cesmic ha scritto:Francvino ha scritto:cesmic ha scritto:kubik ha scritto:Chiedo a voi illuminati amanti del verdicchio (anche io ne sono amante, e pian piano mi sto illuminando
)
Verdicchio dei castelli di Jesi classico sup Sabbionare 2011 (L.136112)ha un intensità olfattiva e soprattutto retrolf. potentessima, saturante, molto più nella serata di apertura della boccia (durata 2 giorni)
ma che prosegue per il retronasale anche i giorni dopo.
E' imperniata su quello che riesco a ricondurre ad un trittico di mango, legno nuovo/smaltoso e glicine? O anice trasfigurato dall'intensità, come quando senti
le boccette dei profumi, quindi a ultra concentrazione e quasi irriconoscibili?
Almeno al naso, dopo un bel pò nel bicchiere e i giorni dopo l'apertura, presenta anche altro, appena l'anice, sicuramente un frutta pasta gialla,
tra cui anche ananas, senza peraltro profondità o articolazione. In bocca torna lui però, il trittico, punto e ti annienta tutto!
A me disturba tutta questa potenza su questo specifico descrittore tricorno, lo rende monocorde, è come in perenne risonanza.
La bocca di per sè (senza considerare l'ingombrante retrolfatto) non è neanche male, abbastanza voluminoso (tra 14 %, non brucianti comunque, e glicerina )
ma non è goffo ne seduto, si destreggia bene merito di una discreta acidità e una leggera scia sapida. La chiusura però è abbastanza ammandorlata.
Ma fa legno? E' tipicità? Cosa sento?
Grazie mille
Assolutamente solo acciaio. Sabbionare, secondo me, rappresenta l'archetipo del verdicchio "classico". E' un vino sempre "generoso" ed in annate piene (anche troppo) come la 2011, immagino, senza averlo assaggiato, che vada un pò fuori giri.....
Toh, chi si rivede! Cesmic.
Potresti ricevere un omaggio floreale a breve. Luca Mazzoleni mi ha chiesto come stavi e gli ho detto che eri morto.
Si è chiuso in un pietoso raccoglimento accompagnato dal borbottio di una (probabile) prece.
Scratch, scratch, scratch......
Orpolà veramente!!!
Riecco il cazzone!!! Di nuovo a spasso???
Comunque la scorsa settimana ho stappato Gli Eremi 2006 di La Distesa (ricordi che lo comprammo insieme nella mitica estate 2008?).
Beh, all'apertura sembrava ben al di là del
rigor mortis, nel senso che olezzava già un poco di decomposizione ed in bocca aveva l'espressività di un
de cuiusL'ho lasciato una notte ed un giorno e la sera dopo è letteralmente risorto. Vabbè, non è arrivato alla roscida fragranza, però ha ripreso sfumature, anice, fiori appassiti, mela cotogna, soprattutto albicocca disidratata e soprattutto grandissima sapidità in bocca che la sera prima non aveva proprio per niente.
Ricordo che già da giovane faceva questo scherzo, nel senso che cresceva e migliorava a 1, 2 e anche 3 giorni dalla stappatura.
Ora, la bottiglia della settimana scorsa forse non posso dire che mi abbia eccezionalmente esaltato in assoluto, ma questa sua capacità di migliorare e anche tanto col passare non delle ore, bensì dei giorni mi ha profondamente colpito.
Di certo è un'interpretazione molto singolare.