Ho incontrato Cogliati in un paio di occasioini e letto i suoi libri sullo champagne con interesse (anche l'utimo, Champagne, il sogno fragile, è anche interessante); delle vigne della Champagne trasformate per anni in discariche a cielo aperto, si sapeva. Dell'esagerazione dei decenni scorsi nello sfruttamento del territorio, pure. Penso che alla fine lo Champagne, inteso come vino, mi piaccia molto più di quanto poi non ne beva (anche se cerco di berne ogni volta che posso...

) e ne beva molto meno di quanto possa effetivamente farmi male per le sostanze nocive che possono essere eventualmente presenti nel terreno.
Quindi continuo a berne, con grande godimento e senza pensare a quel che so. Che però son contento di sapere.