Messaggioda paperofranco » 14 ott 2013 15:09
Forse sono la persona meno indicata e senza alcun diritto di scrivere su questo bollettino, ma visto che nessuno si fa avanti lo faccio io perché la giornata di sabato non può passare così, senza commenti.
Ho già ringraziato il padrone di casa in privato per l’ospitalità; qui mi limito a dire che se non fosse stato per la compagnia molesta, il cibo rabberciato e i vini andati, probabilmente sarebbe anche stata una buona giornata…….
Veniamo appunto ai vini.
Aperitivo con Tarlant 1998, molto buono. Me l’aspettavo più dalle parti dell’ossidazione, e invece ha messo in evidenza freschezza e tensione gustativa. Sorprendente per tenuta il Frassitelli Casa d’Ambra 1988. Dico, stiamo parlando di una biancolella d’Ischia, con tutto il rispetto, e solo il fatto che non fosse un vin santo è per me encomiabile. Corton-Charlemagne di Boillot, mi sembra 2008, ancora un po’ segnato dal legno. Corton bianco di Chandon Brialles, non ricordo l’annata, note floreali e mielose, di buona freschezza al gusto; a me è piaciuto. Un Anjou non ricordo di chi, mi sembra del 2001: profilo aromatico e gustativo classico da chenin maturo, buono.
Questo era solo l’antipasto, adesso passiamo ai piatti forti.
1° batteria di sangiovese 2001: brunello schiena d’asino di Mastroianni, brunello Le Chiuse, Pergole Torte.
Le Chiuse buono, solo leggermente sbilanciato su una puntina di alcol al naso, mangiando funziona alla grande. La partita è però fra gli altri due: sono indeciso fino all’ultimo e il cuore mi porterebbe a dire Pergole, ma secondo me alla fine lo schiena ha qualcosa in più. Pergole fascinoso e leggermente decadente con un naso spostato su sfumature animali/selvatiche; lo schiena d’asino è terroso e sanguigno, e rivela una spinta ed uno spessore gustativo superiori. Gran bella versione, comunque due vini di alto livello.
2° batteria di nebbiolo 1995: Sorì Tildin di Gaja, Ris. Granbussia di Aldo Conterno, Cà Morissio di Mascarello, Monfortino.
Sono stati serviti a due a due, in sequenza, Gaja vs Granbussia e Cà Morissio vs Monfortino.
Il Tildin io l’ho trovato un po’ troppo bordoleggiante, con una certa nota fumé. Per carità, elegante e setoso, però messo in mezzo a quei monumenti al nebbiolo non ha avuto scampo, e nel confronto diretto con il Granbussia perde alla grande. Quest’ultimo veramente bello, un grande vino. Nell’altra mini-tenzone la spunta Monfortino: semplicemente esaltante, colto in un momento di beva spettacolare; profondo e completo. Il Morissio è secondo me il migliore degli anni ’90, una bellissima versione, anche se lo sento ancora leggermente contratto e compresso nei profumi; comunque non credo che potrà raggiungere le vette di eleganza dell’altro.
Batteria nebbiolesca a sorpresa: barolo Cerequio di marengo Merenda 1982, barbaresco Pajorè 1971 di Giovannini Moresco.
Il primo mi fa pensare ad una bottiglia non perfetta: un po’ pungente e non del tutto a fuoco.
Il secondo, per me, è pura emozione, racchiude in sé tutta la magia del grande nebbiolo meravigliosamente invecchiato. Un vino commovente e dal fascino senza tempo.