premesso che non c'entra niente con lo scambio avuto con gp, ma che faccio un discorso generale.
tu la metti come battuta, ma è proprio questo che in più di un'occasione ho cercato di dire: la critica del critico è uno sport che da appassionato (ma anche da "collega") mi interessa proprio poco, anche perché sottintende un meccanismo di "confronto-competizione" che è esattamente quello che tutti diciamo di voler eliminare dal racconto del vino.
E non faccio il diversamente etero con il deretano altrui: credo basti una mano per contare le volte che mi sono permesso di entrare nel merito di giudizi, visioni, letture di altre guide, riviste, blog. Mentre non bastano le mani presenti ad un concerto di Vasco per enumerare le volte che ho detto eventualmente la mia, ho espresso il mio punto di vista magari differente su quello stesso vino, annata, territorio, senza cercare "appoggi" in letture simili alle mie ma soprattutto senza fare il professorino con la matita blu rispetto a "errori" altrui (sempre dal proprio punto di vista).
E non perché in testa mia non abbia mai pensato leggendo certi giudizi: "ma che cacchio sta dicendo questo".
E non perché siamo nel mulino bianco dove dobbiamo fare finta di volerci tutti bene e di pensare che tutte le letture si equivalgono.
Ma semplicemente perché, da ex arbitro, so quanto è facile fare le pagelle dalla tribuna, ma quelli che giudicano da lì poi in campo non ci vanno a dimostrare quanto sarebbero capaci di fare meglio.
Accetterò sempre le critiche da chi scende in campo, si prende tutto il tempo, gli spazi, l'onestà intellettuale del metodo per elaborare il suo percorso (fosse anche diametralmente opposto al mio), non le accetterò mai da chi si nasconde dietro la gonna di mamma (anche se dicesse le stesse cose che penso io).
Questione di stile, che qualcuno continua a far finta di non capire a distanza di mesi, gente davvero poco credibile nella parte della vittima.