barone79 ha scritto:il tempo è tiranno,giusto qualche nota veloce e sintetica delle ultime bevute.....
il tempo sarà tiranno, ma quello di bere vedo che non ti manca


barone79 ha scritto:il tempo è tiranno,giusto qualche nota veloce e sintetica delle ultime bevute.....
Andyele ha scritto:barone79 ha scritto:il tempo è tiranno,giusto qualche nota veloce e sintetica delle ultime bevute.....
il tempo sarà tiranno, ma quello di bere vedo che non ti manca![]()
vinogodi ha scritto:...diciamo che i Chianti base se la giocano con i Nebbiolo base, e qui si che conta il gusto personale. I Nebbiolo base di Burlotto, Rinaldi,Sottimano & C ( e sono centinaia...) costano davvero un beneamato cazzo e sono di una bontà straordinari, soprattutto in un contesto di abbinamento gastronomico. Sui Borgogna da quattro soldi (quelli base) lascio pure io perdere, perchè su questo campo noi italiani siamo vincenti senza meno , in termini di fantomatici rapporti Q/P, diciamolo chiaramente. Indipendentemente dalle "fonti alternative" di reperimento, bella cazzata perchè non tutti hanno il bel tempo di scazzarsi andando in Borgogna direttamente o arrischiarsi con le vendite online, io di villages seri di Borgogna difficilissimo trovarne, se non sulla punta delle dita di un paio di mani, a meno di 40-50 Euro. Lasciamo poi perdere il ragionamento di chi si prende la settimana canonica di ferie per andare in cantine di Borgogna di mezza classifica a elemosinare qualche boccia . Le stesse bocce in enoteca, che rimane il luogo di approvvigionamento canonico del 99% degli utenti, le trovi poi almeno al quadruplo, quindi come si fa a prenderle come punto di riferimento? Ma io sono di gusti un pochettino pretenziosetti. In Italia, a 20-30 Euro già ci compro l'80% delle grandi bottiglie. Non lasciamoci travisare dalle bicchierate da enomaniaci che compaiono periodicamente su questi schermi. IO il vino lo bevo a pasto quotidianamente e col piffero che sul desco ho tutti i giorni dei villages di Borgogna , nonostante sia attento quasi maniacalmente alla qualità di quel che sta nel bicchiere e forse è l'unico bene su cui non faccio le pulci economiche in quanto spesa d'acquisto...Palma ha scritto:Nebbiolino ha scritto:Palma ha scritto:Voglio spezzare una lancia a favore della Borgogna, se per bere bene si intende proprio bere bene, non è che ci siano poi molte zone dove lo si può fare a così buon mercato.
Se parli di bianco, nulla da dire.
Se parli di rosso, la penso esattamente al contrario. Per bere bene, ma proprio bene, devi andare a spendere cifre sempre (più) importanti. E pure con risultati tutt'altro che scontati. Restando poi sui vini (rossi) di fascia media e medio-bassa, spesso ne trovi molti caratterizzati da nasi molto belli, ma con una bocca che nella stragrande maggioranza dei casi è be poca cosa... corta, sbilanciata sull'acidità e non di rado diluita.
Se voglio bere bene, ma proprio bene, a buon mercato - ecco, la borgogna rossa è una delle ultimissime zone a cui guardo.
Non sto dicendo che in Borgogna puoi bere alla grande spendendo poco, ma semplicemente che è quasi (le eccezioni confermano la regola) impossibile farlo anche in tutte le altre zone. I grandi vini costano, ciò mi dispiace molto, ma è così.
