Bianchi d'Italia

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pippuz
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda pippuz » 18 mar 2013 23:14

Nelle Nuvole ha scritto:Personalmente sono consapevole di scrivere abbastanza cazzate e quindi chiudo con la più grande: secondo me la Toscana NON è zona di vini bianchi, intesi come vini di alta qualità, grande personalità e riconoscibilità. Non si può avere tutto dalla vita e manco dalla vigna. Il vino "bianco" veramente caratteristico da queste parti è il Vin Santo, quando è fatto bene, cioé raramente.

Parole sante.
Bisognerebbe farlo capire a molti produttori toscani che continuano a farli. :mrgreen:
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Nebbiolino
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda Nebbiolino » 18 mar 2013 23:16

Francvino ha scritto:Mi sa che abbiamo mandato in vacca il 3ad del povero 1980Marco1980 (hai per caso 33 anni? Ocìo).
Come ai bei tempi. E poi i soliti pessimisti dicono che qui non è più come prima. :lol: :lol:


Ma no, dai, si tratta solo di una china da riflessione culturale estemporanea.

Ah, in particolare, dal minuto 3:00.
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l'oste
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda l'oste » 18 mar 2013 23:18

Oltre a non essere esperto sono un rossista, quindi libero di dire ostiate, nicknomen omen.
Cercando di fare il serio, distinguerei tra i migliori vini e il miglior vitigno.
Nel primo caso, il miglior vino bianco italiano a mio parere è il trebbiano di Valentini.
Al netto dei detrattori è il bianco italiano con maggior profondità di annate, longevità e originalità gustativa, non solo del varietale.
Nel secondo caso, per il mio gusto corrotto dalle bucce rosse, penso che fiano e verdicchio siano i vitigni che nell'ultimo decennio hanno avuto uua meritata maggior attenzione da parte di nuovi produttori che si sono avvicinati agli storici e già grandi interpreti di questi vitigni.
Personalmente ho poi un piccolo pallino per il pigato grazieall'abbinabilità sontuosa con le verdure ripiene, i fritti di paranza e i pescetti azzurri sapidi ma a parte i soliti nomi non credo ci sia un potenziale di sviluppo come per il fiano e il verdicchio, anche per motivi di superfcie vitata totale.
Ho una passione anche per alcuni produttori altoatesini, mi piacciono le mineralità e la freschezza di certi terroir e di alcuni vitigni, ma per costanza e qualità non sempre permettono l'acquisto a bottiglia chiusa.

PS: il miglior vino bianco italiano da me bevuto è invece il mitologico Fiorano bianco 1971 di Boncompagni Ludovisi.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda diamonddave » 19 mar 2013 00:01

Secondo me 1980marco1980 è vinogodi e ci sta prendendo per il culo... 8)
... per intenderci: la differenza fra me ed un sommelier è la stessa che passa fra un porno attore ed un ginecologo. © diamonddave 8)
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda vignadelmar » 19 mar 2013 09:16

de magistris ha scritto:

tenendo da parte il Verdicchio, che è campione italiano assoluto (così qualcuno, chissà chi, non si arrabbia... :P ), ti direi:
in generale meglio nord che centro che sud, ma la media qualitativa più alta ce l'hai in Campania (ma sempre dopo le Marche...)


Goccia a goccia, anche l'acqua scava la roccia !! E così la Verità comincia a farsi strada anche fra le menti più riottose del forum :P :P :P :lol: :lol: :lol:

Ciao

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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda vignadelmar » 19 mar 2013 09:28

Nelle Nuvole ha scritto:
Personalmente considero il Fiano di Avellino e il Verdicchio di Jesi due denominazioni che potenzialmente - sottolineo "potenzialmente - potrebbero nei prossimi due secoli raggiungere punte eccelse e mantenere tale posizione.


Divenendo seri però ti chiedo cosa debba fare una denominazione per essere considerata eccelsa (a parte che bisognerebbe capire cosa si intenda per eccelsa e se si abbia o meno in mente un modello qualitativo di riferimento.

Parlo per le due denominazioni verdicchiesche, che conosco molto meglio di quella del fiano, e secondo me, "eccelsività" a parte, hanno raggiunto una maturazione poliedricamente qualitativa molto molto alta. Vi operano produttori con sensibilità e tecniche produttive diversissime, che però concorrono in massima parte ad un prodotto convergente di medio-alta qualità. Le due denominazioni poi rappresentano un grande sprone a continuare a seguire su differenti vie interpretative.

Se si vanno a bere i grandi verdicchi, davvero sempre poco costosi, ci si rende conto di trovarsi di fronte a vini di alta/altissima qualità, rappresentativi di un territorio, con anche capacità di invecchiamento molto alta.

Davvero non capisco cosa manchi a quel "potenzialmente" per trasformarsi in "definitivamente".

Ciao

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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda 1980marco1980 » 19 mar 2013 10:36

No, non sono Vinogodi, mi dispiace!!

Il senso della domanda non era capire se i bianchi italiani competono con i bianci stranieri...è pacifico, nemmeno quale fosse il miglior bianco Italiano, ma piuttosto capire quale zona offrisse mediamente i prodotti migliori e mi sembra di leggere quasi un plebiscito sul Verdicchio e sulla Campania in genere.

Nasce questa domanda perchè bevo solo e quasi altoatesini e friulani, ma solo perchè sono gli unici che conosco meglio e so fare paragoni tra diversi prodotti e vitigni, ma mi sono un pò rotto le scatole e vorrei conoscere meglio gli altri bianchi. Sto cercando così un percorso di "iniziazione"...al verdicchio e ai vini campani e ai loro produttori.

Mi formate una un consiglio di diciamo 12 bottiglie che siano una sorta di battesimo a verdicchio e campania con un tetto di spesa di 150-200 euro?

Sarebbe forte fare una specie di "formazione titolare" personale per ogni tipologia di vino...
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda vignadelmar » 19 mar 2013 10:48

Questo topic racchiude tutto lo scibile forumistico sul verdicchio. E' davvero interessante, vario per contenuti e contributori di detti contenuti. Ci troverai quindi una grande e piacevole varietà di giudizi e/o valutazioni. Lo considero una autentica miniera d'oro.

viewtopic.php?f=13&t=52795

Ciao

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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda paperofranco » 19 mar 2013 10:58

Per me pinot bianco e chardonnay di Terlano vecchie annate hanno pochi termini di paragone in Italia.
L'Etna Bianco è un'altra bella storia.
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda Unodimille » 19 mar 2013 11:31

paperofranco ha scritto:Per me pinot bianco e chardonnay di Terlano vecchie annate hanno pochi termini di paragone in Italia.
L'Etna Bianco è un'altra bella storia.

Straquoto chardonnay, ma sopratutto pinot bianco di Terlano datati.
Un pò meno Etna bianco, anche se, ad onor del vero, non ho gran esperienza in materia.
Per il resto, assieme ai grandi classici verdicchio, trebbiano e fiano, aggiungerei qualche bevuta di Soave veramente clamorosa.
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda ilmache » 19 mar 2013 11:55

Giusta osservazione quella dei bianchi toscani difficile trovare un bianco qualitativamente all altezza di altre regioni del nord e sud Italia.
Spezziamo una lancia a favore solo di qualche vernaccia riserva che ha buone potenzialità di invecchiamento!
Personalmente il mio bianco preferito è un grandissimo campano, fiorduva di Marisa cuomo :D
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda Sydney » 19 mar 2013 12:42

vignadelmar ha scritto: Vi operano produttori con sensibilità e tecniche produttive diversissime, che però concorrono in massima parte ad un prodotto convergente di medio-alta qualità.


Se penso all'enobevitore medio che al ristorante ordinando un verdicchio gli puo' venir servito un Balciana o un ColleStefano (giusto per fare i primi 2 nomi che mi vangono in mente)....
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda pippuz » 19 mar 2013 13:01

l'oste ha scritto:Personalmente ho poi un piccolo pallino per il pigato grazie all'abbinabilità sontuosa con le verdure ripiene, i fritti di paranza e i pescetti azzurri sapidi ma a parte i soliti nomi non credo ci sia un potenziale di sviluppo come per il fiano e il verdicchio, anche per motivi di superfcie vitata totale.

Anche io ho un debole per il Pigato, la sua abbinabilità al cibo in effetti è un plus non da poco.
Sul potenziale di sviluppo non sono del tutto d'accordo; certo, gli ettari sono quelli, ma è anche vero che ce ne sono molti che sono troppo brutti per essere veri.
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda il chiaro » 19 mar 2013 13:26

paperofranco ha scritto:Per me pinot bianco e chardonnay di Terlano vecchie annate hanno pochi termini di paragone in Italia.
L'Etna Bianco è un'altra bella storia.


Se per termine di paragone intendi altri vini sopravvalutati allora quoto anche io.

Sono l'unico a pensare che, escluso il moscato, verdicchio, soave e timorasso dominano incontrastati, a seguire fiano, sylvaner e (qualche) ribolla?

Tralascerei il discorso sui macerati altrimenti si fa notte e ci meniamo pure. :D :D
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda ugc » 19 mar 2013 13:31

Sydney ha scritto:
vignadelmar ha scritto: Vi operano produttori con sensibilità e tecniche produttive diversissime, che però concorrono in massima parte ad un prodotto convergente di medio-alta qualità.

Se penso all'enobevitore medio che al ristorante ordinando un verdicchio gli puo' venir servito un Balciana o un ColleStefano (giusto per fare i primi 2 nomi che mi vangono in mente)....

...che è un po' il limite delle doc nostrane...pensiamo alla barbera d'asti o anche al barolo, ove convivono stili diametralmente opposti. Da questo punto di vista non è che il verdicchio sia messo peggio di tante altre denominazioni...
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda paperofranco » 19 mar 2013 13:39

il chiaro ha scritto:
paperofranco ha scritto:Per me pinot bianco e chardonnay di Terlano vecchie annate hanno pochi termini di paragone in Italia.
L'Etna Bianco è un'altra bella storia.


Se per termine di paragone intendi altri vini sopravvalutati allora quoto anche io.

Sono l'unico a pensare che, escluso il moscato, verdicchio, soave e timorasso dominano incontrastati, a seguire fiano, sylvaner e (qualche) ribolla?

Tralascerei il discorso sui macerati altrimenti si fa notte e ci meniamo pure. :D :D


Costano, certo, però sono grandi vini, ed io non vedo molte cose in giro di quel livello qualitativo, a mio modesto parere ovviamente.
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda vignadelmar » 19 mar 2013 14:06

ugc ha scritto:
Sydney ha scritto:
vignadelmar ha scritto: Vi operano produttori con sensibilità e tecniche produttive diversissime, che però concorrono in massima parte ad un prodotto convergente di medio-alta qualità.

Se penso all'enobevitore medio che al ristorante ordinando un verdicchio gli puo' venir servito un Balciana o un ColleStefano (giusto per fare i primi 2 nomi che mi vangono in mente)....

...che è un po' il limite delle doc nostrane...pensiamo alla barbera d'asti o anche al barolo, ove convivono stili diametralmente opposti. Da questo punto di vista non è che il verdicchio sia messo peggio di tante altre denominazioni...


Decisamente non lo vedo come un limite, anzi, l'esatto contrario.

Ciao

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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda il chiaro » 19 mar 2013 14:09

paperofranco ha scritto:
il chiaro ha scritto:
paperofranco ha scritto:Per me pinot bianco e chardonnay di Terlano vecchie annate hanno pochi termini di paragone in Italia.
L'Etna Bianco è un'altra bella storia.


