Non chiedetemi come mai le prime di foto sono girate orizzontalmente perchè non lo l'ho capito nemmeno io: sul mio pc le vedo in modo corretto ma me le carica così. In ogni caso si dovrebbe capire tutto ugualmente.
Devo forse solo specificare che il Valentini era 1995 ed ovviamente (
), chevvelodicoaffà, era anche tappato. Il miglior tappo del 2012 (facendo i dovuti scongiuri) penso di averlo già beccato.
Anche perchè se fosse stata a posto la bottiglia di Valentini sarebbe uscita fuori la miglior batteria della mia vita di appassionato di vino.
Per adesso aggiungo solo che i vini di Jamet sono veramente oltre la più prolifica immaginazione: qualcosa che farebbe saltare sulla sedia anche i più scafati e consumati degustatori-collezionisti. Eppure l'ultima batteria era veramente eccezionale, con un Sassicaia '88 di rara bellezza sul palato (ne ho bevute almeno altre 4 bottiglie tutte buonissime e questa era forse la migliore) ed un HB che non raggiunge le vette del 1989 ma ci va molto, molto vicino: la finezza vellutata del tannino perfettamente sferico e pulsante di questo vino non ha eguali al mondo.
Malgrado tutto questo (cioè con due vini over 95 punti), Jamet li ha messi (e non solo a mio parere) in fila grazie ad un naso ipnotico e cangiante in cui la freschezza balsamica (che poi ti segue coerente anche in bocca) è diventata sempre più sfacciata con il passare del tempo. Nessun sentore animale, nessuna sbracatura eccessivamente olivosa, solo un turbinio di sentori di prato alpino e relative erbe fiorite con tante rocce bianche, qualche sbuffo di olive verdi freschissime e tanta, tanta mentuccia lieve e mai sovrastante. In sintesi, un vino in cui il concetto di mineralità si concretizza in descrittori di pura freschezza montana e leggermente salina.
Peccato siano difficilissimi da trovare e che necessitino di almeno 10-15 anni di cantina prima di espiremersi a questi livelli, altrimenti ci sarebbe da riempirsene la cantina.
Mi scuso per nona ver ancora messo le note sulla giornata dei sangiovese 2001 e la risposta che devo a Davide sull'Alzero: il tempo è poco e le "buone intenzioni" tante. Prima o poi ce la farò ...
Un'ultima considerazione: questa bottiglia mi ha confermato un'idea che mi si sta formando in testa da un paio di anni, ovvero che Parker non sia proprio il grande esperto di Cote Rotie che vorrebbe vantarsi di essere. A parte i 3 La-La-La sulla cui valutazione è difficile sbagliare (ma che a mio parere gli piacciono più per il fatto che vengono imbottigliati dopo 42 mesi di legno nuovo che per la finezza che riescono a raggiungere dopo 15-20 anni dall'uscita), i suoi "punteggioni" a produttori come Ogier e Gerin sono starati rispetto ai piccoli punteggi che riserva a Jamet e Clusel Roch. I primi mi sembrano molto orientati a "preparare" delle apposite cuvèe parkerizzate (a volte anche di poche centinaia di bottiglie) per ottenere i relativi vantaggi commerciali; i secondi seguono, imperterriti da molti anni, la loro linea basata sulla purezza essenziale del syrah e al suo lato più scarno e minerale che esalta i vari lieu-dit della ristretta zona fra Verenay e Chalanvert (all'interno del piccolissimo comune di Ampuis).
Se volete capire a fondo la Cote Rotie, si può tranquillamente fare a meno dei consigli di Parker.