Sui vini base è quasi sempre questione di gusti, cioè se amo molto il Nebbiolo prenderò di più dalle Langhe, se amo i Borgogna rossi pescherò quelli e via dicendo. Spendo anch'io una parola a favore del Chianti, non perché sia una zona miracolosa, ma perché i vini base sono quelli che più spesso si utilizzano a pasto e sulla capacità e versatilità di abbinamento coi cibi, a mio avviso, non c'è paragone, o quasi.![]()
vittoxx ha scritto:vinogodi ha scritto:...penso neppure io, in tutta sincerità. Ma quanti villages sono a livello di quelli di Roumier? Capitolo , per me "quasi" insignificante, dei prezzi e reperibilità. Salvo Leroy e Rouget, quali altri villages sono così terribilmente irreperibili e carotti quanto quello di Roumier? Io che mi farei i flebo con i suoi Chambolle base, non è che lo ritengo un paragone calzantissimo, quando si parla di certe cifre che ho dedotto dai post iniziali. Non guardiamo a qualche "aggancio" che sul forum abbiamo per ottenerli, ma quante enoteche ci riderebbero dietro ad una richiesta del tipo : "avete qualche vino di Roumier sullo scaffale"? Non parlo se chiedi qualche suo Premier o Grand Cru (peggio del peggio). L'ultimo Chambolle base che ho intravvisto in una enoteca , un paio d'anni fa, era in due esemplari (penso il 2007) e costava quasi 100 Euro...vittoxx ha scritto:Wineduck ha scritto:Ho letto di corsa il dibattito sui prezzi della Borgogna e mi è venuto in mente un film: ricordate quello con Gwyneth Paltrow che si intitolava "Amore a prima svista" (titolo originale Shallow Hal) in cui il pratogonista vedeva la sua donna bellissima e sensuale, anche se in realtà era una cicciona obesa, fino ad innamorarsene perdutamente?
Mi convinco sempre di più che gli "ipnotizzati" dalla Borgogna sono così. La Borgogna: se te ne innamori cambi il tuo parametro di giudizio sul vino, nulla è più come prima, nessun vino ti sembra migliore ed i prezzi che paghi ti sembrano sempre congrui se non addirittura bassi rispetto alla qualità.
Anche se per loro ogni ragionamento razionale è inutile, scrivo due nomi a vantaggio di chi ancora non ha visto la "Madonna di Vosnée" (e magari non la vedrà mai...).
Un ragionamento secco: in quale altra parte del mondo i vini top di gamma costano meno di 50 euro, hanno longevità pluridecennale, finezza assoluta, equilibrio e mobilità olfattiva e gustativa (*), come nel Chianti?
Nomi secchi:
- Il Poggo di Monsanto
- Cepparello
- Percarlo,
- Flaccianello
- Le Pergole Torte (di poco sopra i 50 euro)
- Fontalloro
- I Sodi San Niccolò
- La Gioia
- to be continued....
In Borgogna, attualmente, con 50 franco-marchi si compra un Village di un grande produttore o un premier cru di un produttore di medio livello.
Punto.
(*) caratteristiche dosate in modo diverso in funzione dello stile dei singoli vini
Sarà che ho visto la Madonna, ma non ne cambierei uno con un village di Roumier. Tanto per fare un nome secco
Era per rispondere a "In Borgogna, attualmente, con 50 franco-marchi si compra un Village di un grande produttore o un premier cru di un produttore di medio livello" e per puntualizzare che il cosidetto "top" del chianti è un toppino se basta un village per metterli in fila tutti. Ma si sa, le allucinazioni le hanno sempre e solo gli altri...
paperofranco ha scritto:vittoxx ha scritto:vinogodi ha scritto:...penso neppure io, in tutta sincerità. Ma quanti villages sono a livello di quelli di Roumier? Capitolo , per me "quasi" insignificante, dei prezzi e reperibilità. Salvo Leroy e Rouget, quali altri villages sono così terribilmente irreperibili e carotti quanto quello di Roumier? Io che mi farei i flebo con i suoi Chambolle base, non è che lo ritengo un paragone calzantissimo, quando si parla di certe cifre che ho dedotto dai post iniziali. Non guardiamo a qualche "aggancio" che sul forum abbiamo per ottenerli, ma quante enoteche ci riderebbero dietro ad una richiesta del tipo : "avete qualche vino di Roumier sullo scaffale"? Non parlo se chiedi qualche suo Premier o Grand Cru (peggio del peggio). L'ultimo Chambolle base che ho intravvisto in una enoteca , un paio d'anni fa, era in due esemplari (penso il 2007) e costava quasi 100 Euro...vittoxx ha scritto:Wineduck ha scritto:Ho letto di corsa il dibattito sui prezzi della Borgogna e mi è venuto in mente un film: ricordate quello con Gwyneth Paltrow che si intitolava "Amore a prima svista" (titolo originale Shallow Hal) in cui il pratogonista vedeva la sua donna bellissima e sensuale, anche se in realtà era una cicciona obesa, fino ad innamorarsene perdutamente?
