hansen ha scritto:Suvvia almeno due righe sulle bollicine potete degnarvi di metterle maialoni!!!Fallet Prevostat millesimato a penna è una curiosa bottiglia
il produttore dice che non le fa
mentre in giro qualcosa c'è ...mistero
Ok, un piccolo sunto
:
Buono lo champagne d’entrata di
Brèmont, un po’ grasso, però si fa bere bene.
Bereche è stata una sorpresa piacevolissima naso per me "verde chiaro", in bocca è una lama, molto austero. Da riprovare ancora fra qualche anno, adesso è talmente giovane che ti vien voglia di lasciarlo lì per ritestarlo…ma ad avercene, chi ha voglia di lasciar lì una cosa del genere?
Chètillons 2002 e 2000 sono buoni entrambi, a me è piaciuto più il primo: molto affilato con una ottima progressione, finale lunghissimo e quasi salato.
Il secondo, è più ricco, forse con una nota glicerica maggiormente in evidenza e con un’acidità per me inferiore (almeno, meno avvertibile); c’è da dire che migliora nel bicchiere…però il 2002 è per me di un altro livello
Fallet-Prevostat 1981 parte chiuso poi si apre con note di citronella, in bocca forse è un po' stanco per lo meno al confronto con i precedenti; piaciuto un po’ meno, ma comunque un vino assolutamente vivo.
Salon ’97 al naso è un Borgogna bianco.
In bocca subito un po’ compresso (pensavo ad un dosaggio eccessivo); poi si apre e cambia in continuazione ad una velocità esorbitante. Rimane alla fine una nota ferrosa unica con un frutto giallo che non riesco a paragonarlo ad altri Champagne da me bevuti (pochi in confronto a voi, a dire il vero). Finale eterno.
Collina Rionda 93 Giacosa: tappato
Rinaldi ’05 irriconoscibile alla cieca per via della non volatile; tipicissimo sia al naso che in bocca con note balsamiche e tannini meno sopra le righe delle solite edizioni Rinaldiane.
Un’edizione diversa, quindi, ma mi è piaciuto.
Vigna Elena ’04 Cogno: parte chiusissimo al naso con note olivose che però spariscono passando ad un frutto molto chiaro e netto, giovane.
In bocca mi piace molto, tannini a go-go che però sono ben calibrati dalla componente acida e ottimo finale. Molto tipico anche questo; forse aperto un po’ troppo giovane.
Ciabot Manzoni ‘99 Silvio Grasso: moderno, frutto appena scuro, Barolo per me fatto bene, il legno è appena avvertibile al naso; non in bocca, infatti il varietale emerge e bene.
Bocca dunque molto fresca; finale non eccessivamente lungo ma a me è piaciuto.
VR ’96 Oddero: bottiglia non fra le migliori al naso, dove si avvertono note di carne frollata ed ematiche quasi più da Sangiovese che da Nebbiolo; la bocca è piena, mi piace la componente tannica, come al solito imponente su questo vino. Finale di notevole freschezza con i tannini che chiudono magistralmente
Dardi le Rose 1995 un po’ avanti; note un po’ cartonate, la bocca è più viva però non esce al meglio. Forse da aprire un paio di anni fa.
Roagna VR parte ridotto come consuetudine, si apre e poi si richiude a riccio.
La bocca è molto strutturata con i tannini ancora un po’ ruvidi che la fanno da padrone. Gran finale.
Da lasciare lì per i perfezionisti, per me si può bere anche adesso. Piaciuto molto.
Castello di Neive Santo Stefano ris. ’04: grandissimo vino, per me la medaglia d’oro fra i rossi della serata: naso chiarissimo, scorza d’arancia evidentissima; bocca pressoché impeccabile, articolata con tannini di una finezza unica pur nella loro ingente quantità.
Adesso un bel 94 non glielo toglie nessuno.
Bussia ’06 ris. Fenocchio è IMHO un ottimo Barolo, ad un prezzo che è commovente che me lo fa piacere ancora di più. Classicissimo, giovane ma che si fa bere adesso molto volentieri tant’è che me ne compro una bella scorta
La Castellina Sassella ’07: paga lo scotto di essere stato aperto per ultimo. Dopo il Barbaresco di CdN e i tannini schiacciasassi dei VR di Roagna e Oddero e del Vigna Elena di Cogno sembra più piccolo; bisognava metterlo vicino al 2005 di Rinaldi all’inizio delle batterie e il risultato sarebbe stato diverso. E poi, forse, eravamo anche meno concentrati.
Da riprovare assolutamente però.