Chisura con i "botti"...
BdM Poggio all'Oro 1995 Banfi: tappo, maledetto tappo! Molti amici sono rimasti delusi...
Paleo 1997 Le Macchiole: ormai Paleo è nettamente il vino più svalutato di questo forum ma in modo del tutto infondato. Chi continua a sostenere che i vini del '97 sono cotti (*) deve assaggiare i prodotti dei grandi vignaioli come (era) Eugenio Campolmi. Nessn sentore di frutta cotta, tantomeno di bruciato: al contrario un vino ancora giovanissimo, con nuances quasi violacee ma dal colore brillante, trasparente nel bicchiere. Naso di bellissimo increccio fra prugna, garofani e terra, venata da un vegetale buono, felce e bambù. Sorso pieno ma pulito, dal tannino avvolgente, l'acidità sostenuta e la persistenza lunga, lunga. Bellissimo vino, il preferito dai miei ospiti.
Barolo Cannubi San Lorenzo 1998 G. Rinaldi: che il Citrico avesse centrato in pieno l'annata 1998 ormai lo savo da molto tempo; al netto della variabilità delle bottiglie, quelle buone di Brunate le Coste mi avevano sempre esaltato. L'ho detto anche a lui: secondo me nessuno ha interpreatato l'annata nelle Langhe come lui. Malgrado ciò, questo Cannubi mi ha spiazzato per la giovinezza ma anche per l'equilibrio, il naso pulitissimo e fruttato (l'anguria finale era da applausi), la bocca goduriosa, addirittura elegante, di grande bevinibiltà sebbene con una lunghezza non esagerata (forse figlia di un tannino già molto rotondo e probabilmente non fittissimo nemmeno in origine). Per me vino della giornata e nessun rimpianto per aver aperto questo raro gioiello dell'enologia italica.
(*) una breve nota di chiarimento sulla questione dei toscani 1997: come moltissimi produttori mi hanno spiegato, fu un'annata difficile che colse alla sprovvista tutti i produttori che all'epoca erano "lanciati" verso l'abbassamento delle rese e l'ipermaturazione delle uve (tanto di moda per poter vendere nel ricco mercato USA). Chi ad agosto fece la vendemmia verde convinto che a settembre il clima si sarebbe rinfrescato, fece un grande errore: attualmente i vini cotti esistono ma sono solo quelli figli di una cattiva gestione della vigna a partire dalla la metà di agosto. Chi invece lasciò tutte le foglie, favorì la protezione dei grappoli e non portò acini disidratati in cantina. Anche la posizone (meno soleggiata) di certe vigne influenzò il risultato come pure la profondità dell'apparato radicale. Chi aveva reimpiantato da poco (per aumetare la resa) si ritrovò con vigne disidratate dal calore dell'annata. Insomma la classica annata difficile in cui il "manico" del vignaiolo fece la differenza.