Mi convinco sempre di più che gli "ipnotizzati" dalla Borgogna sono così. La Borgogna: se te ne innamori cambi il tuo parametro di giudizio sul vino, nulla è più come prima, nessun vino ti sembra migliore ed i prezzi che paghi ti sembrano sempre congrui se non addirittura bassi rispetto alla qualità.
Anche se per loro ogni ragionamento razionale è inutile, scrivo due nomi a vantaggio di chi ancora non ha visto la "Madonna di Vosnée" (e magari non la vedrà mai...).
Un ragionamento secco: in quale altra parte del mondo i vini top di gamma costano meno di 50 euro, hanno longevità pluridecennale, finezza assoluta, equilibrio e mobilità olfattiva e gustativa (*), come nel Chianti?
Nomi secchi:
- Il Poggo di Monsanto
- Cepparello
- Percarlo,
- Flaccianello
- Le Pergole Torte (di poco sopra i 50 euro)
- Fontalloro
- I Sodi San Niccolò
- La Gioia
- to be continued....
In Borgogna, attualmente, con 50 franco-marchi si compra un Village di un grande produttore o un premier cru di un produttore di medio livello.
Punto.
(*) caratteristiche dosate in modo diverso in funzione dello stile dei singoli vini
Sarà che ho visto la Madonna, ma non ne cambierei uno con un village di Roumier. Tanto per fare un nome secco
Era per rispondere a "In Borgogna, attualmente, con 50 franco-marchi si compra un Village di un grande produttore o un premier cru di un produttore di medio livello" e per puntualizzare che il cosidetto "top" del chianti è un toppino se basta un village per metterli in fila tutti. Ma si sa, le allucinazioni le hanno sempre e solo gli altri...
Avete mai fatto delle bevute comparate?
vittoxx ha scritto:paperofranco ha scritto:Avete mai fatto delle bevute comparate?
Cioè chianti contro borgogna?![]()
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paperofranco ha scritto:vittoxx ha scritto:paperofranco ha scritto:Avete mai fatto delle bevute comparate?
Cioè chianti contro borgogna?![]()
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Non trovi che sarebbe stuzzicante?![]()
Se mi dai un banchino e una decina di vini da scegliere a mio piacimento sono convinto di fare la mia porca figura.
pippuz ha scritto:Mike76 ha scritto:Vediamo se qualcuno risponde direttamente: dove li comprate in Italia i borgogna under 30/50 euro? Online? Enoteca?
Da Peck il Bourgogne di Gouges costa 28 €, tenendo conto che è una delle enoteche più care del sistema solare
paperofranco ha scritto:Marsannay Clos du Roi 2009 Domaine Bart.
Rubino netto, vivo e luminoso. Bei profumini da pinot noir didascalico ma non freddamente scolastico, dove alle note floreali e fruttate di più immediato approccio si affiancano delle cose che rimandano ad una certa terrosità; un tocco ceroso. Buona presa sul palato, ancora piuttosto giovane ma giustamente scorrevole per un sorso solo un po' freddino che tende a stringere sul finale, ma tutto sommato appagante.
Pagato 14 euro in cantina da loro, direi un prezzo centrato ed un acquisto che mi sento di consigliare a chi passa da quelle parti a caccia di un buon pinot nero senza svenarsi.
gabriele succi ha scritto:paperofranco ha scritto:Marsannay Clos du Roi 2009 Domaine Bart.
Rubino netto, vivo e luminoso. Bei profumini da pinot noir didascalico ma non freddamente scolastico, dove alle note floreali e fruttate di più immediato approccio si affiancano delle cose che rimandano ad una certa terrosità; un tocco ceroso. Buona presa sul palato, ancora piuttosto giovane ma giustamente scorrevole per un sorso solo un po' freddino che tende a stringere sul finale, ma tutto sommato appagante.
Pagato 14 euro in cantina da loro, direi un prezzo centrato ed un acquisto che mi sento di consigliare a chi passa da quelle parti a caccia di un buon pinot nero senza svenarsi.
