vinogodi ha scritto:paperofranco ha scritto:...La risposta la sai: tutte le cose che hai elencato. Alla fine la prima, che potrebbe sembrare la meno importante, di fatto è strettamente legata alle altre.
...non sono assolutamente d'accordo. Diciamo che è un plus che permette di avere facilitazioni per chi lavora nel campo del vino, non il fine ultimo e, soprattutto, non è quello l'elemento qualificante neppure nell'accezione professionale: conosco fenomeni discriminanti di appassionati che non hanno niente a che vedere con la sommellerie, non per questo partecipano a concorsi o gare di alcun tipo. Sta di fatto che oggi, il Sommelier, secondo il mio punto di vista va (andrebbe) considerato più nell'accezione del divulgatore del buon bere , del comunicatore della "cultura del vino" (non necessariamente il bere alto), dell'evangelizzatore del piacere , affrancandosi da un triste retaggio di cameriere specializzato alla mescita , immagine professionale ben consolidata dalle varie associazioni che vedono nella promozione individuale da parte di sfortunati predestinati ad un triste destino di portatori di piatti, un loro punto di forza nel promuovere l'adesione , pagata, alle varie associazioni, compreso il lucroso business della formazione; né ultimo quelle delle gare cinof... ahem , del "bravo sommelier" campione di qualcosa. Chiaro, figure del genere sarebbero ben meno gestibili di una bella schiera di pinguini irregimentati ( e, molte volte, con ragionamenti sul vino al limite dell' enodecerebrato) con la tazza al collo e la terminologia da enodislessico del "poco, abbastanza, poco, abbastanza, poco, abbastanza". Fermo restando che queste gare possono essere una occasione di promozione individuale per cui umanamente comprensibili, non credo sia questo il modo per qualificare un intero comparto di gestori della cultura del vino.
PS: chiaramente tutto ciò è quanto penso io, non necessariamente condivisibile, l'ho premesso ...
PPS: sono Sommelier , uno dei primi a Parma, AIS da almeno una ventina d'anni; ho organizzato corsi di secondo e terzo livello, ed è da una ventina d'anni che vedo una degenerazione progressiva dell'immagine del Sommelier causa strumentalizzazioni più o meno pro domo di qualcuno...
Sai bene che quella da te disegnata è una caricatura funzionale al tuo discorso critico allargato all'associazione, discorso che per altro condivido, ma che rischia di fare di tutta l'erba un fascio e tirare dentro gente di reale valore. Credo che se hai fatto servizio quand'eri giovane e hai frequentato per anni l'AIS, di gente brava, professionisti e non, ne avrai conosciuta almeno quanto me, sicuramente molti di più.
Secondo me un sommelier bravo dà un valore aggiunto che difficilmente può dare un cameriere: fanno una cosa diversa ed ognuno può essere bravo o no, nel proprio lavoro. L'elenco Nelle Nuvole a me sembra di qualità per un bravo sommelier, non di difetti.
C'è oggi in giro, un po' in tutti i campi, una certa tendenza allo svilimento delle competenze, che io trovo preoccupante.
Le gare. Fanno i campionati di tutto, dei pizzaioli, dei gelatai, non vedo perché non dovrebbero farne uno dei sommelier. Potrà interessare o meno, ma è innegabile che per arrivare anche solo a partecipare a quella competizione, occorra una preparazione straordinaria. Leggo sempre con un misto di sgomento e ironia qualche sedicente fenomeno(ogni tanto capita anche qui) che dileggia la figura del sommelier, li vorrei vedere a servire il vino ad una cena di gala o a ragionare davanti ad una platea con il calice in mano, sarei proprio curioso.
Uno stimato sommelier francese diceva qualcosa di questo tipo: "se non sono capace di riconoscere alla cieca un Pauillac o un St. Emilion, come posso consigliare l'uno anziché l'altro in abbinamento con l'agnello?". Io credo che il senso sia, non fare sfoggio di bravura per stupire gli amici, ma avere una padronanza e conoscenza tale della materia vino che può fare la differenza, quando si tratta di mettere quel famoso "valore aggiunto". Ovviamente non è solo questo, qui siamo nella sfera della competenza e della professionalità; la gradevolezza e l'approccio empatico di un sommelier sono un'altra cosa.