Sarò telegrafico:
I MIEI ASSAGGI DI OGGI - PARTE PRIMABIBI GRAETZ:
Tralasciando bianchi e rossi di base, corretti ma non molto caratterizzati:
Bugia 2011 con bei ritorni mielati, non freschissimo ma abbastanza lungo, non malaccio;
It's a Game 2010 (ex Grilli del Testamatta) di medio peso, beverino ma non diluito, vale un più che discreto CC: il carattere in fondo è proprio quello;
Soffocone 2010 più scuro, ombroso, tannino leggermente in evidenza, il più indietro dei tre 2010, buon vino da aspettare parecchio secondo me;
Testamatta 2010 un bel ruffianone, con una dolcezza di fondo (rimanendo un vino comunque non privo di freschezza) che mi ha coinvolto meno;
Canaiolo 2009 dal colore molto scarico, florealità complessa, tannini appuntiti, fresco, mi ha colpito;
Colore 2007 un po' una via di mezzo tra canaiolo (al naso) e Testamatta (in bocca), a prescindere dal prezzo fuori dal mercato, il vino in sè c'è di sicuro.
CORZANO E PATERNO:
Terre di Corzano 2010 delicato, leggiadro, dinamico, insomma un gran bel Chianti base;
Tre Borri Riserva 2009 con un filino di legno da assorbire, materia non eccezionale, un pochettino di alcol in evidenza;
Tre Borri Riserva 2006 altra bestia in grande annata, austero e tannico e giovanissimo;
Il Corzano 2008 maturo, c'è ovviamente uno scatto di densità rispetto ai vini da solo sangiovese, senza però scadere in eccessi, vino gustoso e "concreto" ed abbastanza pronto;
Passito di Corzano 2001 sublime, non trovo altri aggettivi efficaci.
Bella visita, non solo per i vini ma anche per la simpatia e disponibilità di Alioscia Goldschmidt. Oli (monocultivar frantoio e moraiolo, se ricordo bene) peraltro molto buoni.
SAN GIUSTO A RENTENNANO:
Chianti Classico 2011 sul frutto, leggera asciugatura sul finale di bocca, paga dazio all'annata molto calda;
Le Baroncole 2010 iper-giovane, teso come una corda di violino, prefigurazione di quello che potrà essere il Percarlo 2010 ancora in bacino di carenaggio (l'annata 2010 in Chianti, a detta di Luca Martini, ricorda la 2004 nell'impianto dei tannini e nella finezza complessiva, ma con più nerbo acido);
Percarlo 2009 quasi "miracoloso": un Percarlo così giovane e già così disteso e a briglia sciolta, non lo si era mai visto...da bere letteralmente a secchiate, senza ritegno già da ora;
La Ricolma 2010 naso terroso, chiantigiano al 110%, in bocca "tradisce" un filo di rotondità rispetto ai compagni di scuderia, molto corpo, anche questo da aspettare parecchio tempo.
ADRIANO MARCO & VITTORIO:
Barbaresco Sanadaive 2010 vs Barbaresco Basarin 2010e
Barbaresco Sanadaive 2009 vs Barbaresco Basarin 2009Pur con le diversità dell'annata (mi interessa molto provare altri 2009 langaroli, mi pare un'annata di tanto frutto ma anche di una certa agilità, a differenza della 2007) lo stacco di passo e profondità è evidente in entrambi i confronti, a vantaggio ovviamente del cru di Neive; detto questo, non sottovaluterei il primo se uno vuole un bicchiere di nebbiolo meno impegnativo e comunque ben confezionato, visti i prezzi contenutissimi che ben sappiamo;
Barbaresco Basarin 2008 vs Barbaresco Basarin Riserva 2008Bella finezza tannica per entrambi, più profondità ma anche un frutto leggermente "spiritato" per il Riserva; l'annata invece si esprime con molta compiutezza e misura, nel pieno stile "understated" dell'azienda: per me il loro bicchiere più interessante di oggi;
Barbaresco Basarin Riserva 2006Meno limpido del 2008, con un tannino un po' verde e impreciso, che non ricordavo nel Basarin annata 2006; la signora Grazia, moglie di Vittorio Adriano, mi ha detto che hanno anticipato leggermente la raccolta.
Per concludere, un
Chinato 2010 da far provare a chi pensa che i chinati siano dolcioni e stucchevoli. Praticamente secco, "facile" e splendido senza meno.
A domani per la Parte Seconda...