Dì la verità Franco che a 12 € ti prendi il Chianti cl. base di Roberto Bianchi e godi molto di più...
paperofranco ha scritto:gabriele succi ha scritto:paperofranco ha scritto:Marsannay Clos du Roi 2009 Domaine Bart.
Rubino netto, vivo e luminoso. Bei profumini da pinot noir didascalico ma non freddamente scolastico, dove alle note floreali e fruttate di più immediato approccio si affiancano delle cose che rimandano ad una certa terrosità; un tocco ceroso. Buona presa sul palato, ancora piuttosto giovane ma giustamente scorrevole per un sorso solo un po' freddino che tende a stringere sul finale, ma tutto sommato appagante.
Pagato 14 euro in cantina da loro, direi un prezzo centrato ed un acquisto che mi sento di consigliare a chi passa da quelle parti a caccia di un buon pinot nero senza svenarsi.
Dì la verità Franco che a 12 € ti prendi il Chianti cl. base di Roberto Bianchi e godi molto di più...
Su codesto ci puoi scommettere, ma non sarebbe corretto confrontare un pinot nero con un'uva superiore come il sangiovese.
sundek181 ha scritto:Osso 2005
Rosso rubino limpido, brillante.
Al naso frutta scura, sottobosco, a tratti balsamico, quasi mentolato, ferroso, arancia rossa, un po' di pungenza, pepe
In bocca e' leggermente sbilanciato sull'acidita', ma il sorso e' pieno e avvolgente, un finale lungo, il sentore balsamico ritorna in bocca...
Pagato 30 euro e goduto molto... Cosa devo fare?!?!?!?
paperofranco ha scritto:Marsannay Clos du Roi 2009 Domaine Bart.
Rubino netto, vivo e luminoso. Bei profumini da pinot noir didascalico ma non freddamente scolastico, dove alle note floreali e fruttate di più immediato approccio si affiancano delle cose che rimandano ad una certa terrosità; un tocco ceroso. Buona presa sul palato, ancora piuttosto giovane ma giustamente scorrevole per un sorso solo un po' freddino che tende a stringere sul finale, ma tutto sommato appagante.
Pagato 14 euro in cantina da loro, direi un prezzo centrato ed un acquisto che mi sento di consigliare a chi passa da quelle parti a caccia di un buon pinot nero senza svenarsi.
vittoxx ha scritto:sundek181 ha scritto:Osso 2005
Rosso rubino limpido, brillante.
Al naso frutta scura, sottobosco, a tratti balsamico, quasi mentolato, ferroso, arancia rossa, un po' di pungenza, pepe
In bocca e' leggermente sbilanciato sull'acidita', ma il sorso e' pieno e avvolgente, un finale lungo, il sentore balsamico ritorna in bocca...
Pagato 30 euro e goduto molto... Cosa devo fare?!?!?!?
Pentirti o affermare che l'alto piemonte è certamente migliore della borgognaTertium non datur
Ps: dimenticavo, potresti sostenere che è anche meglio del monfortino, a quel prezzo poi vuoi mettere...
sundek181 ha scritto:Osso 2005
[...]
Pagato 30 euro e goduto molto... Cosa devo fare?!?!?!?
sundek181 ha scritto:vittoxx ha scritto:sundek181 ha scritto:Osso 2005
Rosso rubino limpido, brillante.
Al naso frutta scura, sottobosco, a tratti balsamico, quasi mentolato, ferroso, arancia rossa, un po' di pungenza, pepe
In bocca e' leggermente sbilanciato sull'acidita', ma il sorso e' pieno e avvolgente, un finale lungo, il sentore balsamico ritorna in bocca...
Pagato 30 euro e goduto molto... Cosa devo fare?!?!?!?
Pentirti o affermare che l'alto piemonte è certamente migliore della borgognaTertium non datur
Ps: dimenticavo, potresti sostenere che è anche meglio del monfortino, a quel prezzo poi vuoi mettere...
Il problema e' che mi piace anche la borgogna... Sia bianca che rossa, e sopratutto quando mi stappo un semplice chianti di Castellinuzza e Piuca, con le diversita' del caso, mi fa godere anche quello, e non disdegno nemmeno tutta la gamma di Montevertine...e ce ne sarebbero molti altri, sia Italiani che Franzosi, ognuno con le sue caratteristiche, che a seconda della serata mi fanno impazzire in egual modo...
Pensate ad una serata in totale cazzeggio con amici a cui di vino non importa nulla, sarebbe inutile un Monfortino come un Musigny, molto meglio un pian del ciampolo, non credete? Tutto io lo rapporto alla situazione.
l'oste ha scritto:paperofranco ha scritto:Marsannay Clos du Roi 2009 Domaine Bart.
Rubino netto, vivo e luminoso. Bei profumini da pinot noir didascalico ma non freddamente scolastico, dove alle note floreali e fruttate di più immediato approccio si affiancano delle cose che rimandano ad una certa terrosità; un tocco ceroso. Buona presa sul palato, ancora piuttosto giovane ma giustamente scorrevole per un sorso solo un po' freddino che tende a stringere sul finale, ma tutto sommato appagante.
Pagato 14 euro in cantina da loro, direi un prezzo centrato ed un acquisto che mi sento di consigliare a chi passa da quelle parti a caccia di un buon pinot nero senza svenarsi.
Bevuto anch'io mesi fa e concordo con le tue note, forse un po' troppo scorrevole come struttura.
Clos du Roi è una parcella che pare destinata a diventare il primo 1er cru di Marsannay e Bart è un produttore che compro ogni tanto. Produce un ottimo Clos de Beze (e Bonnes Mares) che si paga ancora senza impegnarsi troppo e bevuto invecchiatino (il '95 l'anno scorso) riesce anche a tirare fuori evoluzioni non banali e minerali. Mi piace anche il suo 1er cru di Fixin Les Hervelets, dritto e affilato e tra i Marsannay il Au Champs Salomon e il Les Grandes Vignes (citofonare Heres, sorriso).
Personalmente oltre ai prezzi abbordabili apprezzo il suo stile immediato, quella schioccante rotondità del frutto e i sentori di terra anche se i suoi Marsannay per corredo olfattivo globale, per tensione al palato non trovo siano emblematici del pinot noir, o quantomeno del pinot noir di quasi tutti i comuni più a sud nella Cote d'Or.
E' vero che come nel Chianti, per fare un esempio (occhiolino), ci sono anime diverse e sfaccettature che riflettono ogni micro terroir e che anche al netto del manico portano il sangiovese di Radda ad essere "differente" da quello di Rufina o di Lamole. Ma per restare sul sangiovese e con buona dose di gioco, Marsannay sta al pinot noir come le colline pisane stanno al sangiovese.
A detta di amici più esperti e di produttori, a Marsannay di più di Bart non si può fare.
vittoxx ha scritto:l'oste ha scritto:paperofranco ha scritto:Marsannay Clos du Roi 2009 Domaine Bart.
Rubino netto, vivo e luminoso. Bei profumini da pinot noir didascalico ma non freddamente scolastico, dove alle note floreali e fruttate di più immediato approccio si affiancano delle cose che rimandano ad una certa terrosità; un tocco ceroso. Buona presa sul palato, ancora piuttosto giovane ma giustamente scorrevole per un sorso solo un po' freddino che tende a stringere sul finale, ma tutto sommato appagante.
Pagato 14 euro in cantina da loro, direi un prezzo centrato ed un acquisto che mi sento di consigliare a chi passa da quelle parti a caccia di un buon pinot nero senza svenarsi.
Bevuto anch'io mesi fa e concordo con le tue note, forse un po' troppo scorrevole come struttura.
Clos du Roi è una parcella che pare destinata a diventare il primo 1er cru di Marsannay e Bart è un produttore che compro ogni tanto. Produce un ottimo Clos de Beze (e Bonnes Mares) che si paga ancora senza impegnarsi troppo e bevuto invecchiatino (il '95 l'anno scorso) riesce anche a tirare fuori evoluzioni non banali e minerali. Mi piace anche il suo 1er cru di Fixin Les Hervelets, dritto e affilato e tra i Marsannay il Au Champs Salomon e il Les Grandes Vignes (citofonare Heres, sorriso).
Personalmente oltre ai prezzi abbordabili apprezzo il suo stile immediato, quella schioccante rotondità del frutto e i sentori di terra anche se i suoi Marsannay per corredo olfattivo globale, per tensione al palato non trovo siano emblematici del pinot noir, o quantomeno del pinot noir di quasi tutti i comuni più a sud nella Cote d'Or.
E' vero che come nel Chianti, per fare un esempio (occhiolino), ci sono anime diverse e sfaccettature che riflettono ogni micro terroir e che anche al netto del manico portano il sangiovese di Radda ad essere "differente" da quello di Rufina o di Lamole. Ma per restare sul sangiovese e con buona dose di gioco, Marsannay sta al pinot noir come le colline pisane stanno al sangiovese.
A detta di amici più esperti e di produttori, a Marsannay di più di Bart non si può fare.
Di bart ho scolato recentemente un beze 05, appunto: buono, anche molto, tuttavia non emozionantissimo, preciso e un po' scolastico ma soprattutto stranamente molto aperto. So mica se durerà migliorando come il 95 che dici...
l'oste ha scritto:paperofranco ha scritto:Marsannay Clos du Roi 2009 Domaine Bart.
Rubino netto, vivo e luminoso. Bei profumini da pinot noir didascalico ma non freddamente scolastico, dove alle note floreali e fruttate di più immediato approccio si affiancano delle cose che rimandano ad una certa terrosità; un tocco ceroso. Buona presa sul palato, ancora piuttosto giovane ma giustamente scorrevole per un sorso solo un po' freddino che tende a stringere sul finale, ma tutto sommato appagante.
Pagato 14 euro in cantina da loro, direi un prezzo centrato ed un acquisto che mi sento di consigliare a chi passa da quelle parti a caccia di un buon pinot nero senza svenarsi.
Bevuto anch'io mesi fa e concordo con le tue note, forse un po' troppo scorrevole come struttura.
Clos du Roi è una parcella che pare destinata a diventare il primo 1er cru di Marsannay e Bart è un produttore che compro ogni tanto. Produce un ottimo Clos de Beze (e Bonnes Mares) che si paga ancora senza impegnarsi troppo e bevuto invecchiatino (il '95 l'anno scorso) riesce anche a tirare fuori evoluzioni non banali e minerali. Mi piace anche il suo 1er cru di Fixin Les Hervelets, dritto e affilato e tra i Marsannay il Au Champs Salomon e il Les Grandes Vignes (citofonare Heres, sorriso).
Personalmente oltre ai prezzi abbordabili apprezzo il suo stile immediato, quella schioccante rotondità del frutto e i sentori di terra anche se i suoi Marsannay per corredo olfattivo globale, per tensione al palato non trovo siano emblematici del pinot noir, o quantomeno del pinot noir di quasi tutti i comuni più a sud nella Cote d'Or.
E' vero che come nel Chianti, per fare un esempio (occhiolino), ci sono anime diverse e sfaccettature che riflettono ogni micro terroir e che anche al netto del manico portano il sangiovese di Radda ad essere "differente" da quello di Rufina o di Lamole. Ma per restare sul sangiovese e con buona dose di gioco, Marsannay sta al pinot noir come le colline pisane stanno al sangiovese.
A detta di amici più esperti e di produttori, a Marsannay di più di Bart non si può fare.
sundek181 ha scritto:Il problema e' che mi piace anche la borgogna... Sia bianca che rossa, e sopratutto quando mi stappo un semplice chianti di Castellinuzza e Piuca, con le diversita' del caso, mi fa godere anche quello, e non disdegno nemmeno tutta la gamma di Montevertine...e ce ne sarebbero molti altri, sia Italiani che Franzosi, ognuno con le sue caratteristiche, che a seconda della serata mi fanno impazzire in egual modo...
Nebbiolino ha scritto:sundek181 ha scritto:Il problema e' che mi piace anche la borgogna... Sia bianca che rossa, e sopratutto quando mi stappo un semplice chianti di Castellinuzza e Piuca, con le diversita' del caso, mi fa godere anche quello, e non disdegno nemmeno tutta la gamma di Montevertine...e ce ne sarebbero molti altri, sia Italiani che Franzosi, ognuno con le sue caratteristiche, che a seconda della serata mi fanno impazzire in egual modo...
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