Se per termine di paragone intendi altri vini sopravvalutati allora quoto anche io.

Sono l'unico a pensare che, escluso il moscato, verdicchio, soave e timorasso dominano incontrastati, a seguire fiano, sylvaner e (qualche) ribolla?

Tralascerei il discorso sui macerati altrimenti si fa notte e ci meniamo pure. :D :D


Costano, certo, però sono grandi vini, ed io non vedo molte cose in giro di quel livello qualitativo, a mio modesto parere ovviamente.


Mah, sul fatto che costino non ci piove, ma che siano grandi vini.... Mi pare che ci si lasci affascinare dall'età della bottiglia perdendo di vista il resto.
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda il chiaro » 19 mar 2013 14:10

vignadelmar ha scritto:
ugc ha scritto:
Sydney ha scritto:
vignadelmar ha scritto: Vi operano produttori con sensibilità e tecniche produttive diversissime, che però concorrono in massima parte ad un prodotto convergente di medio-alta qualità.

Se penso all'enobevitore medio che al ristorante ordinando un verdicchio gli puo' venir servito un Balciana o un ColleStefano (giusto per fare i primi 2 nomi che mi vangono in mente)....

...che è un po' il limite delle doc nostrane...pensiamo alla barbera d'asti o anche al barolo, ove convivono stili diametralmente opposti. Da questo punto di vista non è che il verdicchio sia messo peggio di tante altre denominazioni...


Decisamente non lo vedo come un limite, anzi, l'esatto contrario.

Ciao

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Sto con Licianone. Se pensiamo alla versatilità dello chenin allora dovremmo dire che non concorre a far grandi certe aoc della Loira?
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda vinogodi » 19 mar 2013 14:36

...i vini bianchi italiani sono ottimi, mediamente. Alcune punte sono eccellenti. E' una convinzione che puoi portare avanti per anni, consolidandola a più riprese. Poi, improvvisamente per cause che non ti è dato sapere, siano esse fortuite che come naturale sbocco alla propria passione, ti imbatti in qualche Borgogna bianco medio e tutte le tue convinzioni, certezze e speranze crollano come castello di sabbia al sole. Poi fai i confronti diretti che accentuano questo scoramento. Infine, per scienza e conoscenza, curiosità e istinto primordiale, ti avventuri nei top di Borgogna e la strada che rimane è univoca: il suicidio economico e la luce che solo intravvedevi... è una dura esperienza,comprendo bene,soprattutto per un nazionalista convinto (come tra l'altro son io) ... è un dramma che, comunque, tutti dovrebbero affrontare con cipiglio e spirito di sacrificio, se ne ritorna maggiormente temprati e virili... 8)
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda Sydney » 19 mar 2013 14:52

vignadelmar ha scritto:
ugc ha scritto:
Sydney ha scritto:
vignadelmar ha scritto: Vi operano produttori con sensibilità e tecniche produttive diversissime, che però concorrono in massima parte ad un prodotto convergente di medio-alta qualità.

Se penso all'enobevitore medio che al ristorante ordinando un verdicchio gli puo' venir servito un Balciana o un ColleStefano (giusto per fare i primi 2 nomi che mi vangono in mente)....

...che è un po' il limite delle doc nostrane...pensiamo alla barbera d'asti o anche al barolo, ove convivono stili diametralmente opposti. Da questo punto di vista non è che il verdicchio sia messo peggio di tante altre denominazioni...


Decisamente non lo vedo come un limite, anzi, l'esatto contrario.

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Non e' un limite per chi, come te, conosce aziende e prodotti.
Ma pensa al bevitore medio.
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda Kalosartipos » 19 mar 2013 14:59

vinogodi ha scritto:Infine, per scienza e conoscenza, curiosità e istinto primordiale, ti avventuri nei top di Borgogna e la strada che rimane è univoca: il suicidio economico

Tutto vero... :cry:
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda paperofranco » 19 mar 2013 15:17

il chiaro ha scritto:
paperofranco ha scritto:
il chiaro ha scritto:
paperofranco ha scritto:Per me pinot bianco e chardonnay di Terlano vecchie annate hanno pochi termini di paragone in Italia.
L'Etna Bianco è un'altra bella storia.


