Messaggioda samuyahu » 28 giu 2013 17:35
Rossese 2012 Maccario-Dringenberg: indimenticabile frutto turgido appena spaccato, di perfetta maturazione, arrapante e irresistibile, con un floreale di rose rosa intenso e sensuale, tra sbuffi salmastri, erbe aromatiche, spezie e incenso; naso-calamita che ti costringe ad avvicinare la bocca, nella quale il vino scorre bilanciato, setoso, e si concede completamente nella sua deliziosa estroversione: come un bacio dolcissimo è il tratto gustativo, una lieve libidine che si apre immediatamente allo specchio aromatico con il quale sfuma e che lascia la mente, più che beata e in contemplazione del finale, furibonda e alla ricerca di un nuovo bicchiere e di un nuovo incontro con il vino.
Rossese 2012 Terre Bianche : subito composto e intenso, complesso nella sua austerità, lancia eleganti richiami balsamici dal finocchietto selvatico ad erbe aromatiche con tratti di montagna, moltissimo rabarbaro, mirtillo e pepe e cappero, e una mineralità precisa, marmorea con tratti salini, una rosa purpurea e carnosa, e il ventaglio con il tempo si amplifica e si alleggerisce al contempo, mantenendo la sensazione di una austerità ferma e sicura, forte della propria ricchezza. Anche la bocca si concede lentamente e nello stesso modo, con passo sicuro, allarga e allunga, ricca ed equilibrata, con tannini impeccabili e freschezza minerale, dal finale coerentemente complesso e territoriale.
Rossese Beragna 2012 Ka' Mancinè: naso inizialmente segnato da riduzione giovanile - che se ne andrà, come è sempre accaduto, con l'affinamento in bottiglia-, e che si apre in seguito a note fruttate fresche di ribes rosso, lampone, fragolina e poi uva, e più calde di giuggiole; netti richiami marini, canniccio, mentuccia e timo. In bocca è fresco, succoso, dal tannino impalpabile, equilibrato e delicatissimo ma lungo, con la nota sapida-minerale di gesso e di sale che batte sul palato e domina il finale incorniciato dagli accenti balsamici delle erbe aromatiche mediterranee. Vino già buonissimo, ma anche da attendere con fiducia per il futuro, come conferma l'assaggio parallelo dello strepitoso 2010, ora francamente aperto e appena all'inizio del suo lungo percorso di piena godibilità. Riesce ad essere delicato e carismatico ad un tempo, come sempre.
Rossese Galeae 2012 Ka' Mancinè: una apparente maggiore apertura e godibilità olfattiva non deve metter fretta: è un vino tutto da aspettare, aromaticamente in fasce e tattilmente, in bocca, carismatico come pochi.
Il naso è portato avanti dal fiato alcolico che ancora spinge vigoroso, e veicola sentori di frutti rossi molto maturi, abbondanti, e rosolio, rosmarino, salgemma, canniccio, un accenno fungino, una profonda stratificazione difficile da capire in questo momento, con una nota agrumata presente in sordina che guadagna peso con la lunga sosta nel bicchiere. Bocca con attacco dal bell'equilibrio e che scorre rapida verso un centro nel quale si ferma, si amplifica, prende la carica, e, nonostante il calore non indifferente, si fa sentire in ogni suo lato aderendo perfettamente al cavo orale, amplificando il frutto, gli echi balsamici, il tannino, la spezia, e lo scroscio inesausto di sale che accompagna la lunghissima persistenza. Per come si presenta ora, si sarebbe desiderato solo un briciolo di quota acida in più nel finale, ma è certo che questo calore è soprattutto giovanile, accentuato dall'imbottigliamento certamente recente, e dalla solforosa ancora molto libera, come accade anche nel vino precedente: questione di aspettare ancora un poco e far riposare i vini. Una cosa è certa: la bocca ha nel finale un passo serio, importante, inusitato per un vino in genere percepito come 'semplice e beverino' da chi non conosce la capacità del Rossese di esprimersi perfettamente come ragazza al primo appuntamento, signora in abito da sera, donna misteriosa e/o compagna per una vita. Pochi vini possono essere tutto questo con la stessa capacità di riuscire ugualmente autentici.
Il confronto con i 2010: appena aperti, a casa, Beragna e Galeae 2010 si sono presentati impressionanti per finezza olfattiva: nessuna nota di riduzione, assolutamente aperti. Messi in frigo, portati al ristorante, versati a un certo punto della serata, erano entrambi divenuti puro fungo, quasi in una apparente ossidazione; ma chi conosce anche poco le evoluzioni del Rossese non si spaventa: girando i calici per qualche minuto, e attendendo ancora, ecco riaprirsi il ventaglio olfattivo, ecco emergere il mare su tutto con i frutti e le note diverse dei due vini, dei due vigneti voglio dire, con le bocche che confermano la grazia esemplare dell'annata. Galeae 2010 ha un finale di bocca da brividi reiterati. A chi si sia fermato alle riduzioni di due anni fa o dell'anno scorso, e non li ha apprezzati, va il mio sorriso sadico e compiaciuto: peggio per voi, io ne ho la cantina stipata, grazie a Dio.