Messaggioda l'oste » 15 dic 2013 17:52
Buon pranzetto, finalmente un domenica di riposo e coccole liquido-solide.
Con una tartare di pescespada condita con pesto di finocchietto selvatico e mandorle, olio xv, pizzico di peperoncino, briciole di pane croccante:
Fiano di Avellino 2010 - Tenuta Sarno, profumi delicati ma netti, si mischiano come un ventaglio di fiori, agrumi, quel freddo che sa di minerale e ritrovi sulla lingua, stimolante, equilibrato.
Un vino che parte sussurrato ma che mentre lo bevi ti rendi conto di aver davanti un bel vino. Chiaccherando con demagistris mi palesava meno slancio per storie di tipicità ma io che nun saccio, sono lontano da quelle zone e dalla sua conoscenza, ignorando il di cui, ho goduto da mero bevitore.
Abbinamento però centrato e vino piaciuto.
Con vol-au-vent gigante con patè di fegatini spalmato sul fondo e ricoperto da ragù di quaglia al vinsanto e timo:
Clos Vougeot 2001 - Domaine Renè Engel, fatta la premessa di parzialità sempre e comunque con questo produttore scomparso, dentro c'era l'essenza, quintessenza, ultimessenza della mia Borgogna preferita. Lo slancio aromatico va dalle fragoline esotiche e balsamiche, al tartufo evolutivo, petali di rosa secchi, ma soprattutto c'era la cola, descrittore che mi fa sbavare, quasi come l'arancia sanguinella. In bocca la souplesse è in slow motion, è un documentario che testimonia come anche per un grand cru come Vougeot, così esteso e rischioso per le fregature, si possa parlare di tipicità, di sua indole che è guerriera ma con la leggerezza lucida delle armature di una legione di fanteria, niente cavalli, niente Morey e al naso qualche fruttino che sembra scappato dalla vicina Flagey Echezeaux. Piaciuto molto (tarato senza affetto, piaciuto molto lo stesso).
Con piccolo brasato di fusello con polenta:
Gattinara Galizja 2007 - Il Chiosso, da sempre sostengo che oltre alla morbida finezza dei barbaresco o all'altera classe dei barolo, quando un Gattinara fa il suo dovere, la sua eleganza scintillante fa ugualmente onore al nebbiolo in purezza. Dal primo tuffo di naso, l'angolo della bocca si estende in quella micro espressione sorridente che sai già che sarà un bel bicchiere. Senza star troppo sul naso però bevo subito, curioso di verificare una cosa, l'equilibrio. Una bottiglia che si può usare come bolla per lavori edili tanto è precisa e con naso e bocca che fanno a gara per farti dire quale ti piace di più.
Gran bel vino ed è già la terza bottiglia, escluderei la casualità. Piaciuto un bel po'
Con camembert di capra, marmellata di zucca zenzero e limone:
Urziger Wurtzgarten Kabinett 2012er - Merkelbach, al netto della mia enoinesperienza sui riesling tedeschi (anche se negli ultimi anni cerco con impegno di recuperare il bicchiere perduto), qui i profumi fanno immaginare un bel futuro, ma è indubbiamente jung, gli elementi sono ancora pressofusi a palla e non ha senso cercare il vino nelle sue forme evolute e fissabili dal tempo. Ma disfruttare della sua piacevolezza, quasi da bibita leggermente alcolica, è una goduria per naso e bocca. Piaciuto.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.
Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini