Messaggioda Ludi » 11 mar 2013 12:07
Coulée de Serrant 1999: veramente una versione eccellente, dai grandi profumi di albicocca, mandarino ed anice, con fondo fumé ed una nota assolutamente salata che in bocca lo rende unico. Nell''abbinamento con paccheri con bocconcini di tonno, finocchietto e ricotta salata ha dato il meglio. 93
Movia, Veliko 2004: ottimo, soprattutto per la spinta balsamica che lo sostiene sia al naso che nel finale. Volendo trovare una pecca, si sente ancora leggermente il legno. Comunque 88
Massavecchia, Passito 2006: i passiti rossi che piacciono a me, carnosi, con richiami di miele d'eucalipto, china e pepe, dolci ma mai stucchevoli. 91
de Ladoucette, Pouilly Fumé 2008: esemplare e maturo sauvignon della Loira, mai sopra le righe nei profumi e giocato su una mineralità rocciosa e su una freschezza citrina. 90
Vecchie Terre di Montefili, Anfiteatro 2001: ancora molto giovanile nel colore e rigoroso nei profumi di amarena, fiori appassiti, sottobosco, eucalipto e scatola di sigaro. Per me in questo momento è al top della forma, ma ho altre bottiglie per seguirlo ulteriormente. 91
Mauler, Alsace Gewurtztraminer Selection des grains nobles 2005: per fortuna lo zafferano rimane in secondo piano, così come le note varietali che sono praticamente state asfaltate dalla botritis. Buono, non mi convince al 100% sia per il finale carammellato che per la scarsa freschezza (ma che aspettarsi da un GWT?). 85
Vigliano, L'Erta Sangiovese 2007: mi è molto piaciuto per la bevibilità veramente golosa, sostenuta da note fruttate croccanti ma mai eccessivamente volgari. Il tannino è già splendido. 90
Fontalloro 1998: questa bottiglia mi è piaciuta da matti. Virile ed elegante, evoluto ma con ancora golose note di piccole bacche rosse, freschezza assolutamente da manuale. 93
A margine del weekend, lunga chiacchierata con l'amico Giampiero Bea, che mi ha fatto assaggiare tutte le sue ultime produzioni. Fantastico l'Arboreus 2009, trebbiano spoletino in purezza da vigne centenarie prefillosseriche, vinificato con macerazione sulle bucce. Ha una mineralità veramente splendida, mentre al naso sfoggia note delicate di camomilla, erbe di campo e anice. Il Sagrantino Pagliaro 2008 è testimone di una bella annata; ancora ridotto al naso, ha in bocca una bellissima freschezza e tannini già incredibilmente setosi per un sagrantino. La sorpresa è peraltro stata il Sagrantino Cerrete 2007, prima annata di questo nuovo cru che prima costituiva la base del Rosso de Veo. Qui è ancora più eclatante la dolcezza del frutto e la setosità dei tannini. Un vino che con qualche anno in bottiglia diverrà tra le cose più belle fatte da Giampiero.
Ultima modifica di
Ludi il 11 mar 2013 12:39, modificato 1 volta in totale.