pippuz ha scritto:L'Arneis però proprio no.
Ho bevuto da poco due Roero Arneis 2011, il Bricco delle Ciliegie di Almondo e il Trinità di Malvirà, incuriosito anche dagli apprezzamenti della guida L'Espresso per il primo (e in generale per la tipologia) e di "Enogea" n. 44 per il secondo (2010, però).
Due vini quasi opposti per impostazione stilistica, il primo "a levare" e il secondo molto più denso, forse assecondando l'annata, ma entrambi seri. Non a caso, a tratti mi hanno ricordato due (diverse versioni di) Pinot Bianco di Terlano -- più esattamente, un Terlaner e un riserva Vorberg.
E' difficile però che anche a un palato esigente non piaccia almeno uno dei due, perché la florealità e alcuni tratti dolci (per esempio mandorla sgusciata e leggera crema) non sono né pacchiani né fine a sé stessi, ma ben impastati con acidità e sapidità, di acutezza quasi morenica nel primo vino, più sotterranee nel secondo.
Io ho preferito il primo la prima sera e il secondo la seconda -- forse anche a causa di un loro diverso rapporto con l'ossigeno, che mi è sembra alla lunga togliere grazia al primo (che ha nella grazia il suo perché) e invece compattare il secondo, spingendo le note più mature in secondo piano a vantaggio degli idrocarburi -- quindi ho fatto l'en plein