampiamente superato la maggiore età. Il naso era inconfondibile di Cabernet Sauvignon , la punta speziata e di concia che ancora aveva nonostante i venti anni doveva far pensare al Sangiovese toscano serio. In una parola, piaciutissimo.
Sol 2006 – Ezio Cerruti
Qui non c’era nulla di scontato, a parte che fosse un vino dolce. Acidità, persistenza, naso fruttato intenso. Alla stappatura qualcuno ha pensato ad un botritizzato, ma poi è bastato poco per capire che così non era. Certo, non è proprio un passito tradizionale, vellutato e piacione, di quelli da sgargarozzare sovrapensiero, però è un gran vino dolce. Da ricomprare e tenere per un pomeriggio d’inverno, per accompagnare una lettura e qualche pezzo di torrone, piuttosto che un appetizer casalingo a base di castelmagno… per Luciano: l'ho pagato 23€ (boccia da 375).