Se per termine di paragone intendi altri vini sopravvalutati allora quoto anche io.

Sono l'unico a pensare che, escluso il moscato, verdicchio, soave e timorasso dominano incontrastati, a seguire fiano, sylvaner e (qualche) ribolla?

Tralascerei il discorso sui macerati altrimenti si fa notte e ci meniamo pure. :D :D


Costano, certo, però sono grandi vini, ed io non vedo molte cose in giro di quel livello qualitativo, a mio modesto parere ovviamente.


Mah, sul fatto che costino non ci piove, ma che siano grandi vini.... Mi pare che ci si lasci affascinare dall'età della bottiglia perdendo di vista il resto.


Può darsi che tu abbia ragione, io non sono un malato delle mega-degustazioni coperte, bevo quasi sempre alla luce, quindi subirò certamente il fascino di quell'etichetta, ma per me sono grandi vini. Però, se mi permetti, ti chiederei cosa intendi per "il resto"; saranno almeno buoni, no?
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda ugc » 19 mar 2013 15:28

il chiaro ha scritto:
vignadelmar ha scritto:
ugc ha scritto:
Sydney ha scritto:
vignadelmar ha scritto: Vi operano produttori con sensibilità e tecniche produttive diversissime, che però concorrono in massima parte ad un prodotto convergente di medio-alta qualità.

Se penso all'enobevitore medio che al ristorante ordinando un verdicchio gli puo' venir servito un Balciana o un ColleStefano (giusto per fare i primi 2 nomi che mi vangono in mente)....

...che è un po' il limite delle doc nostrane...pensiamo alla barbera d'asti o anche al barolo, ove convivono stili diametralmente opposti. Da questo punto di vista non è che il verdicchio sia messo peggio di tante altre denominazioni...


Decisamente non lo vedo come un limite, anzi, l'esatto contrario.

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Sto con Licianone. Se pensiamo alla versatilità dello chenin allora dovremmo dire che non concorre a far grandi certe aoc della Loira?


Mi sono espresso male. Il mio giudizio personale è che la versatilità e la presenza di diversi stili non è, MAI, un aspetto negativo, quindi sono d'accordo con voi.
È però un dato di fatto che se un marziano dovesse ordinare una bottiglia di vino basandosi unicamente sulla DOC in diversi casi si potrebbe ritrovare confuso dal risultato della sua richiesta.
Questo "problema" è più evidente in Italia che non in Francia o in USA, Austria, Germania, etc...
Ribadisco che dal mio punto di vista sono affari suoi, però non posso negare l'esistenza del "problema" o come lo vogliamo chiamare.
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Re: Bianchi d'Italia

Messaggioda vittoxx » 19 mar 2013 15:40

il chiaro ha scritto:
paperofranco ha scritto:
il chiaro ha scritto:
paperofranco ha scritto:Per me pinot bianco e chardonnay di Terlano vecchie annate hanno pochi termini di paragone in Italia.
L'Etna Bianco è un'altra bella storia.


Se per termine di paragone intendi altri vini sopravvalutati allora quoto anche io.

Sono l'unico a pensare che, escluso il moscato, verdicchio, soave e timorasso dominano incontrastati, a seguire fiano, sylvaner e (qualche) ribolla?

Tralascerei il discorso sui macerati altrimenti si fa notte e ci meniamo pure. :D :D


Costano, certo, però sono grandi vini, ed io non vedo molte cose in giro di quel livello qualitativo, a mio modesto parere ovviamente.


Mah, sul fatto che costino non ci piove, ma che siano grandi vini.... Mi pare che ci si lasci affascinare dall'età della bottiglia perdendo di vista il resto.

Megastrad'accordo si può dire? :mrgreen:

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